AGI - "Quelli che vogliono vietare il velo sono sempre in agguato". Parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha annunciato emendamenti alla costituzione a salvaguardia dei diritti delle donne.
Il leader turco ha colto l'occasione fornitagli dal leader del principale partito d'opposizione Chp, Kemal Kilicdaroglu, probabile sfidante di Erdogan alle elezioni del 2023, che lo scorso 4 ottobre aveva annunciato una proposta di legge per riconoscere il diritto a indossare il velo. Una apertura importante, considerando che il Chp per decenni è stato favorevole al divieto, formulato proprio in ottica elettorale.
Premesse che spiegano perché l'accostamento con le proteste in Iran è quantomeno azzardato, se non improponibile.
"Lui ha fatto il passaggio, ora io vado in porta", ha commentato Erdogan che ha potuto così rispolverare un tema a lui assai caro e accorparlo a una legge che protegga la minoranza alevita del Paese, storicamente osteggiata dalla politica turca e portatrice di una visione dell'Islam fortemente progressista.
Un possibile doppio colpo in piena crisi economica, con l'inflazione alle stelle e con le elezioni in arrivo nel 2023. Un mezzo autogol per Kilicdaroglu, il quale non a caso è proprio di origine alevita e che con la proposta voleva dimostrare l'apertura del proprio partito alle donne velate, la fine di un pregiudizio elitista che al Chp è costato tantissimo in termini di consenso negli anni dell'ascesa di Erdogan.
Il partito Chp, di ispirazione repubblicana e da sempre laico, ha cambiato strategia nelle elezioni del 2019, quando ha espugnato Istanbul grazie a Ekrem Imamoglu che ha condotto una campagna in cui donne velate e non comparivano fianco a fianco, raccogliendo consensi anche in moschee e quartieri notevolmente conservatori.
In Turchia il velo è sempre stato un simbolo distintivo delle diverse anime del Paese, quella laica e quella religiosa, all'interno di uno stato che nella sua struttura è e rimane secolare e che aveva escluso le donne velate e le famiglie religiose dall'accesso all'istruzione, dalla partecipazione alla vita pubblica e dall'apparato statale.
Il partito Akp di Erdogan, al contrario del Chp, ha catalizzato il malcontento accumulatosi in decenni e che aveva portato a scontri e tensioni, oltre all'emarginazione di una grossa fetta di popolazione, esclusa dalla vita pubblica, abolendo piano piano la proibizione. L'uso del velo, fortemente osteggiato nei primi decenni della repubblica, è stato totalmente vietato in università, scuole, tribunali, parlamento e uffici istituzionali, ospedali e laboratori di ricerca dopo il colpo di stato del 1980.
L'ascesa al potere dell'Akp ha permesso a Erdogan, come detto, di abolire il divieto e porre fine a decenni di sostanziale emarginazione di una grande fetta della popolazione, mentre le redini del potere rimanevano saldamente nelle mani di una ristretta elite laica.
Una dinamica che ha portato il rancore sociale a livelli altissimi, prima che Erdogan con il proprio partito catalizzasse quel malcontento capitalizzandolo nella propria ascesa al potere. Un percorso favorito dal fatto che in Turchia il velo copre solo la testa, è rarissimo vedere donne velate fin sotto gli occhi.
L'abolizione del divieto da parte dell'Akp, gradualmente partita nel 2008, ha costituito un processo terminato nel 2017, quando è caduto il divieto di indossare il velo per polizia ed esercito.
Quando Kilicdaroglu ha lanciato la proposta la reazione di Erdogan, che in Turchia del velo a stravolto le regole, è stata immediata e il presidente turco ha lanciato il piano di cambiare la costituzione e riconoscere alle donne il diritto di coprirsi il capo. E per cambiare la costituzione Erdogan ha bisogno dei voti del Chp di Kilicdaroglu.
"La questione del velo l'ho risolta io, non basta farsi le foto con due donne velate con la spilletta del partito", ha detto Erdogan sfidando Kilicdaroglu.
"Il problema del velo in Turchia è stato creato dalla mentalità fascista del Chp ed è stato risolto da noi", ha detto Erdogan che ha poi annunciato che la garanzia di libertà di indossare il velo entrerà a far parte della costituzione.
Una sfida tra poli opposti, mentalità differenti, rappresentanti di due diverse anime di un Paese da sempre polarizzato, ma molto più banalmente tra candidati che con tutta probabilità si sfideranno nelle elezioni previste tra pochi mesi, con quello che era lo sfavorito fino a pochi mesi fa, Erdogan, che coglie un assist perfetto per non parlare della peggiore crisi economica del Paese negli ultimi 20 anni.