AGI - Con la Camera dei Rappresentanti del Congresso americano in stallo sull'elezione del nuovo speaker, gli Stati Uniti stanno vivendo da 36 ore una situazione surreale: il Congresso uscente non esiste più e quello nuovo non può 'insediarsi'.
Dopo sei votazioni in due giorni, la nuova maggioranza repubblicana non è riuscita a eleggere il presidente della Camera bassa del Congresso, terza carica dello Stato.
Kevin McCarthy, 57 anni, eletto in California, nella passata legislatura leader di minoranza, aveva bisogno di raggiungere quota 218, ma ha perso 19 voti nelle prime due votazioni, e 20 nelle ultime altre quattro. Alla confusione del momento si aggiunge anche un dramma politico e istituzionale: in pratica, il Paese più potente al mondo è privo del suo organo legislativo.
Senza la figura dello speaker, gli eletti - compresi quelli in carica da decenni - non possono giurare e non possono essere adottati i nuovi regolamenti, senza i quali il processo legislativo non può partire. Non possono, inoltre, essere approvate leggi e adottate risoluzioni
I media americani parlano di "situazione surreale" e di "entità inutile": in caso di emergenza, non c’è la Camera pronta a legiferare. A queste perplessità si aggiungono dubbi interpretativi: in assenza del giuramento degli eletti del 118° Congresso, quelli uscenti del 117° sono formalmente ancora in carica? Lo ha chiesto su Twitter Billy Long, Repubblicano del Missouri, che ha lasciato il Congresso ieri mattina. "Io sono ancora un rappresentante, fino a che Eric Burlison non ha giurato, o no? Chi si occupa di portare avanti la baracca? Benvenuti nella terra delle cose bizzarre", ha twittato.
In realtà, Long non è più tecnicamente un rappresentante del Congresso, seppure quello che ha preso il suo posto, Burlison, non ha ancora giurato. I Democratici accusano gli avversari di aver provocato una "disfunzione istituzionale", il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato di "situazione imbarazzante".
L'appello all'unità che era stato lanciato in mattinata da Donald Trump non ha spostato gli equilibri: 20 erano i voti repubblicani contrari a McCarthy nella terza elezione di ieri e 20 sono rimasti nella quarta, quinta e sesta votazione, quelle seguite all'appello dell'ex presidente Usa. La situazione di stallo è destinata a protrarsi almeno fino alle 20 ora di Washington (le 2 in Italia) quando si passerà alla settima votazione