AGI - Il partito conservatore dell'ex primo ministro bulgaro Boyko Borisov si avvia a vincere le elezioni parlamentari in Bulgaria, almeno secondo gli exit poll, ma potrebbe avere difficoltà a trovare partner per governare.
Le proiezioni mostrano che il suo partito Gerb è riuscito a ottenere tra il 24,6 e il 25,5% dei voti. Il principale rivale, il partito riformista
Continuiamo il Cambiamento, guidato dal premier uscente Kiril Petkov, la cui coalizione è caduta a giugno proprio per una mozione di sfiducia presentata da Gerb, è seconda, con un consenso che oscilla tra il 18,9e il 19,9% dei voti. Se questi risultati venissero confermati, ma bisognerà attendere qualche giorno, si schiuderà una fase difficile con negoziati complicati; e dunque uno scenario destinato a prolungare l'instabilità politica e anche il rischio che il governo di Sofia manchi la data obiettivo, il 2024, come scadenza per l'ingresso nell'area dell'euro.
La Bulgaria è il Paese più povero e considerato il più corrotto dell'Ue, a cui appartiene dal 2008, mentre dal 2004 fa parte della Nato. Durante l'era comunista, era il Paese più vicino all'Unione Sovietica e ancora oggi una parte significativa della popolazione si considera vicina alla Russia. La dipendenza energetica e le relazioni con Mosca hanno dominato la campagna elettorale.
Anche perché l'ultimo governo bulgaro, guidato dall'europeista Petkov, ha cercato di porre fine a questa dipendenza, che ha definito uno "strumento del Cremlino" per interferire nella vita politica del Paese balcanico; e il suo governo, al potere tra dicembre 2021 e giugno scorso, ha espulso 70 diplomatici russi per presunto spionaggio dopo che il monopolista di stato russo Gazprom ha interrotto le spedizioni di gas naturale nel Paese a fine aprile.
Borisov è stato il politico più importante del Paese balcanico negli ultimi 13 anni, ma è una figura polarizzante. Un passato da pugile e guardia del corpo (è stata la guardia del corpo dell'ultimo dittatore comunista, Todor Zhivkov), già dopo le tre elezioni precedenti ha faticato a trovare qualcuno che lo sostenesse. Il suo ultimo governo è stato scosso da grandi proteste popolari, nel 2020 e nel 2021, alimentate da diversi scandali di corruzione.
Per i sostenitori, Borisov ha migliorato il Paese con investimenti in infrastrutture, strade e ospedali, ed è un politico molto apprezzato nella famiglia del Partito popolare europeo. Per i suoi critici, ha sviluppato un sistema clientelare e corrotto - anche vicino alla criminalità organizzata - che spiegherebbe gran parte del successo elettorale del Gerb; lo accusano anche di non avere un progetto e di agire in modo personalistico e anarchico. Borisov nega le accuse e sostiene che è tutto un complotto politico per eliminarlo dalla scena politica.
Nel suo messaggio elettorale ha sostenuto che la Bulgaria è "nel caos" e contrapposto la sua esperienza a quella di Petkov, accusandolo di aver sabotato tutto ciò che è stato realizzato dai suoi governi. E si è mostrato con un'immagine di "uomo del popolo", capace di comunicare con il popolo, a volte in modo rude e maschilista, ma che non nasconde le sue umili origini. Il suo rivale Petkov ha comunque già rifiutato ogni alleanza con l'uomo che ai suoi occhi incarna il "passato corrotto" della Bulgaria.