AGI - "La fine dell'egemonia dell'Occidente è irreversibile". "La Grande Russia è rinata". Queste due dichiarazioni, rispettivamente del leader del Cremlino Vladimir Putin e del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitri Medvedev, riassumono tutto il significato della giornata in cui Mosca ha celebrato i "trattati di adesione" che ufficializzano l'annessione illegittima di quattro regioni occupate in Ucraina (Kherson, Zaporizhzhia, Lugasnk e Donetsk), segnando la più grande acquisizione forzata di territorio in Europa dalla Seconda guerra mondiale.
Con uno schema e una coreografia che ha ricordato la presa della Crimea, nel 2014, in uno dei discorsi piu' anti-occidentali pronunciati negli ultimi anni, Putin ha lanciato ufficialmente la sua guerra totale all'Occidente: sul piano militare (da tempo sostiene che le sue truppe combattono non gli ucraini ma gli Usa e la Nato che forniscono loro le armi e ha avvertito che i nuovi territori verranno difese "con ogni mezzo possibile") e su quello valoriale ("l'Occidente ci ha chiamati amici, partner, ma in realtà ci ha trattati come una colonia"; "non vivremo secondo le loro regole; la sua egemonia è finita").
La litania delle colpe rinfacciate da Putin all'Occidente va dalla destabilizzazione della Russia nel XVII secolo alla fluidita' sessuale, passando per il furto di "trilioni di dollari" inflitto alla Russia dopo il crollo dell'Unione sovietica, il saccheggio dell'India e il bombardamento di Dresda alla fine della Seconda guerra mondiale.
"Non lo dimenticheremo", ha avvertito il presidente, ritornando a definire una catastrofe la fine dell'Urss "senza consultare la gente" ma assicurando che il ritorno a quel passato "non è negli interessi della Russia".
Dal podio allestito alla Sala di San Giorgio nel Gran Palazzo del Cremlino - davanti non solo ai 'governatori' delle nuove regioni russe, ma anche a tutti gli esponenti dell'establishment, fatta eccezione per il Patriarca di Mosca malato di Covid - Putin ha anche ribadito la sua minaccia di usare armi nucleari, sostenendo che sono stati gli Usa ad aver "creato un precedente" per l'uso della forza nucleare nel 1945.
La decisione di firmare i trattati di annessione di territori, di cui la Russia non ha ancora il pieno controllo, rischia di chiudere le porte alla diplomazia. Con quest'ultima mossa, la Russia ha annesso circa il 15% dell'area totale dell'Ucraina, pari alle dimensioni del Portogallo. Putin ha annunciato di essere pronto a negoziati in caso l'Ucraina cessi le ostilità, ma ha sottolineato che i territori annessi saranno "russi per sempre".
La proposta, facile immaginarlo, è stata subito respinta dal presidente Voldoymyr Zelensky: "Mai più negoziati con lui".
"Da come Putin parla dell'Ucraina, è chiaro che per lui si tratti di una questione esistenziale", ha commentato l'analista politica Tatiana Stanovaya, "per lui, se la Russia non vince in Ucraina, non ci sara' affatto una Russia e sta dimostrando di essere pronto a utilizzare ogni mezzo".
"Mi auguro che i politici occidentali prendano sul serio il discorso del presidente Putin dalla A alla Z", ha dichiarato il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, "molte cose devono diventare loro chiare".