AGI - "Il nostro Parlamento europeo è fermamente contrario alla corruzione. In questa fase, non possiamo commentare alcuna indagine in corso se non per confermare che stiamo cooperando e coopereremo pienamente con tutte le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie pertinenti. Faremo tutto il possibile per favorire il corso della giustizia". Questo il tweet con il quale la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha commentato l'inchiesta per corruzione che ha portato all'arresto della vicepresidente dell'Eurocamera, la greca Eva Kaili, e di quattro cittadini italiani, tra cui Antonio Panzeri, ex deputato di Articolo 1, e Luca Visentini, segretario generale dell'Ituc, organizzazione internazionale dei sindacati.
Figurano poi nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell'ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quinta persona fermata è invece direttore di un'Ong che opera a Bruxelles la cui identità non è stata resa nota.
I cinque fermati sono accusati di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro al Parlamento europeo in un'inchiesta legata - a quanto si apprende - a presunte somme di denaro versate dal Qatar per influenzare la politica comunitaria in vista dei Mondiali. Gli indagati stanno testimoniando oggi davanti al giudice belga che si occupa del caso, ha dichiarato un portavoce della Procura federale. Dopo aver raccolto la loro deposizione, il magistrato, Michel Claise, deciderà domani se convalidare l'arresto o meno.
Mezzo milione in contanti nella dimora di Panzeri
"Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo", ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia né il nome del Paese né tantomeno le identità delle persone coinvolte. La corruzione sarebbe avvenuta "versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all'interno del Parlamento europeo", ha spiegato la Procura.
Nell'ambito dell'operazione, condotta dalla Squadra anticorruzione della polizia giudiziaria, sono state perquisite sedici abitazioni (tra cui quella della vice presidente Kaili) e sono stati sequestrati circa 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila trovati - sempre secondo i media citati - in casa di Panzeri, oggi presidente dell'associazione Fight Impunity, dedita alla lotta all'impunità per gravi violazioni dei diritti umani o crimini contro l'umanità.
Borse di denaro anche a casa di Kaili
Sarebbero state trovate borse piene di contanti anche in casa di Kaili, riporta il quotidiano belga L'Echo. La flagranza di reato ha consentito all'autorità giudiziaria di fermare l'eurodeputata senza prima ottenere l'autorizzazione dal Parlamento europeo per la sospensione della sua immunità. L'Echo riporta che è stato fermato anche il padre di Kaili, che stava cercando di partire con una borsa piena di banconote.
I legami coi Mondiali
Secondo fonti informate, le indagini si focalizzano sul Qatar e in particolare sull'organizzazione dei Mondiali in corso. Nel frattempo si sono innescate le prime reazioni politiche. Il partito socialista greco ha espluso l'eurodeputata Kaili e ha chiesto le sue dimissioni. Il Gruppo S&d al Parlamento europeo ha preso le distanze, richiamando alla "tolleranza zero nei confronti della corruzione" e promesso "la massima collaborazione con le autorita'".
L'opposizione è già all'attacco: Ppe e Lega chiedono di fare chiarezza; il M5s vuole le dimissioni da vice presidente di Kaili: a questo punto passo scontato.