AGI - La pandemia da Covid-19, l'escalation della guerra in Ucraina e i fenomeni climatici estremi hanno contribuito ad affamare la popolazione mondiale facendola piombare, di fatto, nella più grave emergenza alimentare del 21esimo secolo, che sta colpendo soprattutto i più piccoli.
In media, ogni anno nel mondo, un milione di bambini con meno di 5 anni muore a causa della malnutrizione, ma attualmente altri 13,6 milioni di bambini rischiano la vita per la sua forma piu' acuta e grave.
È l'allarme lanciato da Save the Children nella Giornata mondiale dell'alimentazione. Nel 2020, prosegue l'organizzazione, 45,4 milioni di bambini sotto i 5 anni erano gravemente malnutriti, numero che entro la fine del 2022, si stima possa arrivare a 59 milioni.
Entro la fine dell'anno inoltre, almeno 222 milioni di persone in 53 aree del mondo potrebbero dover affrontare la fame ad un livello critico, il numero più alto dall'inizio delle rilevazioni, e 45 milioni in 37 Paesi sono a un passo dalla carestia. Inoltre, 970 mila persone stanno già affrontando condizioni simili alla carestia in cinque Paesi, Somalia, Sud Sudan, Afghanistan, Etiopia e Yemen.
In tutto il mondo, fino a 345 milioni di persone non hanno accesso a cibo nutriente a sufficienza, al punto che le loro vite e i loro mezzi di sussistenza sono in grave pericolo.
Una cifra che ha visto un aumento di oltre il 150% dal 2019 e riflette livelli di fame nel mondo senza precedenti. Basti pensare, sottolinea Save the Children, che ogni quattro secondi in tutto il mondo una persona muore a causa della fame estrema. Se non si interviene subito, nei prossimi mesi in sei Paesi (Afghanistan, Etiopia, Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen), si verificherà una diffusa situazione di fame e di morte. In occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, l'organizzazione avvia la campagna di raccolta fondi "Emergenza Fame", che quest'anno accende i riflettori su uno dei killer più silenziosi per bambine e bambini, la malnutrizione.
La malnutrizione acuta, come spiega Save the Children, causa l'arresto della crescita, ostacola lo sviluppo fisico e mentale, aumenta il rischio di contrarre malattie mortali, l'atrofia muscolare fino all'incapacita' di muoversi e, infine, sopraggiunge la morte. In questa crisi, inoltre, le donne e le ragazze sono particolarmente vulnerabili.
Circa il 70% di tutte le persone affamate nel mondo, sono rappresentate proprio da loro. Una crisi alimentare profonda come questa oltre a mettere in pericolo la vita dei bambini, è una pesante ipoteca sul loro futuro. L'estrema carenza di cibo sta spingendo le famiglie a compiere scelte estreme, che nessun genitore dovrebbe mai essere costretto a fare, come far abbandonare la scuola ai propri figli per trovare un lavoro, farli sposare prematuramente o persino rinunciare a loro in cambio di soldi.
Anche in questo caso, bambine e ragazze hanno maggiori probabilita' rispetto ai coetanei maschi di essere allontanate dalla scuola e sono maggiormente a rischio di matrimoni precoci o violenza di genere.
Secondo le proiezioni, la crisi del Covid e il suo continuo impatto sulla disuguaglianza di genere spingeranno 10 milioni di ragazze in più verso il matrimonio entro il 2030, il primo aumento dei tassi globali in piu' di due decenni. "Negli ultimi anni, un mix di fattori letali, quali la pandemia, la crisi climatica, i conflitti in corso, l'aumento vertiginoso dei prezzi di alimenti essenziali, hanno contribuito ad accelerare la diffusione della fame nel mondo. Specialmente per i piu' piccoli, la situazione e' drammatica. In molte aree del mondo, non c'è piu' cibo, non c'è piu' acqua e non c'è più tempo.
Bisogna agire ora per non rischiare di perdere una generazione di bambini", ha affermato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia.
"Salvare questi bambini, è insito nel nostro nome è nella nostra missione. Conosciamo la malnutrizione, sappiamo come combatterla, ma occorre fare in fretta e chiediamo a tutti di aiutarci a farlo. Quando il Corno d'Africa ha dovuto affrontare una crisi simile nel 2011, il mondo ha risposto troppo tardi e più di 260 mila persone hanno perso la vita in una carestia devastante. Almeno la metà erano bambini piccoli. Avevamo promesso che non sarebbe accaduto mai più, ma oggi rischiamo di avere un impatto ancora più grave, dopo che tutti gli appelli dei mesi scorsi sono rimasti inascoltati", ha proseguito Fatarella.
"Non possiamo pensare di agire solamente nell'ottica di una risposta emergenziale e con interventi e risorse di breve periodo. Abbiamo bisogno di un approccio strutturale per affrontare le cause dei problemi, di una visione e di politiche di lungo periodo, supportate da fondi flessibili per rafforzare la resilienza delle comunità, allo stesso tempo occorre disporre di quei meccanismi in grado di anticipare il rischio, prevenire, allertare e rispondere alle crisi tempestivamente. Le crisi come questa continueranno a ripetersi se non verranno messe in piedi le azioni di prevenzione necessarie.
Oggi lanciamo una petizione proprio per chiedere al futuro Governo italiano e alle Istituzioni internazionali che vengano stanziate immediatamente le risorse necessarie per salvare le vite di coloro che sono già colpiti dalla crisi alimentare e ulteriori investimenti per prevenire le emergenze. Chiediamo anche che vengano aumentate significativamente le risorse per la cooperazione internazionale e per uno sviluppo sostenibile per il Pianeta e il benessere delle persone. Per non dovere assistere piu' inermi alla morte di un bambino", ha concluso.