La commissione 6/1 della Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato le conclusioni finali e votato all'unanimità la richiesta di incriminare l'ex presidente Donald Trump per quattro reati federali, tra cui incitazione all'insurrezione, complotto per frodare gli Stati Uniti e ostruzione di un atto del Congresso. Le conclusioni dell'inchiesta verranno pubblicate mercoledì.
"Donald Trump ha raccolto centinaia di milioni di dollari dicendo il falso ai suoi donatori online", ha detto Zoe Lofgren, membro della commissione d'inchiesta sull'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. "In particolare - ha aggiunto - la commissione ha appreso che parte dei fondi è stata usata per pagare gli avvocati" dell'ex presidente degli Stati Uniti.
"Con dettagli scrupolosi questo lavoro documenta il sinistro complotto per sovvertire il Congresso, far a brandelli la Costituzione e fermare la pacifica transizione di potere", ha detto la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, commentando la decisione. "Questa commissione - ha aggiunto Pelosi - ha raggiunto conclusioni importanti riguardo le prove che ha raccolto, e io rispetto queste conclusioni".
"Il presidente è sempre stato molto chiaro. La nostra democrazia continua a essere e rimane sotto minaccia, e noi faremo la nostra parte per proteggerla", ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.
I prossimi sviluppi
Che cosa succederà adesso? Tutto il lavoro di indagine e le registrazioni delle oltre mille testimonianze verranno inviate al dipartimento per l'analisi finale, ma non è scontato che Trump e gli altri indagati possano essere davvero incriminati. Nei diciotto mesi in cui la commissione ha affrontato il caso, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è tenuto sempre lontano, evitando commenti.
Lo 'special counsel', il consigliere speciale o super procuratore Jack Smith, nominato dal dipartimento Giustizia per riunire tutte le inchieste che riguardano Trump, potrebbe considerare un'incriminazione, ma non è una tappa obbligata. In più i Repubblicani hanno già annunciato che da gennaio, quando si riunirà la nuova Camera in cui la maggioranza è passata ai conservatori, avvieranno un'indagine per "screditare" i membri della commissione.
Il democratico Adam Schiff ritiene che le conclusioni dei lavori non "portino un peso legale" ma ha detto di sperare che il dipartimento "prenda sul serio" le prove raccolte. "Penso - ha spiegato - che il giorno in cui cominceremo ad accettare comportamenti illegali di presidenti o ex presidenti o persone di potere quello sarà l'inizio della fine della nostra democrazia".
La commissione ha messo al centro del suo castello accusatorio l'"ostruzione all'attività del Congresso", un'ipotesi di reato citata anche dallo stesso dipartimento Giustizia per giustificare la decisione di mettere sotto sequestro il telefonino di Jeffrey Clark, ex funzionario del dipartimento coinvolto nell'inchiesta. Questo è lo stesso reato utilizzato dai procuratori per perseguire circa trecento persone che parteciparono all'assalto al Congresso, e potrebbe essere quello che il dipartimento Giustizia seguirà nelle prossime settimane.