AGI - Poche ore dopo l'esplosione sul ponte di Kerch in Crimea - infrastruttura strategica che connette alla Russia la penisola annessa da Mosca nel 2014 - il ministero della Difesa russo ha annunciato la nomina di un nuovo comandante dell'operazione militare speciale in Ucraina, ufficializzando di fatto una posizione su cui finora aveva mantenuto il massimo riserbo.
Si tratta di Serghei Surovikin, classe 1966 originario di Novosibirsk, e noto nell'esercito col soprannome di "generale Armageddon", secondo quanto riferiscono alcuni canali Telegram russi, specializzati in questioni militari.
Surovikin ha grande esperienza di combattimento: è veterano della guerra civile in Tagikistan negli anni '90, della seconda guerra in Cecenia negli anni 2000 e dell'intervento russo in Siria lanciato nel 2015.
Dal 31 ottobre 2017 Surovikin è a capo delle Forze aerospaziali. Nel 2021, il presidente russo Vladimir Putin gli ha conferito il grado di generale e in questi mesi è stato a capo del distretto militare meridionale nell'aerea di quella che Mosca chiama "operazione speciale" in Ucraina.
È noto, tra le altre cose, per il basso numero di perdite che subiscono di solito le sue truppe.
Il giornale Novaya Gazeta ha ricordato che nel 1991, Surovikin, per decisione del Comitato di emergenza statale - come si autodefinì allora il gruppo che si mise alla testa del fallito golpe - guidò personalmente una colonna di veicoli blindati, che durante il putsch di agosto schiacciarono alcuni manifestanti.
Per questo fu arrestato e ha trascorso circa sette mesi nel centro di detenzione preventiva di Matrosskaya Tishina.
Il nome del predecessore di Surovikin non è mai stato rivelato ufficialmente, ma secondo i media russi si trattava del generale Aleksnder Dvornikov, anche lui veterano della seconda guerra cecena e comandante delle Forze russe in Siria dal 2015 al 2016.
Questa decisione, resa insolitamente pubblica da Mosca, arriva dopo una serie di battute d'arresto dell'esercito russo in Ucraina, che hanno provocato critiche all'interno dell'establishment.
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha biasimato in particolare il comando militare, mentre un parlamentare ed ex militare, Andrei Kartapolov, ha pubblicamente invitato l'esercito a "smetterla di mentire" sulle sue sconfitte.