AGI - È iniziata la “controffensiva” ucraina in Africa. Il ministro degli Esteri ucraino, Dimytro Kuleba, ha iniziato lunedì il suo tour in Africa, il primo mai compiuto da un capo della diplomazia ucraina nella storia del paese.
La prima tappa è stato il Senegal, paese che detiene la presidenza dell’Unione africana. Poco si conosce delle altre tappe del tour, forse per questioni di sicurezza, ma si sa che Kuleba rimarrà in Africa fino al 12 ottobre. In un comunicato del ministero degli Esteri ucraino viene indicato l’obiettivo principale del viaggio: “Consolidare il sostegno politico dell’Ucraina da parte dei paesi del Sud e contro l’aggressione russa, in particolare il tentativo di annessione dei territori ucraini”.
Lo scopo della visita è quello di rafforzare il ruolo dell’Ucraina come garante della sicurezza alimentare globale e approfondire la cooperazione nel campo dell’istruzione e della tecnologia.
Il capo della diplomazia ucraina metterà in campo quegli elementi di soft power, gli unici in suo possesso, per contrastare la penetrazione della Russia nel continente africano.
“Non vengo in Africa contro nessuno”, ha detto Kuleba durante la sua visita in Senegal. “Sono qui perché rispettiamo l’Africa e perché vogliamo che conosca la verità e che il continente ci capisca meglio, tanto quanto vogliamo capire meglio voi. Posso facilmente immaginare che i senegalesi possano rimanere perplessi sulle origini del conflitto, lontano in Europa. E sappiamo quanto sia forte la propaganda russa”.
Kuleba, tuttavia, si scontra con un dato di fatto e cioè che quasi la metà dei paesi africani, compreso il Senegal, si erano astenuti durante il voto alle Nazioni Unite per condannare la Russia all’inizio del conflitto tra Mosca e Kiev. Il presidente del Senegal, infatti, si è recato lo scorso giugno in Russia per incontrare Vladimir Putin ed è stato invitato dal presidente ucraino a Kiev, viaggio non ancora programmato.
La ministra degli Esteri senegalese, Aissata Tall Sall, durante una conferenza stampa con il suo omologo ucraino ha spiegato che il presidente senegalese “porta questo messaggio di pace, in modo che possiamo risolvere questa crisi in Ucraina. Naturalmente ha ricevuto l’invito del presidente Zelensky, vi risponderà attraverso i canali appropriati al momento opportuno. In ogni caso, in questo cammino di pace, il Senegal vuole essere un attore di primo piano a nome del continente africano”.
Queste parole, tuttavia, rivelano il fatto che sul tavolo rimangono tutte le difficoltà dovute proprio alla decisone di gran parte dei paesi africani di rimanere neutrali di fronte alla crisi ucraina. Anzi. Proprio con l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Mosca ha rafforzato la sua azione diplomatica nel continente.
L’intento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è quello di consolidare le relazioni tra il paese e il continente africano e il viaggio di Kuleba è una sorta di preparazione alla prima conferenza Ucraina-Africa, che Zelensky vuole fortemente. Vedremo se ci riuscirà. Intanto deve scontrarsi anche con le parole del presidente di turno della Comunità economica dell’Africa occidentale (Ecowas), il capo di Stato della Guinea-Bissau, Umaro Sissoco Embalo, che Zelensky ha incontrato di recente in videoconferenza.
Embalo ha riaffermato la sua “adesione ai principi di non allineamento e della risoluzione pacifica delle controversie”, e ha promesso di recarsi a Kiev insieme al presidente Senegalese, viaggio che sarebbe dovuto avvenire a settembre, ma dalle parole del capo della diplomazia senegalese si capisce che è ancora lontana la sua programmazione. C’è, difatti, confusione tra non allineamento e astensione. Un cortocircuito che rischia di condurre l’Africa verso una “trappola geopolitica” che potrebbe drammatizzarsi con il proseguire della guerra in Ucraina.
È evidente che l’astensione di molti paesi africani è il segno della crescente influenza russa sul continente, che si mischia a una mal riposta nostalgia per l’Unione Sovietica. Paesi come l’Angola, la Repubblica Centrafricana, il Mali, il Sudan, lo Zimbabwe e la Repubblica del Congo sembrano vivere questa sindrome, e in virtù di questa “nostalgia” stringono accordi con Mosca sul piano militare, non solo di fornitura di armamenti, di intelligence e di sfruttamento minerario.
Lo scopo della Russia è evidente: gettare scompiglio tra le potenze occidentale e contrastando la stessa Cina, complicandogli la vita, per le risorse strategiche del continente, facendo diventare, così, l’Africa una piattaforma da cui partire per vincere la guerra più ampia con l’Occidente.
L’Ucraina sta cercando di entrare in questa partita tentando di contribuire a spostare lo sguardo del continente africano più verso ovest che verso est. Le difficoltà sono enormi e le chance di riuscirsi sono al lumicino.
Ma Kiev ci prova e Zelensky ha annunciato la nomina di un rappresentante per gli affari africani e il tour del capo della diplomazia dovrebbe gettare le basi di un rinnovato rapporto con il continente africano in vista della conferenza Ucraina-Africa, se mai ci sarà.