AGI - “Non è un Vermeer”. Ciò che per lungo tempo è stato un dubbio, ora è una certezza: la National Gallery of Art ha confermato che uno dei suoi Vermeer esposti non è affatto un Vermeer. Si tratta della “Ragazza con flauto”. L’accertamento è frutto di un mix di nuove analisi scientifiche, intuizione storica dell'arte e ricerca pertinente. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa, nel corso della quale il museo ha condiviso la scoperta che un team interdisciplinare di curatori, conservatori e scienziati ha fatto stabilendo che il dipinto è stato invece realizzato "da un collaboratore di Vermeer, non dallo stesso artista olandese".
La scoperta è stata resa possibile grazie alla crisi pandemica, che ha costretto la National Gallery ad una chiusura prolungata, ciò che ha consentito “di togliere tutti e quattro i dipinti di Vermeer” in possesso della Galleria dal muro e portarli nel laboratorio di restauro insieme, ha raccontato la responsabile del dipartimento dipinti del nord Europa della National Gallery, Marjorie Betsy Wieseman, secondo la quale “sarebbe stato difficile in tempi normali giustificare al pubblico l’assenza dei quattro quadri”. Del caso si è occupato il Washington Post.
I dubbi sull’autenticità del quadro risalgono a molto tempo fa, anche perché la produzione di Vermeer è stata piuttosto irrisoria: ci sono solo 35 dipinti dell’autore in tutto il mondo. "Ragazza con flauto" fu riscoperta nel 1906 e donata alla National da Joseph Widener nel 1942. E sebbene sia stato stimato durante la sua vita, per due secoli Vermeer è stato in gran parte dimenticato fino alla sua riscoperta nel corso del XIX secolo. Oggi, invece, non solo è ammirato, ma adorato.
Quanto all’analisi del quadro “Ragazza con il flauto”, la ricerca degli esperti è iniziata con una analisi accurata sugli altri tre quadri sui quali non c’era alcun dubbio sulla loro origine e sulla mano di chi li avesse dipinti, ma semplicemente “Ragazza con il flauto” non sembrava abbastanza buono: ”Le transizioni dal chiaro allo scuro, specialmente intorno al viso, sembravano goffe e brusche. Le ombre verdi sono state applicate pesantemente, creando quello che la descrizione a lato del quadro definisce ‘un aspetto macchiato sotto il naso e lungo la mascella’".
"Ragazza con flauto", ARTOKOLORO / QUINT LOX / ARTOKOLORO QUINT LOX / AURIMAGES VIA AFP
Il team di ricerca ha poi scoperto che, sebbene alcuni degli stessi materiali siano presenti in entrambi i dipinti, la stesura della vernice è molto diversa. Laddove la tecnica in "Ragazza con il cappello rosso" “è sottile ed esperta”, l'applicazione della pittura di "Ragazza con il flauto" “è relativamente goffa e grossolana”. Invece “di usare pigmenti macinati grossolanamente negli strati inferiori e pigmenti macinati finemente per gli strati finali (come ha fatto Vermeer), chi ha dipinto ‘Ragazza con flauto’ ha fatto il contrario, conferendo alla superficie una qualità granulosa”, conclude l’analisi degli esperti.
Conclude il Post: “Le nuove scoperte sono dunque rivelatrici, ma intorno a Vermeer rimarrà sempre un’aura di enigma”.