AGI - Manca un filo conduttore sulle prime pagine internazionali di oggi, che presentano scelte molto diversificate. Così, se la stampa americana si concentra prevalentemente sulla causa in corso davanti alla Corte suprema per l’abolizione del meccanismo che consente l’accesso di neri e ispanici nelle università più prestigiose, quella europea guarda invece per lo più a polemiche politiche interne, come in Gran Bretagna quella sulla ministra Suella Braverman o in Spagna quella sulla giustizia. Alcune testate, come Le Monde e la Frankfurter Allgemeine Zeitung, riflettono invece sulla vittoria di Lula alle presidenziali brasiliane. Per la stampa cinese, infine, la notizia principale è il colloquio telefonico tra il ministro cinese degli Esteri e il segretario di Stato Usa.
Washinton Post
La Corte Suprema degli Usa potrebbe limitare le procedure di ammissione che garantiscono la diversità razziale nelle università americane: è la preoccupazione del Washington Post, che dedica il posto d’onore della sua prima pagina all’udienza, svolta ieri, e su ricorsi relativi alle università di Harvard e di Chapel Hill, in Nord Carolina. Il tema del contendere è se la razza debba essere o meno tra i molti fattori con cui si valutano le domande di iscrizione. La giurisprudenza costante della Corte è stata favorevole, con lo scopo di garantire a studenti di colore una certa quota di immatricolazioni. Ora la maggioranza di giudici che domina la Corte potrebbe cambiare le cose, e il Post si chiede “cosa significherebbe per altri college d'élite e università statali di punta che affermano che fare affidamento solo sui voti e sui punteggi dei test potrebbe comportare un drastico calo degli studenti neri e ispanici”. Non a caso, quella di ieri, dedicata alla discussione dei due casi, è durata cinque ore ed “è stata l'udienza più polarizzante e la lunghezza del dibattito ha rappresentato uno straordinario investimento di tempo per la Corte, dove, in genere, le discussioni durano un'ora”, sottolinea il giornale. Tra gli altri titoli in risalto, l’Ucraina con la pioggia di missili russi su Kiev e le altre città, l’annuncio dell’inaugurazione il 15 novembre dell’attesa nuova linea della metropolitana di Washington, e un’analisi sulle crescenti preoccupazioni dei parlamentari americani per l’uso che Elon Musk, considerato “troppo potente e irresponsabile”, potrebbe fare di Twitter.
New York Times
Il crollo del ponte che in India ha causato la morte di 134 persone è la notizia di apertura sul New York Times, che titola sulla “passeggiata serale finita in tragedia” a Morbi, città dello Stato del Gujarat. Di spalla, accanto alla fotografia del disastro, trovano posto due fatti americani, le indagini sull’attacco a martellate contro il marito della speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, e il previsto cambio di orientamento della Corte suprema sulle quote per neri e ispanici nelle università. Se la Corte dichiarasse illegittimo dar considerare l’appartenenza razziale tra i titoli di ammissione, sottolinea il Nyt, “sarebbe la seconda volta nell'arco di un anno che la sua super maggioranza conservatrice si discosta da una giurisprudenza di decenni per ribaltare una linea che ha contribuito a definire la vita americana. Ma – prosegue il giornale - come è apparso chiara con la decisione di giugno sull'eliminazione del diritto costituzionale all'aborto, i membri di quella maggioranza non esitano a compiere passi audaci su questioni divisive”. In ogni caso, rileva il Nyt, “sarebbe un'ulteriore prova dello spostamento a destra della Corte dopo le nomine fatte da Trump”. Tra gli altri argomenti, si segnalano l’Ucraina e le elezioni di midterm.
Wall Street Journal
Il peso del fattore razziale nell’ammissione alle più prestigiose università americane riguarda più in generale “il ruolo della razza nella società americana” scrive il Wall Street Journal, che dà il principale titolo della sua prima pagina al procedimento, in corso davanti alla Corte Suprema, riguardante l'Università della Carolina del Nord, e quella di Harvard College. “La decisione del tribunale, attesa prima di luglio, potrebbe imporre una revisione dei criteri di ammissione che hanno favorito i candidati neri e ispanici, nonché atleti e figli di ex alunni, donatori e dipendenti”, sottolinea il Wsj e osserva che “i giudici liberali hanno sottolineato il significato della diversità in tutta la società mentre i conservatori si sono opposti alla classificazione degli individui per razza”. Ma, aggiunge il giornale, “ogni membro della Corte ha frequentato un college selettivo e quasi tutti le loro alma mater hanno presentato memorie in cui esortano a mantenere le attuali pratiche di ammissione”, in cui l’appartenenza razziale viene tenuta in considerazione. In evidenza anche l’inflazione dell’Eurozona, che a ottobre ha raggiunto il livello record del 10,7%, segno “delle sfide che la Banca centrale europea deve affrontare dopo aver segnalato un prossimo rallentamento nel ritmo degli aumenti dei tassi”. A centro pagina spicca la notizia dell’ordinanza con cui un giudice federale ha proibito al colosso editoriale Penguin Random House di acquisire per 2,18 miliardi di dollari l’altra grande casa editrice Simon&Schuster, perché, come aveva eccepito il Dipartimento della Giustizia, ciò gli darebbe una posizione dominante sul mercato a danno della libera concorrenza.
Financial Times
La cauta reazione dei mercati alla vittoria di Lula nelle presidenziali brasiliane, con un modesto apprezzamento del real, la valuta nazionale, nei confronti del dollaro, è in fascia alta sulla prima pagina del Financial Times dove però il titolo più grosso è per la crisi del produttore britannico di batterie Britishvolt “sull’orlo del fallimento” dopo che il governo ha respinto la sua richiesta di un finanziamento di salvataggio da 30 milioni di sterline, per evitare una paralisi per mancanza di liquidità. L’azienda avrebbe dovuto realizzare a Blyth, nel Nord dell’Inghilterra, una gigafactory da 3,8 miliardi di pound ma ora, scrive il giornale, “finisce il sogno, promosso dall’ex primo ministro Boris Johnson, di un alfiere delle batterie nato qui e per il Regno Unito, e si apre però la strada a un produttore più solido che possa prendere in carico il progetto dell’impianto nel Northumberland”. Più in basso, spazio alla nuova polemica che investe la ministra britannica dell’Interno, Suella Braverman: già sotto attacco nel breve governo Truss per aver inviato dalla sua email personale documenti riservati, ora viene accusata dall’ispettore generale della polizia di frontiera di violazioni della legge nel trattamento dei migranti, per le condizioni di sovraffollamento dei centri di prima accoglienza e per il mancato accesso ad un’adeguata assistenza legale durante le lunga detenzione cui sono sottoposti dopo l’ingresso clandestino in Gran Bretagna.
The Times
La bufera sulla ministra britannica dell’Interno, Suella Braverman, è la notizia del giorno per il Times. Il titolo è sull’”allarme” suscitato tra i Tory dalla sua “retorica” sull’immigrazione. Ha parlato di “invasione” e questo secondo il Times non è piaciuto a molti parlamentari conservatori, convinti che queste parole fomentino l’estremismo di estrema destra. Braverman ha usato torni drammatici durante il suo intervento ai Comuni per rispondere alle accuse, che potrebbero costarle il posto, sull’illegale trattamento dei migranti nel centro di accoglienza di Manston, nel Kent. La ministra ha reagito attaccando, ha ammesso che il sistema di accoglienza è “a pezzi”, ma ha sostenuto che la ragione è che “l’immigrazione è fuori controllo”, ha negato di non aver ascoltato chi gli suggeriva di trasferire i migranti da Manston, e si è dipinta come la vittima di “una caccia alla strega” imbastita da oppositori politici che “vogliono sbarazzarsi di me”. Un atteggiamento che ha sconcertato i parlamentari Tory: uno di loro, sir Roger Gale, nel cui collegio ricade Manston, ha condannato “la retorica incendiaria che racchiude grandi pericoli” perché “gli estremisti si aggrappano a parole simili”. E per un ex ministro conservatore dell’Interno, di cui il Times non fa il nome, ai Comuni Braverman “ha solo dimostrato di essere una canaglia”.
Le Monde
L’elezione di Lula alla presidenza del Brasile è “un sollievo per il mondo”, secondo Le Monde, che mette in apertura il ritorno del leader della sinistra alla guida del gigante sudamericano. Il giornale, che nei giorni scorsi aveva descritto le elezioni brasiliani come decisive per il salvataggio dell’Amazzonia e quindi per il clima, saluta la sconfitta di “Jair Bolsonaro, dopo un mandato di tumulto e furia, caratterizzato da una gestione catastrofica della pandemia di Covid-19, dalla devastazione dell'Amazzonia, dagli attacchi alla democrazia e da un flusso continuo di dichiarazioni razziste, sessiste e omofobe”. Lula, sottolinea il quotidiano, “ha promesso di ripristinare la pace e l'unità, minate dalla presidenza uscente, che scadrà il primo gennaio 2023. Si è inoltre impegnato a lottare contro la povertà crescente e contro la fame, che è tornata, a rimettere il rispetto per l'ambiente al centro della sua azione e ripristinare il posto del Brasile sulla scena internazionale. La sua grande esperienza politica non sarà inutile per superare gli ostacoli”. Il giornale, poi, insiste ancora oggi in prima pagina nelle sue critiche a Elon Musk e alla sua “folle saga” con Twitter.
Le Figaro
Le Figaro si lancia all’attacco, nel titolo portante della sua prima pagina di oggi, di “quegli ambientalisti radicali che fanno la scelta della violenza”. Il giornale individua il fenomeno di “azioni di forza che si moltiplicano sotto la copertura della difesa dell’ambiente, condotte da attivisti dell’estrema sinistra abituati alla disobbedienza civile”. Tra gli esempi che il quotidiano elenca, “gettare zuppa su un Van Gogh, attaccarsi con la colla a un'auto di lusso, saccheggiare un campo da golf e quindi organizzare una rivolta attorno a un bacino idrico”. Secondo Le Figaro, “non c'è bisogno di invocare il riscaldamento globale per giustificare questo crollo della razionalità, di usare il pretesto dell'emergenza ecologica per legittimare questo nichilismo adolescenziale”, perché “dietro l'eco-sinistra c'è sempre la stessa lotta di classe, lo stesso desiderio di insurrezione, lo stesso fanatismo decostruttivo”, una “logica rivoluzionaria basata come al solito su un discorso apocalittico vestito di buoni sentimenti”.
El Pais
Punta sulla politica interna El Pais, che mette in apertura lo scontro sulla giustizia tra il governo del premier socialista Sanchez e i popolari guidati da Feijòo, che dopo la proposta di legge governativa per dimezzare le pene per il reato di associazione sovversiva hanno di fatto paralizzato l’attività del Consiglio generale del potere giudiziario, il Csm spagnolo, prolungando così lo stallo iniziato a luglio sulla nomina di due nuovi giudici della Corte costituzionale. Il governo cerca un modo per aggirare questo blocco, scrive El Pais, secondo cui in seno al Consiglio sono in corso trattative per giungere alla designazione dei componenti della Corte costituzionale. In risalto anche il primo omaggio pubblico reso ieri dallo Stato alle vittime del franchismo, mentre tra le notizie internazionali restano in primo piano la vittoria di Lula alle presidenziali in Brasile e l’Ucraina. Un piccolo spazio anche per l’uccisione del capo ultrà dell’Inter e per quello che secondo il giornale è stato “lo sgombero forzato” delle gradinate dello stadio Meazza, dove si giocava Inter-Sampdoria, imposto a tutti gli spettatori dal tifo organizzato in segno di lutto: “Allo stadio comanda la mafia”, dice il titolo.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
La vittoria di Lula in Brasile si deve soprattutto ai “tratti distintivi” di Bolsonaro, ma “è una vergogna per la politica brasiliana che gli elettori non abbiano avuto altra scelta se non quella tra due politici molto odiati”, osserva la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che in apertura riflette sul risultato delle presidenziali. Il quotidiano tedesco ricorda che “quando Jair Bolsonaro è stato eletto presidente nel 2018, molti brasiliani si sono sentiti liberati da Luiz Inácio Lula da Silva e dal suo partito laburista, PT, che ha governato il Brasile per oltre 13 anni” ed è stato travolto da “un gigantesco scandalo di corruzione”. Lula “andò in prigione e sembrava politicamente morto e l'odio che si era accumulato contro di lui e il suo partito fu il terreno fertile per Bolsonaro”. Domenica scorsa si è visto “il capovolgimento del 2018: i brasiliani erano ormai, con una sottile maggioranza, pronti a riportare Lula da Silva per liberarsi di Bolsonaro”, secondo la Faz, che stigmatizza l’incapacità della politica brasiliana di esprimere una nuova leadership credibile.
China Daily
La telefonata tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, è in grande evidenza sul China Daily, secondo cui “nel colloquio diplomatico di più alto livello dopo la conclusione del ventesimo congresso del Partito comunista cinese”, si è parlato di “rimettere in carreggiata le relazioni sino-americane e tenere a galla la cooperazione” tra i due Paesi, dopo le “crescenti tensioni di quest’anno per le provocatorie visita a Taiwan di parlamentari americani e per gli atti ostili degli Usa contro la Cina in vari ambiti”. Il giornale sottolinea che per Wang risanare il dialogo bilaterale, “non solo servirà gli interessi comuni di entrambi i paesi, ma soddisferà anche le aspettative diffuse nella comunità internazionale", ma osserva che “Washington dovrebbe smettere di contenere e reprimere la Cina e smettere di creare nuovi ostacoli”. Anche perché, “dati lo sviluppo e i progressi della Cina negli ultimi anni, la Cina sta ancora andando avanti nonostante la crescente ostilità di Washington, il che dimostra che nessun Paese può contenerla efficacemente”, osserva il giornale.
Quotidiano del Popolo
Il colloquio telefonico tra il ministro cinese degli Esteri e il segretario di Stato americano è tra le notizie del giorno per l People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, che mette l’accento sul monito rivolto dal rappresentante di Pechino alla controparte statunitense a non lasciarsi “accecare dall’ideologia” nelle relazioni bilaterali. In commento pubblicato anche dal Global Times, si legge che la conversazione “è servita a dimostrare che la politica della Cina nei confronti degli Usa è coerente e che è impegnata a perseguire relazioni stabili e costruttive pur essendo pronta a difendere i propri interessi di fronte alle provocazioni statunitensi”. E, aggiunge l’editoriale, “Se gli Stati Uniti vogliono veramente conoscere la Cina, dovrebbero leggere attentamente la relazione di Xi Jinping” al ventesimo congresso del Pcc, invece di “fare congetture soggettive, farsi accecare dal suo pregiudizio ideologico”. In risalto sul giornale anche l’incontro di ieri a Pachino tra Xi Jinping e il capo del Partito comunista del Vietnam, Nguyen Phu Trong.