AGI - Dopo che le autorità hanno ordinato uno dei più severi lockdown della storias dell’America Latina per il coronavirus, si è cercato di fare di tutto per tenere in vita una delle principali tradizioni: il ballo. E, segnatamente, quello del tango. Con lezioni online, con balli organizzati a casa. Ora però i club di tango hanno potuto finalmente riaprire i battenti, senza mascherine in faccia mentre le regole del distanziamento sono state allentate e tenendo spettacoli per turisti ogni giorno.
Tuttavia, la ripresa appare incerta, anche perché il settore appariva già in difficoltà prima ancora che scoppiasse la pandemia. Tutte le quasi 200 mila milonghe di Buenos Aires sono state chiuse nel 2020, più di 50 in via definitiva, tra la disperazione degli appassionati. Anche perché le milonghe sono più che semplici luoghi per ballare, offrono identità, servono a persone di ogni età e provenienza a unirsi in una comunità e riconoscersi in essa.
Ora con la riapertura dei club la gente è ritornata al ballo e alla vita sociale. Trattare il tema del tango è per il Washington Post anche un pretesto per ricordare che, la “danza sensuale”, inizialmente vietata, è tornata in auge alla fine del 1800 tra gli immigrati e gli ex schiavi nei quartieri più poveri di Buenos Aires e Montevideo in Uruguay sule rive del Rio de la Plata e “migrò all’inizio del 1900 da bar e bordelli per assurgere al riconoscimento internazionale”.
Tant’è che orsa il Tango è nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Oltre, naturalmente, essere un’industria importante in Argentina che impiega 10 mila persone, inclusi ballerini, musicisti e produttori.
L’Argentina è stata tra i Paesi dell’America Latina più colpiti dal coronavirus, con oltre 9,7 milioni di casi, secondo solo al Brasile, e 130 mila morti. E quando i club del tango hanno dovuto chiudere i dipendenti si sono dovuti riconvertire in vari modi: consegnando cibo, lavorando per Uber o vendendo generi alimentari. Ora che i club hanno riaperto i battenti possono tornare lentamente a lavorare e a ballare la loro danza prediletta.