AGI - "Da giovedì scorso è iniziato a nevicare e questo non è un campo immaginato per l'inverno". Padre Andrjy, coordinatore del campo profughi di Sykhiv, un quartiere di Leopoli, la città che dall'inizio della guerra ha accolto il maggior numero di profughi in fuga dalle bombe, manifesta subito all'AGI le sue preoccupazioni.
"In questo campo all'inizio c'erano 300 persone - sottolinea il padre salesiano, mentre scarica con altri volontari gli aiuti portati da Mediterranea Saving Humans - ora un po' sono diminuiti perché alcuni sono tornati nelle proprie case e altri hanno preso autonomamente una casa in città".
Mentre parla, la temperatura è sotto zero e i container che ospitano famiglie, bambini anziani e disabili sono ricoperti di neve e l'intero campo e circondato da una fitta nebbia. "Il problema è che questo campo non è adatto all'inverno - insiste preoccupato - qui i bagni sono lontani dalle unità abitative e per arrivarci bisogna attraversare al gelo tutto il campo. Questo ovviamente aumenta il rischio per la salute di persone già molto provate".
Da lontano si intravede una giovane donna in accappatoio che attraversa i moduli abitativi. Don Andryj ci spiega che "anche le donne che lavorano in cucina sono in difficoltà perché lì si gela. Spesso sono costrette anche a distribuire i pasti con la neve che cade nei piatti".
I bombardamenti dei giorni scorsi hanno inciso molto sulle persone del campo, il clima è surreale e c'è un silenzio assordante. "Le bombe sono cadute a 6 km da qui - ci racconta il sacerdote - ma la terra tremava tutta e si vedeva chiaramente il fumo. Tutti scappavano, è stato assurdo".
A pochi metri da questo campo c'è fermento, si lavora alacremente nel tentativo di mettere in piedi in tempo record un nuovo campo, molto più grande e adatto alla stagione invernale. "Dovrebbe essere pronto, forse, già per dicembre - dice preoccupato - lì i bagni saranno in camera e tutti gli impianti idrici saranno isolati per non avere problemi".
"Qui la guerra è come un sottofondo musicale. Abbiamo bisogno di pace, tutta l'Europa ha bisogno di pace perché questa situazione è pericolosa per tutti", conclude il prete.