AGI - - Non è di certo il primo vertice Ue-Balcani occidentali. Ma è il primo che si tiene nella regione. Quello di martedì 6 dicembre a Tirana sarà un passo decisivo, per non abusare del termine 'storico', per riavvicinare i sei Paesi della regione al Blocco dei ventisette. E allontanarli dai tentativi d'influenza di Mosca e Pechino. Che finora hanno dimostrato un preoccupante successo, in particolare sulla Serbia.
Per riuscirci gli Stati dell'Unione metteranno sul tavolo la buona intenzione di procedere spediti con il processo d'integrazione: sono già in corso i colloqui di adesione con quattro dei sei Paesi (Serbia, Montenegro, Albania e Macedonia del Nord). La Bosnia-Erzegovina ha ottenuto il disco verde dalla Commissione per la concessione dello status di Paese candidato. Dovrà essere approvato al prossimo vertice Ue che si terrà il 15 dicembre ma si tratta di un processo già tracciato.
Il Kosovo ha invece annunciato l'intenzione di presentare la propria candidatura all'Ue entro la fine dell'anno. E qui la strada sarà un po' più complicata tenendo conto che Spagna, Grecia, Slovacchia, Romania e Cipro non riconoscono l'indipendenza unilaterale dalla Serbia proclamata nel 2008.
"L'Ue riconferma il suo impegno completo e inequivocabile per la prospettiva dell'adesione all'Ue dei Balcani occidentali e chiede l'accelerazione del processo di adesione che è nel nostro reciproco interesse", si legge nella bozza delle conclusioni.
L'Ue accompagna le buone intenzioni con un miliardo di euro e di investimenti contro la crisi energetica. Cinquecento milioni per le esigenze immediate a ridurre le bollette e altri cinquecento per fare gli investimenti necessari per la liberarsi dalla dipendenza dalla Russia. Inoltre, Bruxelles apre alla partecipazione dei Balcani agli acquisti congiunti di gas e idrogeno in modo da garantirsi una fornitura a prezzi bassi. Infine, verranno firmati accordi sia per l'estensione del roaming dal primo ottobre 2023 e per l'adesione al programma di Erasmus+. Anche con l'intento di limitare le migrazioni.
E proprio sul fronte migrazioni, i Ventisette si presenteranno a Tirana anche con qualche richiesta. Chiederanno agli Stati di collaborare nel controllo dei confini, con il coinvolgimento di Frontex anche alle frontiere interne, e soprattutto con l'allineamento delle politiche dei visti. Un altro punto che riguarda in particolare la Serbia che negli ultimi mesi ha alimentato i flussi della rotta balcanica (triplicati l'ultimo anno) grazie al libero accesso concesso ai cittadini di Tunisia, Egitto, India e Burundi.
Come ogni vertice con i Balcani, non mancheranno elementi di criticità. Il premier albanese, Edi Rama, è chiamato a esercitare tutte le sue abilità diplomatiche per portare allo stesso tavolo la Serbia e il Kosovo. A causa delle crescenti tensioni il presidente serbo, Aleksandar Vucic, aveva inizialmente minacciato di non partecipare all'incontro, per protestare contro la decisione di Pristina di nominare un ministro serbo senza il suo consenso.