Il viaggio del New York Times su Ita: "Non un incubo, ma molti disagi"
AGI - Proprio nel giorno in cui il presidente di Ita Airways, Alfredo Altavilla, ha presentato le sue dimissioni dalla carica in vista dell'assemblea dei soci che chiamata a rinnovare il Cda della compagnia controllata al 100% dal Mef, il Washington Post pubblica un servizio dal titolo “Com’è volare con Ita Airways in Italia a un anno dal suo lancio”. Dall’aeroporto JFK a Milano, durata 8 ore.
Dopo aver raccontato e descritto la trasformazione societaria da Alitalia in Ita e la privatizzazione della compagnia di bandiera italiana nel 2009, con dati sul numero dei passeggeri trasportati via via nel tempo (9 milioni dall’ottobre 2021), l’articolo sottolinea che quest’ultimi nell’ultimo anno “hanno anche sperimentato un po' di agitazione”, non ultima quella del congelamento delle funzioni e dei poteri del suo presidente nell’ultima fase del suo mandato.
Però le disfunzioni segnalate dal Times sono altre.
A cominciare dalla prenotazione, perché - scrive il giornalista - “ho prenotato un biglietto di andata e ritorno per $ 646 tramite Google Voli, ma non era del tutto chiaro quale classe di biglietto avessi acquistato; biglietto e ricevuta dicevano semplicemente ‘economica’” in quanto Ita “ha diverse classi: leggera (la più restrittiva), classica, flessibile e premium, che pubblicizza per il 40% in più di spazio per le gambe e 120 gradi di reclinazione del sedile. C'è anche business (a lungo e medio raggio) e superior”.
Osserva il Times: “Come molte altre compagnie aeree, Ita ha varie opzioni per posti a sedere in classe economica a pagamento: da $ 9 fino a $ 140, a seconda della classe, della rotta, del posto.
Nella fascia economica, i viaggiatori devono pagare per qualsiasi tipo di posto. La mia compagna di viaggio (mia madre) e io abbiamo pagato $ 41 a tratta per i nostri due posti.
Se avessi dovuto pagare anche il bagaglio non era chiaro: la ricevuta diceva che era incluso un bagaglio, ma in seguito ho pagato $ 70. Temo d’aver pagato per un bagaglio da stiva in più rispetto al mio unico bagaglio da stiva”.
Ma poi c’è il check-in, per il quale il giornalista del Times ha scaricato l’apposita App, e mentre si trova all’imbarco improvvisamente “la destinazione sugli schermi in alto del cancello cambia inspiegabilmente da Milano a Roma. La Città Eterna è davvero adorabile – annota – ma non è dove dobbiamo andare”.
Non mancano poi le annotazioni sul servizio per il cibo: “La mia carne è una specie di stufato di manzo, servito con un contorno di fagiolini verdi freddi conditi con una fetta di prosciutto e un panino che sembrava piuttosto stantio. Le ‘lasagne’, invece, su questo volo spiccatamente italiano non sembrano affatto lasagne, ma piuttosto una spanakopita greca. Anche se per essere onesti, lo spanakopita è davvero un piatto a strati ripieno di formaggio”.
Infine il verdetto del New York Times: “La nostra esperienza di viaggio su Ita è stata un miscuglio di cose e sensazioni, certamente non un incubo. Il nostro volo è stato relativamente regolare, è partito in orario ed è arrivato in anticipo. Tuttavia, non farei di tutto per riprendere un altro volo con Ita”.