AGI - "Le famiglie europee stanno spendendo il 20% delle loro entrate per il cibo e il 15% per l'energia, un totale del 35%. Ma questa è una media, ovviamente ci sono molte famiglie che stanno spendendo quasi il 50% delle loro entrate per l'energia e il cibo" quindi "occorre reagire per aiutarle, ma anche evitare che tale supporto vada a minare gli sforzi di politica monetaria perché è di interesse comune ridurre l'inflazione" e per questo "serve coordinamento" tra le politiche nazionali e l'azione della Bce. Numeri e auspici sono del commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo.
Con l'attuale crisi energetica "abbiamo la stessa preoccupazione che avevamo durante la pandemia perche' gli spazi fiscali sono diversi tra i Paesi membri. Quindi dobbiamo discutere l'eventualità di cercare ulteriori possibili strumenti di finanziamento comune basati sui prestiti per affrontare questi rischi di frammentazione", ha spiegato.
"La Commissione oggi adotterà un nuovo pacchetto sull'energia e debbo dire che sarà un pacchetto enorme. Gradualmente, stiamo trovando metodi comuni tra Stati membri" per contrastare la crisi energetica "e ovviamente non sarà l'ultimo". E ancora: "Bisogna rifiutate la narrativa che sostenere l'Ucraina significhi non essere capaci di aiutare i nostri cittadini. Non sacrificheremo la libertà per l'economia, Putin non ci dividerà e non vincerà se agiamo con ambizione".
Il deficit energetico ad agosto in Italia
La bilancia commerciale italiana è risultata ad agosto in disavanzo di 9,569 miliardi di euro, a fronte di un avanzo di 1,015 miliardi dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico ha raggiunto, in valore assoluto, gli 11,864 miliardi (era -3,487 miliardi un anno prima). L'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici si riduce a 2,295 miliardi, da 4,502 miliardi di agosto 2021.
Unimpresa: "Buco da 7,5 miliardi al mese per le Pmi"
Occorrono oltre 45 miliardi di euro affinche' le piccole e medie imprese italiane possano superare senza affanni l'autunno e l'inverno, facendo fronte all'aumento dei costi energetici. La stima e' di Unimpresa, secondo cui si tratta di circa 7,5 miliardi al mese da ottobre fino a marzo compreso, vale a dire l'ammontare dei fondi necessari alle 750.000 pmi del Paese, che si trovano a fare i conti con un aggravio di spesa, a causa dell'impennata del prezzo del gas e dell'energia elettrica, pari in media a 10mila euro ciascuna.
"Condivido l'appello del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha chiesto un intervento immediato, al prossimo governo, per sostenere le grandi aziende del nostro Paese. Misure economiche importanti sono indispensabili anche per le realtà più piccole, quelle piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale della nostra economia, che danno lavoro alla stragrande maggioranza degli occupati in Italia", commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
"Quelle energetica è la vera emergenza del nostro Paese e anche del resto d'Europa, al netto delle differenze tra i vari membri dell'Unione europea. Tra chi dice che serve una soluzione interna e chi, invece, sostiene sia necessaria un'azione unica, coordinata a Bruxelles, io mi pongo a meta': credo sia indispensabile anzitutto un piano emergenziale nazionale, tarato su misura sulle esigenze delle nostre imprese e delle nostre famiglie; abbiamo bisogno immediatamente di sostegni perché il sistema economico italiano è vicino al collasso, considerando che i costi super spingono molti imprenditori a fermare le produzioni, a chiudere gli uffici e, addirittura, nei casi estremi, a mettere in liquidazione le loro aziende. Ma questa è una misura che tampona la ferita, frena l'emorragia, ma non risolve la patologia, che ha le sue cellule malate nella speculazione internazionale. Ecco, qui serve una terapia europea, un piano d'azione condiviso tra tutti i principali partner dell'Ue", aggiunge.
Il Centro studi di Unimpresa ha calcolato che, in media, le pmi del nostro Paese subiranno un aggravio di spesa energetica per circa 10.000 euro al mese: una cifra che comprende sia gli aumenti di poche centinaia di euro a carico di piccolissime imprese, per esempio gli esercizi commerciali, sia gli aumenti di decine o addirittura centinaia di migliaia di euro per le realta' imprenditoriali piu' grandi. Le pmi, in Italia, sono circa 750.000, ragion per cui il totale del deficit mensile cagionato dall'impennata dei prezzi dei prodotti energetici si aggira attorno ai 7,5 miliardi al mese. Una cifra da moltiplicare almeno per i prossimi sei mesi, da ottobre a marzo 2023 compreso, che porta il totale a oltre 45 miliardi.