AGI - Ulf Kristersson, leader conservatore del Partito Moderato, è il nuovo premier svedese, eletto dalla maggioranza assoluta del Parlamento e, per la prima volta, con i voti dell'estrema destra dei Democratici Svedesi. Dopo 8 anni di sinistra al governo, Kristersson subentra alla premier socialdemocratica Magdalena Andersson, che si era dimessa un mese fa in seguito alla vittoria alle elezioni politiche del blocco formato da partiti di destra - tra cui appunto i conservatori - e di estrema destra. Tre giorni fa Kristersson aveva annunciato la formazione di un governo, dopo quasi un mese di trattative che per lui è stato un vero e proprio rompicapo.
Lo scorso 19 settembre aveva ufficialmente ricevuto l'incarico di formare un nuovo esecutivo dal presidente del Parlamento, il Riksdag, Andreas Norlèn. Ancor prima del voto odierno del Parlamento, Kristersson aveva già annunciato che la Svezia costruirà nuovi reattori nucleari, nel contesto di grande insicurezza per la guerra tra Russia e Ucraina e il caro energia.
Classe 1963, originario di Lund, Kristersson ha alle spalle una lunga carriera politica, già ministro delle Finanze dal 2014 e prima, dal 2010 in poi, ministro della Sicurezza sociale. Il suo impegno in politica risale al 1988, quando a 25 anni ha assunto la presidenza della Lega moderata della gioventù, incarico ricoperto fino al 1992.
Dal 1994 al 2000 è stato eletto in Parlamento come deputato per la contea di Stoccolma e dal 2014 al 2017 per quella di Sodermanland. Prima di assumere la leadership del Partito Moderato svedese nel settembre 2017, a seguito delle dimissioni di Anna Kinberg Batra, ha militato per anni come leader dell'opposizione oltre ad essere stato portavoce delle Finanze per la formazione politica di destra.
Al termine di serrati negoziati Kristersson è quindi riuscito a far firmare un accordo tra i tre partiti di destra, gli stessi Moderati, i Cristiano-Democratici, i Liberali di centro destra, che hanno formato un'alleanza e governeranno con l'appoggio dei Democratici di Svezia di estrema destra di Jimmie Akesson, con i quali era in trattativa in realtà dal 2019. Il nuovo esecutivo può quindi contare sull'appoggio di 176 eletti in Parlamento - ovvero i 68 eletti dei Moderati, i 73 dei Democratici di Svezia, i 19 dei Cristiano-democratici e i 16 Liberali - contro i 173 del centro-sinistra, guidato dai socialdemocratici dell'ex premier Andersson.
Il neo premier Kristersson si trova ad affrontare una serie di sfide in casa: la Svezia, nel mezzo di una crisi del costo della vita, potrebbe andare in recessione nel 2023. In questo ultimo anno la regione baltica è stata destabilizzata dalla guerra in Ucraina, con l'incertezza sul fatto che la Turchia accetti o meno la richiesta di Stoccolma di adesione alla Nato. Inoltre la questione climatica ed energetica va trattata in maniera differente e lo stesso discorso vale per il sistema di welfare, messo a dura prova dalla pandemia oltre alle spese da sostenere nel settore della difesa. Per giunta Kristersson è ora alla guida del nuovo gabinetto in un periodo in cui Stoccolma avrà la presidenza di turno dell'Unione europea, dal 1 gennaio prossimo.