AGI - Con sismometri, spettrometri, inclinometri, unità Gps e altri strumenti all'avanguardia il vulcano Mauna Loa, che è tornato ad eruttare dopo 38 anni che non accadeva, “è uno dei vulcani meglio sorvegliati degli Stati Uniti”, scrive il New York Times, anche se ciò che accade all’interno è per lo più ignoto e non è davvero facile scrutarne le intenzioni. "Mauna Loa è una bestia", l’ha definito Weston Thelen, vulcanologo dell'Usgs che ha monitorato la montagna dal 2011 al 2016.
Al di là all’effetto spettacolare che in questi giorni sta attirando l’attenzione internazionale e la preoccupazione per la sicurezza in genere, date le molte incognite, tra gli scienziati c’è in ogni caso forte eccitazione per il desiderio di raccogliere dati utili per approfondirne la conoscenza. "La nostra missione principale è mitigare scientificamente questi rischi", ha affermato il dottor Jim Kauahikaua, un vulcanologo dell'USGS Hawaiian Volcano Observatory. "Un'eruzione è sempre emozionante, ma impariamo a moderare la nostra eccitazione e lavoriamo professionalmente verso la nostra missione principale". Cioè studiare il “fenomeno”. Questo perché “la maggior parte dei vulcani si forma al di sopra dei confini delle placche tettoniche della Terra, dove le collisioni e le separazioni possono creare aree anomale nella crosta e nel mantello superiore attraverso le quali la roccia, fusa e meno densa dal calore proveniente dal nucleo del pianeta, può penetrare in superficie”. Però le isole hawaiane distano 2000 miglia dal confine tettonico più vicino e la loro esistenza ha lasciato perplessi i geologi per secoli.
Nel 1963, per esempio, un geofisico di nome John Tuzo Wilson sostenne che le isole, che sono ricoperte da strati di pietra vulcanica, si trovassero sopra un pennacchio di magma, che si forma quando la roccia dal profondo ribolle e si accumula sotto la crosta. Motivo per cui questo "punto caldo" spinge continuamente verso la superficie, a volte irrompendo attraverso la placca tettonica, fondendo e deformando la roccia circostante mentre procede. La placca si sposta nel corso di milioni di anni mentre il pennacchio di magma rimane relativamente fermo, creando nuovi vulcani in cima alla placca e lasciando dietro di sé quelli inattivi. I risultati sono arcipelaghi come la catena di montagne sottomarine Hawaiian-Emperor e parti dell'altopiano islandese.
Annota il quotidiano: “Alcune conferme sono arrivate relativamente di recente, negli anni 2000, dopo che gli scienziati hanno iniziato a posizionare i sismometri, che misurano le onde di energia terrestre, sul fondo dell'oceano". John Orcutt, un geofisico dell'Università della California, a San Diego, ha affermato che i sismometri hanno fornito una radiografia del pennacchio di magma che si alza sotto le Hawaii. Gli strumenti sono stati in grado di leggere con precisione la direzione e la velocità del flusso del magma; i risultati indicavano clamorosamente la presenza di un punto caldo”, il quale ha probabilmente fomentato l'attività vulcanica per decine di milioni di anni, sebbene sia arrivato nella sua posizione attuale sotto il Mauna Loa solo circa 600.000 anni fa. E finché rimane lì, ha detto Orcutt, produrrà in modo affidabile attività vulcanica. "Poche cose sulla Terra sono così prevedibili, non si può trattenere il magma per sempre", ha aggiunto.