AGI - Il principe Harry e suo fratello maggiore, il principe William, hanno creduto per "molti anni" che la loro madre, la principessa Diana, potesse aver simulato la propria morte e che poi un giorno sarebbe tranquillamente tornata da loro. Lo ha confessato il duca di Sussex in un'intervista domenica al programma 60 Minutes sulla Cbs.
Harry, sostanzialmente, dice di essersi “semplicemente rifiutato di accettare che lei se ne fosse andata", quando Diana è rimasta uccisa in un incidente d'auto a Parigi nell'agosto 1997. Harry aveva 12 anni e William 15. “Forse tutto questo fa parte di un piano”, pensò tra sé e sé Harry. "Nutrivo enormi speranze", aggiungendo che William, suo fratello erede al trono britannico, aveva "pensieri analoghi".
Scrive il Washington Post: “Harry, che ora vive in California con sua moglie, Meghan, duchessa del Sussex, e i loro due figli, ha affermato di essersi convinto che Diana sarebbe rimasta viva fino a quando egli non fosse diventato adulto”. Poi a 23 anni, quando ha visitato Parigi per la prima volta, Harry ha raccontato d’aver chiesto a un tassista di guidarlo attraverso lo stesso tunnel in cui Diana è stata uccisa insieme al suo compagno, Dodi al-Fayed, e all'autista Henri Paul. “Ho bisogno di fare questo viaggio; Devo fare lo stesso percorso. Tutto, alla stessa velocità alla quale viaggiava lei", ha intimato Harry al tassista.
Harry scrive in "Spare", il libro appena uscito nelle librerie, che lui e William non erano soddisfatti dei risultati di un'indagine condotta dalla polizia di Londra che ha concluso che l'autista di Diana era ubriaco al momento dell'incidente. Tuttavia i due fratelli hanno preso in seria considerazione “la possibilità di far riaprire l'inchiesta" a causa della mancanza di chiarezza sugli ultimi momenti di Diana. "C'erano così tante lacune e così tanti buchi", ha dichiarato Harry alla Cbs.
Il principe ha affermato che lui comunque voleva vedere le immagini della madre come "prova" che sua madre era "nell’auto" il 31 agosto 1997, come "la prova che era ferita", ma che la sua segretaria gli aveva consigliato di non guardarle, specie quelle più esplicite dell’incidente.