AGI - Il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato che Teheran non rimarrebbe "indifferente", nel caso diventasse evidente che la Russia sta utilizzando droni di fabbricazione iraniana in Ucraina.
Le sue parole arrivano dopo che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che la Russia ha ordinato circa 2 mila droni dall'Iran, gli stessi che secondo Kiev ha utilizzato nei suoi recenti attacchi anche contro civili in Ucraina.
"Siamo contrari ad armare sia la Russia che l'Ucraina", ha ribadito il capo della diplomazia della Repubblica islamica, Hossein Amirabdollahian, come riportano i media locali. "Non abbiamo fornito alla Russia armi o droni da utilizzare nella guerra contro l'Ucraina", ha continuato, pur riconoscendo che i due Paesi hanno una cooperazione in materia di difesa.
Il ministro ha riaffermato la volontà dell'Iran di avere colloqui diretti con l'Ucraina sulla questione e ha affermato di averlo comunicato al capo della politica estera europea, Josep Borrell, nei giorni scorsi. "Ho sottolineato con Borrell che se diventa chiaro per noi che la Russia ha utilizzato droni iraniani nella guerra contro l'Ucraina, non saremo sicuramente indifferenti a questo problema", ha detto Amirabdollahian.
Mosca respinge le accuse
La Russia, da parte sua, respinge le accuse. Come ha dichiarato il vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo, Konstantin Vorontsov, "ancora una volta, respingiamo categoricamente le accuse infondate dei Paesi occidentali sulle presunte forniture di veicoli aerei senza pilota iraniani alla Russia in violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".
Parlando durante la prima commissione per il disarmo e la sicurezza internazionale della 77esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Vorontsov ha aggiunto che le ragioni di queste insinuazioni propagandistiche sono molto chiare, poiché "Washington, che ha violato in modo flagrante la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ritirandosi unilateralmente dal JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action, l'accordo sul nucleare iraniano del 2015, ndr) nel 2018, ha semplicemente inventato un'altra comoda scusa per smantellare definitivamente l'accordo".
"Queste azioni irresponsabili porteranno inevitabilmente a un aumento delle tensioni nella regione del Golfo Persico", ha commentato il ministero degli Esteri russo in una dichiarazione pubblicata sul suo sito web.
"La Federazione russa si aspetta che il Segretariato delle Nazioni Unite fornisca una conferma esaustiva che non intende violare la Carta delle Nazioni Unite. In caso contrario, trarremo le dovute conclusioni sulla sua imparzialità e potremmo riconsiderare l'intera serie di relazioni con esso", secondo la nota della diplomazia russa.