AGI - Il Nobel per la Medicina è stato assegnato al ricercatore svedese Svante Paabo, il genetista che con i suoi studi sul Dna dei Neanderthal ha rappresentato una sorta di archeologo dell'evoluzione all'Homo Sapiens. Il 67enne co-direttore dell'Istitito Max Planck per l'Antropologia evolutiva di Lipsia è stato scelto "per le sue scoperte riguardanti i genomi degli ominidi estinti e l'evoluzione umana". Il premio è pari a 917mila euro.
L'Assemblea del Nobel del Karolinska Institutet di Stoccolma ha premiato il lavoro di Paabo che ha estratto il Dna mitocondriale da un osso di Neanderthal risalente a 40mila anni fa, pubblicando nel 2010 la prima sequenza completa del genoma di Neanderthal. Il lavoro dello scienziato ha permesso di stimare che l'antenato piu' recente in comune tra Sapiens e Neanderthal risale a circa 800 mila anni fa.
"L'umanità è sempre stata affascinata dal mistero delle proprie origini", si legge nel comunicato, "Svante Paabo ha realizzato qualcosa di apparentemente impossibile, sequenziando il genoma Neanderthal. La sua ricerca ha dato origine a una disciplina scientifica completamente nuova: la paleogenomica. Le sue scoperte forniscono le basi per esplorare ciò che ci rende unicamente umani".
Il merito dello scienziato svedese è stato quello di trasformare gli studi sulle origini dell'Uomo grazie allo studio delle sequenze del Dna sui resti archeologici e paleontologici nonchè la scoperta di una specie umana sconosciuta, quella dell'Homo di Denisova, sulla base dei resti di un ominide di 40mila anni fa trovati nei Monti Altaj, in Siberia. "Uno scienziato che ci ha aiutato a capire meglio la nostra stessa specie", ha commentato la ministra per la Ricerca tedesca, Bettina Stark-Watzinger.
Paabo riceve il Nobel nella stessa categoria con cui era stato premiato nel 1982 il padre biochimico, Sune K. Bergstrom, per gli studi sulle prostaglandine. "Era sopraffatto dell'emozione, senza parole", ha raccontato il segretario del Comitato Nobel per la Medicina, Thomas Perlmann, che gli ha comunicato la notizia del premio. "Ha chiesto se poteva dirlo alla moglie e gli ho detto di sì, era incredibilmente entusiasta".
Tra i primi commenti quello dell'Accademia dei Lincei: "Premio meritatissimo a un grande scienziato che abbiamo l'onore di avere come socio straniero", hanno dichiarato il presidente, Roberto Antonelli, e il suo vice Giorgio Parisi, a sua volta Nobel per la Fisica lo scorso anno. "La ricostruzione dei genomi antichi è stata un'avventura affascinante, che ci ha permesso di ricostruire la storia dell'umanità e dei rapporti con in nostri fratelli estinti, i Neandertaliani e i Denisovani".
"Una notizia fantastica", ha dichiarato all'AGI David Caramelli, capo del dipartimento di biologia e laboratorio di antropologia e paleogenomica molecolare dell'Università di Firenze. "Insieme a lui - ha raccontato - abbiamo pubblicato diversi articoli sullo studio dell'evoluzione umana".