AGI - Una guerra praticamente “in diretta”, quella Ucraina, documentata sin nei minimi dettagli. Lo scrive il Washington Post, secondo il quale “i contenuti generati dagli utenti sono stati essenziali per la copertura dal momento in cui è iniziata lo scorso febbraio” perché “soldati, civili, operatori umanitari e altri testimoni hanno pubblicato filmati di combattimenti e distruzioni in tempo reale, rendendo questa guerra una delle più riprese e viste della storia”. Commenta a tale proposito Matthew Moss, uno storico dei conflitti che utilizza materiale open per tracciare gli sviluppi la guerra moderna: "Con un accesso così ampio e diffuso a Internet, ciò significa che i soldati possono caricare cose per mostrare alle persone le esperienze che stanno vivendo in ogni singolo momento". Riprese vere, immagini reali.
Del resto, l’accesso ormai così diffuso ai telefoni cellulari e al tempo stesso alla rete internet, significa che oggi “chiunque può trovare uno sguardo e un punto di vista non edulcorato sulla guerra, sia nella prospettiva della popolazione sia dal punto di vista dei soldati”, con milioni di visualizzazioni per altro.
C’è chi infatti documenta gli scontri a fuoco sui vari fronti, in prima linea, e chi invece raccoglie immagini nella speranza che esse possano essere presto utilizzate quale prova da esibire nei tribunali internazionali che dovranno essere costituiti per indagare e giudicare i crimini di guerra e le atrocità commesse. Ma tutto ciò richiede un rigore particolare nelle riprese. E un loro confronto serrato. Ad esempio, spiega il Post, “gli investigatori hanno vari metodi per verificare le immagini open source. Ogni file contiene metadati associati, una firma digitale che fornisce indizi su quando il file è stato creato o su quale tipo di dispositivo. I video e le foto vengono condivisi e ricondivisi più volte online, a volte anche in modalità che mascherano o sovrascrivono i metadati originali del file”. E così, “se i dati sulla posizione non sono inclusi nei metadati di un file, i ricercatori cercano allora i marcatori nel filmato stesso che potrebbero indicarne la posizione”. Tant’è che i punti di riferimento, il tempo e persino le ombre “vengono analizzati e confrontati con filmati satellitari e altre immagini verificate per determinarne la posizione”.
I ricercatori spesso sono costretti a seguire un lungo quanto contorto percorso online per trovare l'origine di un file. Ma ne vale la pena per certificarne l’origine e la correttezza delle riprese in sé.