AGI - La Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan punta sempre più forte sui Paesi del Golfo per dar fiato alla propria economia in difficoltà in vista delle elezioni previste a Giugno 2023.
Se la riunione del Comitato Strategico Turchia-Qatar, presieduto da Erdogan e l'emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani lo scorso venerdi non rappresenta una sorpresa, considerando che Doha è negli ultimi anni stata l'unico alleato di Ankara nella regione, quello che è cambiato è il rapporto di Ankara con Arabia Saudita ed Emirati.
Con Riyad la normalizzazione procede a rilento dopo anni di freddezza per il caso del giornalista Jamal Khashoggi, ma può contare su un fondo di investimento da 20 miliardi di dollari, con gli Emirati il riavvicinamento sembra ben avviato.
Erdogan ha parlato ieri al telefono con il presidente degli Emirati Arabi Uniti (EAU), Mohamed bin Zayed Al Nayhan (MBZ), per anni a capo del Paese, dallo scorso maggio presidente.
Al centro della telefonata le, riprese da poco, relazioni bilaterali tra i due Paesi, la cooperazione a livello commerciale, energetico, infrastrutturale, tecnologico, e nell'ambito della Difesa.
MBZ, dopo la visita dello scorso novembre che ha segnato il riavvicinamento ad Erdogan, ha aperto in Turchia un fondo di investimento di 10 miliardi di dollari.
Nelle scorse settimane la notizia che gli Emirati sono in procinto di acquisire i richiestissimi droni turchi TB2 Bayraktar.
Segno evidente che la cooperazione è stata estesa anche all'ambito militare. Erdogan ha ricambiato la visita di MBZ a febbraio, la prima dal 2013, da quando i rapporti tra i due Paesi si sono deteriorati.
Il presidente turco alla testa di una delegazione ministeriale è tornato ad Ankara con diversi protocolli d'intesa che hanno permesso la ripartenza dei rapporti tra i due Paesi in ambito commerciale, sanitario, infrastrutturale, industriale e della difesa.
Accordi che hanno permesso quest'anno alla Turchia di incrementare del 24.8% il proprio volume di esportazioni verso Paesi del Golfo e Medio Oriente.
Export che ha toccato nel 2022 i 24,6 miliardi di dollari e riguarda anche Iraq, Qatar, Giordania, Yemen, Palestina, Iraq, Libano, Siria e Oman, ma che ora può contare anche su destinazioni come Kuwait, Arabia Saudita, Bahrein e appunto Emirati, dopo il riavvicinamento degli ultimi mesi.
Significativa l'impennata del 180% delle esportazioni dirette in Arabia Saudita e del 33% verso gli Emirati. Segno evidente che il clima tra Turchia e Paesi del Golfo è cambiato radicalmente nel corso di meno di un anno.