AGI - Molto assortito il ventaglio di argomenti in primo piano oggi sui principali quotidiani internazionali, che fanno scelte diversificate per le loro aperture. Così, ad esempio, se il New York Times continua a puntare sull’Ucraina, il Washington Post presenta in evidenza una sua esclusiva sulle centinaia di ex alti ufficiali delle forze armate americane che oggi lucrano con ricche consulenze in Paesi nel mirino per le violazioni dei diritti umani, mentre il Times fa titolo con i tagli della spesa pubblica che costeranno caro ai cittadini britannici, e Le Figaro punta i riflettori sul caso della dodicenne ammazzata a Parigi da un’immigrata algerina irregolare. Scontata, sulla stampa cinese, la massima attenzione sul congresso del Partito comunista.
Washington Post
Più di 500 militari statunitensi in pensione, tra i quali decine di generali e ammiragli, hanno accettato a partire dal 2015 incarichi da governi stranieri, soprattutto in Paesi noti per violazioni dei diritti umani e repressione politica, tra i quali l’Arabia Saudita. Lo ha scoperto il Washington Post, che di questa sua inchiesta fa il titolo principale di prima pagina. Secondo il quotidiano, sono 15 gli ex alti ufficiali delle forze armate americane, tutti con grado di generale o ammiraglio, che dal 2016 lavorano come consulenti profumatamente pagati per il ministero della Difesa saudita, guidato personalmente dal principe ereditario Mohammed bin Salman, il sovrano de facto del regno, che secondo le agenzie di intelligence statunitensi nel 2018 approvò l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, editorialista del Post, ucciso e fatto a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul. Dai documenti che il giornale ha visionato, tra i consulenti di bin Salman figurano l’ex generale dei Marine James L. Jones, che fu consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Barack Obama, e l’ex generale dell'esercito Keith Alexander, che fu a capo dell’Nsa, l'agenzia per la sicurezza nazionale sotto Obama e poi con George W. Bush.
“I governi stranieri – scrive il Post - da tempo promuovono i loro interessi a Washington pagando avvocati, consulenti politici, analisti di think tank ed esperti di pubbliche relazioni americane perché facciano da lobbisti in loro nome. Ma negli ultimi dieci anni il reclutamento di personale militare statunitense in pensione è stato accelerato, data la loro esperienza e influenza politica, dalle monarchie del Golfo, ricche di petrolio, che hanno così aumentato le spese per la difesa e rafforzato le loro partnership per la sicurezza con il Pentagono”. Tra gli altri titoli, si segnalano un focus sulla crisi dell’economia tedesca causata dalla guerra in Ucraina e l’allarme dei virologi americani per due nuove sotto varianti del Covid.
New York Times
Fedele alla linea tenuta fin dall’inizio del conflitto, il New York Times tiene sempre alta in prima pagina l’Ucraina dove “incombono disagi invernali mentre il Cremlino prende di mira le infrastrutture”. Gli attacchi con droni contro le città ma anche contro la rete elettrica segnano secondo il Nyt una “nuova fase della guerra”, che potrebbe lasciare “milioni di persone prive dei servizi essenziali”.
Tra gli altri titoli, l’orientamento della Fed a un rialzo dello 0,75% dei tassi di interesse il mese prossimo per proseguire l’azione di contenimento dell’inflazione, un approfondimento sul dibattito tra politica e medicina per una chiara definizione giuridica dell’aborto, e un’analisi sulla politica italiana, che il Nyt vede così: “Il futuro dell’Italia guidata dalla destra appeso a un miliardario premier del passato”, ossia un Silvio Berlusconi “dal sorriso congelato su un volto di cera”. Il giornale si concentra sulle tensioni di questi giorni tra l’ex presidente del Consiglio e Giorgia Meloni, “il cui futuro dipenderà dal sostegno del miliardario magnate televisivo”. E non solo il futuro della leader di Fratelli d’Italia, secondo il Nyt, “ma anche la salute della democrazia italiana”.
Wall Street Journal
Il crollo dei profitti del gruppo bancario Goldman Sachs ottiene il titolo di maggiore evidenza sulla prima pagina del Wall Street Journal: nel terzo trimestre gli utili sono calati del 43%, il peggior dato tra quelli delle grandi banche, che spinge la società a una radicale riorganizzazione. Goldman Sachs, spiega il Wsj, ha pagato la sua “alta dipendenza” dal settore degli investimenti, che ha sofferto per l’ondata ribassista delle Borse mondiali.
L'ampia ristrutturazione annunciata ieri dalla banca ha appunto lo scopo di cambiare questa sua caratteristica: Goldman Sachs perciò fonderà in un'unica unità le sue attività di investment banking e di trading, e accorperà in un’altra unità e quelle di fonderà la gestione patrimoniale e finanziaria. L’ad David Solomon, scrive il Wsj, punta a spostare il nocciolo di Goldman dalle unità di Wall Street, ad alto rischio e alto rendimento, che finora l'hanno caratterizzata, verso attività che generano commissioni costanti indipendentemente dall'andamento dei mercati. In risalto anche la ripresa di Netflix, che dopo il calo di utenti inverte la tendenza e conquista nel terzo trimestre 2,4 milioni di nuovi abbonati. L’abituale grande fotografia di prima pagina oggi è per le proteste ieri in Francia contro il carovita.
Financial Times
“Gli utili della banche sono sulla linea del fuoco mentre Hunt cerca i 40 miliardi di fondi che mancano”: il Financial Times usa questa metafora bellica, come se le banche fossero soldatini esposti ai cecchini nemici, per dare il posto di maggior evidenza sulla sua prima pagina alle ipotesi del governo britannico di nuove tasse per gli istituti di credito. Una cui pensa il nuovo ministro del Tesoro Hunt, che sta sempre più spostando il timone su una rotta opposta ai tagli fiscali decisi dalla premier Truss così maldestramente da far precipitare sterlina e titoli di Stato.
Nella manovra di bilancio che presenterà il 31 ottobre per tappare il buco dei conti pubblici, Hunt introdurrà generalizzati aumenti delle imposte e per le banche si potrebbe arrivare a un’aliquota del 33% dall’attuale 27%. Il ministro, inoltre, procederà a una drastica revisione della spesa dei ministeri e ieri, riferisce Ft, ha avvertito i colleghi di prepararsi all’austerità. Il che “sta causando nuove tensioni nel governo”, con il segretario alla Difesa, Wallace, e il suo vice, Heappey, pronti alle dimissioni se venisse meno l’aumento della spesa militare al 3% del Pil, cui la Truss si era impegnata. In rilievo anche l’Iran, dove si dissolve il caso dell’atleta Elnaz Rekabi, specialista di arrampicata sportiva che ha gareggiato senza il velo e che secondo i dissidenti era stata arrestata: non è vero, come lei stessa ha dichiarato, scusandosi “per aver creato allarme” e definendo “un errore” non aver coperto i capelli durante la gara: il che, secondo Ft, fa comunque pensare che il regime l’abbia intimidita.
The Times
La manovra finanziaria che il nuovo ministro britannico del Tesoro Hunt si prepara a varare per rimediare al disastro dei tagli fiscali della premier Truss è il tema del giorno anche sul Times, che punta però più sulla stretta della spesa pubblica che non sulle nuove tasse. Il giornale titola sul rinvio del tetto massimo ai contributi previdenziali versati dai lavoratori, una riforma sociale di cui l’ex premier Johnson aveva fatto una bandiera Tory: Hunt vuol farla slittare di un anno per non ridurre le entrate nel momento cui il governo deve tappare un buco da 40 miliardi di pound nei conti pubblici.
E non è la sola decisione che “fa venire le lacrime agli occhi”, scrive il Times, secondo cui Liz Truss sarebbe orientata a rimangiarsi l’adeguamento delle pensioni all’inflazioni, impegno irrinunciabile invece per i Tory, tra i quali si accresce così l’avversione per la leader, sempre più accerchiata a poco più di un mese dal suo arrivo a Downing Street. Spazio in prima pagina anche all’Ucraina, dove gli attacchi russi con i droni, dice il titolo, hanno distrutto il 30% delle rete elettrica.
Le Monde
Sono ore decisive per il varo del bilancio in Francia, e per Le Monde è questo il tema principale: all’Assemblea nazionale si combatte “l’ultima battaglia”, dice il titolo, prima che il governo ricorra all’articolo 49, terzo comma della Costituzione, che gli consente di far entrare in vigore una legge senza alcun voto parlamentare, a meno che non venga sfiduciato entro tre giorni. E’ ormai scontato che il governo, privo di una maggioranza, userà questa tagliola, ma resta da vedere su quale bilancio. Quindi, spiega il giornale, i partiti lottano per riuscire a inserire nel testo i loro emendamenti. Il governo, scrive il quotidiano, è disposto ad accettare soltanto “emendamenti simbolici”, che non stravolgano l’impianto del bilancio né ne spostino la direzione.
Il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha fatto sapere che non verrà in alcun modo introdotta la tassa temporanea sui “super dividendi”, richiesta dal Movimento Democratico, il partito liberale centrista di Bayrou. No anche al ripristino dell’Isf, imposta sui patrimoni, con conseguenti accuse a Macron di favorire i ricchi. Tra gli altri titoli, quello dei libri rari spariti misteriosamente dalla biblioteca Doucet di Parigi, piccolo scrigno delle edizioni antiche: un caso che fa tornare in mente quello della biblioteca dei Girolamini di Napoli.
Le Figaro
Bilancio in apertura anche su Le Figaro, che fa un titolo ‘politico’ sul governo senza maggioranza e “costretto” a usare la norma costituzionale che lo abilita a varare una legge anche senza l’approvazione del Parlamento. Ma è un altro l’argomento che spicca in prima pagina, l’omicidio di Lola, studentessa dodicenne uccisa atrocemente a Parigi da un’algerina di 24 anni, apparentemente senz’altra ragione che la follia. Ma l’immigrata assassina era colpita da un ordine di espulsione non eseguito e questo ha acceso una polemica politica, in cui Le Figaro si schiera perché tacere “sarebbe osservare un silenzio colpevole”, liquidare il caso come “un brutto incontro” sarebbe “cedere alla codardia” e il dolore per la giovanissima vittima “non preclude il dibattito” in cui “indignazione non è necessariamente sinonimo di strumentalizzazione”. Il giornale invoca una stretta sulla gestione degli stranieri irregolari perché “in nome di Lola, lo Stato deve essere avvertito che deve correggere i suoi errori”: nel 2021, ricorda Le Figaro, solo il 6% delle espulsioni è stato eseguito, e la tendenza è al calo progressivo considerato che quattro anni fa il dato era del 14%.
El Pais
Politica interna in primo piano su El Pais, con il faccia a faccia in Senato tra il premier Pedro Sanchez e il leader del Partito popolare Alberto Feijoo. E’ stato un confronto, osserva il giornale, “senza alcuna riflessione da parte del capo dell'opposizione e candidato al governo sull'eccezionale e critica situazione che Spagna ed Europa stanno vivendo per gli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina lanciata da Putin (e la causa immediata del costo alle stelle dell'energia e del peggioramento dell'inflazione)”.
Mentre Sanchez, “in un intervento senza quasi nessuna novità ha fatto ancora una volta un elenco dettagliato dei pacchetti destinati ad alleviare gli effetti della guerra” e “si è concentrato sul rivendicare la leadership della Spagna nella discussione sul modello elettrico in Europa”. Ma “la buona notizia” è che “nulla sembra essersi rotto in modo da mettere in pericolo la trattativa in corso tra i due maggiori partiti per rinnovare una volta per tutte il Consiglio generale del potere giudiziario (il Csm spagnolo, ndr) e Corte costituzionale”. In risalto anche l’Ucraina dove gli attacchi russi con i droni hanno colpito duramente la rete elettrica e “lasciato senza luce centinaia di migliaia di persone”.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
In apertura sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung resta anche oggi la decisione del cancelliere Scholz di prorogare fino al prossimo 15 aprile l’attività delle tre centrali nucleari che avrebbero dovuto essere dismesse a fine anno. La notizia è che i Verdi, partner di maggioranza, hanno annunciato il loro sostegno al proseguimento dell’energia atomica, benché alla loro conferenza nazionale di qualche giorno avessero tracciato una linea rossa sulla condizione di mantenere operativi soltanto due dei tre impianti, escludendo quello di Emsland in Bassa Sassonia.
Ora la capogruppo ecologista Britta Hasselmann ha assicurato che convincerà i deputati a votare sì, “anche se sappiamo che tenere in vita Emsland non è necessario”. Parole rassicuranti per il governo, che vede allontanarsi il rischio di una spaccatura della maggioranza nel voto del Bundestag, che entro novembre dovrà dare il via libera definitivo alla decisione di Scholz. Tra gli altri titoli, con l’Ucraina e il congelamento dei fondi Ue per la Polonia che non rispetta la Carta dei diritti fondamentali, l’apertura della Fiera del libro di Francorte, dove è apparsa evidente la crisi del settore, con il numero di espositori dimezzato e gli editori che lamentano l’aumento dei costi.
China Daily
Le riforme di Xi Jinping sono il propulsore del “miracolo economico” della Cina, assicura il China Daily in un editoriale che correda gli ampi servizi sul ventesimo congresso del Partito comunista cinese, ancora al centro del notiziario del quotidiano. “Contrariamente alle affermazione di alcuni esterni secondo cui la Cina chiuderà la porta alle riforme economiche, la porta della riforma e dell'apertura della Cina si aprirà sempre di più”, scrive il quotidiano, che offre un lungo excursus dei progressi compiuti fin dall’epoca di Deng Xiaoping: un “successo” dovuto al fatto che “il Pcc non solo ha fatto dello sviluppo economico il suo compito centrale, ma è anche pienamente consapevole che solo concentrandosi sullo sviluppo la Cina può ottenere grandi risultati, migliorare i mezzi di sussistenza delle persone e affermare che il socialismo è superiore ad altri sistemi politici”.
Adesso, l'obiettivo “è realizzare la prosperità comune promuovendo uno sviluppo di alta qualità”, e “sotto la guida del Partito, la Cina è pienamente impegnata ad approfondire le riforme e ad aprire ulteriormente l'economia al mondo esterno per promuovere lo sviluppo nazionale e continuare a contribuire alla crescita globale”.
Quotidiano del Popolo
La lotta contro la corruzione, di cui Xi Jinping ha fatto una delle sue leve di potere, è in primo piano tra i servizi dedicati dal People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, al ventesimo congresso del Pcc, che domina la prima pagina. In una riunione, presieduta dallo stesso Xi Jinping, è stata adottata la lista dei candidati a entrare nella Commissione disciplinare centrale, il massimo organo di vigilanza interna del Partito, responsabile del contrasto delle tangenti.
Le autorità disciplinari hanno finora “trattato più di 650.000 casi di corruzione e di cattivi metodi di lavoro nei settori dell'istruzione, dell'assistenza medica, della sicurezza sociale, delle forze dell'ordine e della giustizia e in altri settori riguardanti il sostentamento delle persone”, ricorda il giornale, che cita un sondaggio dell’Ufficio nazionale di statistica secondo cui il 97,4 per cento degli intervistati ritiene che il “rigoroso e pieno autogoverno del Partito sia efficace, con un aumento del 22,4 punti percentuali rispetto al 2012” e circa il 99 “ritiene che le misure adottate dal Partito per migliorare i metodi di lavoro e affrontare la corruzione riflette lo spirito di autoriforma del Partito”.