AGI - Diversi giornali internazionali mantengono la loro attenzione sulla vittoria elettorale di Giorgia Meloni e propongono analisi soprattutto sugli effetti che la svolta politica italiana potrà produrre nei rapporti tra Roma e Bruxelles e negli stessi equilibri interni dell’Ue. Altro tema ricorrente, in primo luogo sui quotidiani economici ma non solo, è la svalutazione della sterlina che è precipitata ieri al suo minimo storico nel cambio con il dollaro, con pesanti ricadute sul debito pubblico britannico e sul costo dei mutui nel Regno Unito.
Washington Post
Dopo la vittoria elettorale di Giorgia Meloni è attesa in Italia una rapida stretta sull’immigrazione, secondo il Washington Post che mantiene la sua attenzione sulla svolta politica italiana con un servizio da Roma, richiamato in prima pagina. “Per anni Giorgia Meloni si è scagliata contro le politiche migratorie dell'Italia, definendole troppo indulgenti e dicendo che rischiano di trasformare il Paese nel ‘campo profughi d'Europa’”, ora “la migrazione è una delle aree in cui Meloni può portare più facilmente cambiamenti radicali”, perché “in altri settori, come la spesa e la politica estera, Meloni sarebbe più vincolata dall'Europa”, secondo il giornale. Invece, sottolinea, “I paesi dell’Ue hanno ampio margine di manovra per gestire le loro frontiere esterne e da tempo Meloni ha chiarito che l'arresto dei flussi di persone attraverso il Mediterraneo è una delle sue priorità”, ma “ciò non significa che sarà privo di complicazioni”, perché “gli sforzi per bloccare l'attracco delle navi di soccorso umanitario nei porti italiani potrebbero portare a controversie legali” e la riduzione dei flussi verso l’Italia “aumenterebbe probabilmente il volume delle traversate verso altri Paesi mediterranei come la Spagna”. La maggior visibilità in prima pagina è di un servizio dall’Ucraina, sulla “immensa portata di una singola morte”, quella di un giovane soldato caduto al fronte quest’estate e diventato simbolo della resistenza all’invasione russa. Titoli anche per i calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio sul costo, 400 milioni di dollari, del condono dei debiti universitari voluto da Biden, e per il potenziamento delle agenzie statali competente per le indagini sui brogli promosso dai governatori repubblicani che “cercano di propagandare affermazioni infondate secondo cui la frode elettorale è una seria minaccia” che incombe sul voto di midterm. In evidenza anche la forte svalutazione della sterlina, che continua a perdere terreno sul dollaro dopo il piano di tagli fiscali varato dal governo Truss.
New York Times
Le relazioni tra gli Usa e l’Italia dopo la vittoria elettorale di Giorgia Meloni sono oggetto di un’analisi del New York Times, che la segnala con un richiamo sulla sua prima pagina. “Pubblicamente – scrive il Nyt - l'amministrazione Biden reagito con calma lunedì all'elezione in Italia di una coalizione di governo di estrema destra, impegnandosi a lavorare con i leader emergenti del Paese nonostante la preoccupazione per le radici fasciste dei loro partiti. Ma l'ultima svolta a destra di un Paese europeo due settimane dopo che un partito di estrema destra è andato sorprendentemente bene alle elezioni svedesi sta sollevando preoccupazioni a Washington sull’infiammabile populismo del continente e su cosa potrebbe significare per alcuni degli obiettivi di politica estera del presidente Biden, incluso il confronto con la Russia e la difesa della democrazia dall'autoritarismo”. Inoltre, rileva il giornale, la vittoria di Meloni “ha anche evidenziato divisioni all'interno degli Stati Uniti, poiché gli esponenti dell'ala Trump del Partito repubblicano hanno salutato l'ascesa di una nazionalista il cui partito ha radici nel fascismo dell'era Mussolini”. Tuttavia, secondo il Nyt, “nel breve termine, è improbabile che il successo politico di Giorgia Meloni e del suo partito nazionalista Fratelli d'Italia, incrini i rapporti tra Washington e Roma. Né dovrebbe ostacolare lo sforzo guidato dagli Stati Uniti per unificare l'Europa in difesa dell'Ucraina contro l’invasione russa”.
Wall Street Journal
L’indice Dow Jones per la prima volta dopo il Covid entra nel terreno dell’orso, che nel gergo borsistico significa un calo di oltre il 20% rispetto all’ultimo picco massimo, e la notizia campeggia sulla prima pagina del Wall Street Journal, secondo cui l’azionario Usa è scivolato in una fase ribassista a causa della “preoccupazione degli investitori per il ritmo della crescita globale e il prezzo degli sforzi delle banche centrali per rallentare l'inflazione”, ovvero ulteriori rialzi dei tassi di interesse. La spinta finale verso la tana dell’orso è venuta ieri dall’annuncio di nuovi tagli fiscali da parte del governo Truss, nonostante le prime misure in tal senso annunciate venerdì scorso siano state bocciate dalle Borse e abbiano prodotto un forte deprezzamento della sterlina: le vendite sui titoli britannici hanno fatto chiudere il DJ a -1,1%. Una grande fotografia dà visibilità alla collisione programmata dell’astronave Dart della Nasa con l’asteroide Dimorphos per verificare se sia possibile deviare la traiettoria di un oggetto celeste in orbita d’impatto con la Terra. Tra gli altri titoli, le proteste in Russia contro la mobilitazione dei riservisti voluta da Putin, sfociate ieri in attacchi dei manifestanti contro i centri di reclutamento delle forze armati, e i piani della Cina per una revisione della “Belt and road initiative”, la così detta nuova via della seta voluta da Xi Jinping per espandere l’influenza cinese in Asia, Africa e America Latina attraverso un programma di infrastrutture, che ha però lasciato molti Paesi in difficoltà a ripagare i debiti contratti con Pechino, spingendola a valutare una stretta sui crediti anche a costo di un ridimensionamento della Belt and road.
Financial Times
Continua la pressione dei mercati sulla sterlina e sui titoli di Stato britannici, i gilt, e il governo Truss, che ha innescato la tempesta di vendite con il suo piano di tagli fiscali, non riesce a “placare il nervosismo” degli investitori. Questo il tema di apertura per il Financial Times, concentrato sulla svalutazione del pound, sceso al minimo storico nei confronti del dollaro, anche perché la Bank of England, contrariamente a quello che si aspettavano le Borse, non è intervenuta in difesa della valuta nazionale con un rialzo dei tassi ma ha solo fatto sapere che valuterà se farlo in novembre. Con pesanti ripercussioni, spiega Ft, anche sul debito sovrano di Londra, i cui titoli hanno vissuto la peggior giornata da 40 anni, perché il timore degli analisti è che la riduzione delle tasse decisa da Liz Truss produrrà alla fine una crescita dell’indebitamento. Il cancelliere dello Scaccchiere, Kwarteng, ha diffuso un comunicato in cui anticipa che a breve renderà note le azioni programmate per tenere il debito sotto controllo: ma le sue parole non sono bastate ai mercati. Un altro titolo è dedicato a una delle ricadute della crisi della sterlina, il blocco di nuovi mutui deciso dai maggiori operatori britannici del prestito immobiliare, preoccupati dalla volatilità che potrebbe portare in breve a un consistente rialzo dei tassi, rendendo le attuali offerte meno redditizie.
The Times
La svalutazione della sterlina è il titolo forte del Times, che però cerca di presentarla in chiave ottimistica puntando sull’impegno della Bank of England a intervenire presto a sostegno del pound. Il governatore Bailey ha detto ieri che “non esiterà” ad adottare le misure necessarie, cioè ad aumentare i tassi nella prossima riunione di politica monetaria, fissata per il 3 novembre. In vista di questa mossa della BoE, le principali società di prestiti immobiliari, a cominciare da Halifax, hanno sospeso i nuovi mutui per attendere il rincaro degli interessi e concederli a condizioni per loro più redditizie. Ciò, riferisce il giornale riferisce, è fonte di “crescenti preoccupazioni” dei ministri per la politica economica della premier Liz Truss, che, come ha detto uno dei loro al Times, potrebbe “costare un mondo di dolore” ai Tory se gli elettori si convincessero che sono loro i responsabili dell’aumento del costo dei mutui. In evidenza anche la notizia che il duca di York, l’uomo che ha organizzato il funerale della regina Elisabetta II e si sta ora occupando dell’incoronazione di Carlo III, rischia il ritiro della patente di guida per essere passato col rosso a un incrocio nel centro di Londra, tagliando tra l’altro la strada a un’auto della polizia e mentre parlava al cellulare con sua moglie. Ieri il duca si è difeso davanti al giudice sostenendo che la patente gli è indispensabile per portare a termine il suo compito relativo all’incoronazione e che, benché disponga di un patrimonio di 100 milioni di sterline, non può assumere abbastanza autisti da garantirsi la mobilità necessaria al compimento dei suoi doveri cerimoniali.
Le Monde
La “storica” vittoria di Fratelli d’Italia nelle elezioni italiane è in apertura oggi su Le Monde, che parla di “una nuova ombra sull’Europa” dopo il successo dell’estrema destra in Svezia, con il trionfo dei Democratici svedesi, e del Rassemblement National di Marine Le Pen alle legislative in Francia. “Con queste elezioni la politica italiana ha dimostrato ancora una volta la sua estrema volatilità. Dopo un breve periodo di diciannove mesi di stabilità e credibilità a livello internazionale, sotto il governo di Mario Draghi, il Paese ha scelto di fare un salto nell'ignoto portando al potere una coalizione eterogenea, populista e identitaria, la cui aspettativa di vita è già messa in dubbio”, scrive il giornale, secondo cui “i rapporti con le istituzioni europee si prospettano incerti” perché “l'antieuropeismo viscerale del presidente della Lega rischia di scontrarsi con il realismo di Giorgia Meloni, che si è impegnata a seguire il piano di riforme stilato dal suo predecessore e approvato dalla Commissione europea”. Per Bruxelles “è una sfida” e “per il momento, l'Europa non può che prendere atto della vittoria di Giorgia Meloni scommettendo sulla capacità del sistema politico italiano di trovare, come ha sempre saputo fare, i compromessi necessari per cancellare il radicalismo espresso in occasione delle elezioni. È nell'interesse della nuova maggioranza italiana mostrare pragmatismo per rispettare il voto degli elettori tenendo conto delle responsabilità che incombono all'Italia nell'ambito del progetto europeo. Se così non fosse, una macchina mortale si metterebbe in moto sia per l'una che per l'altra”, conclude Le Monde.
Le Figaro
“Giorgia Meloni, una sfida per l’Europa” titola in apertura Le Figaro, secondo cui la vittoriosa leader “del partito post fascista Fratelli d’Italia”, in procinto di assumere la guida del governo, “determinerà nuovi rapporti di forza in seno all’Ue”. Finora, ragiona Le Figaro, l'Ungheria di Orban e la Polonia di Diritto e giustizia, il partito sovranista al potere, “sono stati fastidi minori e marginali nell'Ue” e i due Paesi “che hanno aderito meno di vent'anni fa e che pesano appena il 5% del Pil comunitario hanno dovuto necessariamente rispettare la dottrina di Bruxelles sui ‘valori’ incisi nei trattati - o rischiare di essere ostracizzati da Ursula von der Leyen, madre fustigatrice con in mano la bacchetta dei fondi europei”. Ma, prosegue il giornale, “l'arrivo di Giorgia Meloni alla guida dell'Italia, Paese fondatore e terza economia dell'Unione, annuncia un profondo sconvolgimento degli equilibri di potere” e cpiegarsi per non rompersi”. Tanto più che anche il prossimo governo svedese, ricorda Le Figaro, sarà d’impronta sovranista. “I nazionalismi prosperano sull’impotenza dell’Ue di fronte all’immigrazione incontrollata”, e “tocca a chi se ne allarma fornire soluzioni efficaci e accettabili, o i loro valori affonderanno nei blocchi navali della Meloni e di coloro che la seguiranno”, conclude il giornale.
El Pais
“La Ue teme l’effetto Meloni” secondo El Pais, che anche oggi apre con i risultati delle elezioni italiane, guardandoli dall’osservatorio europeo. “La svolta dell’Italia minaccia di scuotere gli equilibri di potere nell’Ue”, scrive il giornale spagnolo, e assicura che se “Bruxelles in pubblico si mantiene cauta, fonti comunitarie temono che Meloni causi frizioni – su affari economi ma soprattutto sull’immigrazione – in un momento critico a causa della guerra e della crisi energetica. Inoltre, il suo trionfo è d’impulso per gli euroscettici”. La leader di Fratelli d’Italia, nota il giornale, “mantiene per ora un profilo basso” e assicura di volere il dialogo con l’Ue, e solo nei prossimi giorni si potrà capire quale sarà la sua linea una volta al governo. Il quotidiano spagnolo dedica agi effetti del voto italiano anche un’analisi in chiave domestica: è stato “un duro colpo” per il governo Sanchez, che aveva sostenuto Letta, e che ora teme una deriva simile in Spagna. Per evitarla, il premier socialista, scrive El Pais, di qui alle elezioni intende dare una connotazione più marcatamente di sinistra al suo esecutivo, e varare al più presto misure in favore della classe media.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Risultati delle elezioni italiani in risalto sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, che mette l’accento sulle “reazioni contrastanti” provocate in Europa dalla vittoria dell'alleanza di centrodestra. Così, evidenzia la Faz, la premier francese Elisabeth Borne ha dichiarato "In Europa abbiamo un insieme di valori e ovviamente staremo attenti che questi valori in materia di diritti umani e diritto all'aborto siano rispettati da tutti". Invece, “il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è congratulato con la leader del partito postfascista Fratelli d'Italia” e lo stesso ha fatto il premier polacco Mateusz Morawiecki. Il quotidiano tedesco dedica due editoriali alla svolta politica italiana, per difenderne la piena legittimità: “Le numerose reazioni critiche europee alle elezioni italiane sono state tanto prevedibili quanto inappropriate”, scrive la Faz, e sottolinea che “se una maggioranza di 35 milioni di cittadini sceglie tre partiti di destra in un'elezione democratica, il resto dell'Ue deve innanzitutto rispettarlo”, mentre è stato “molto invadente” che la presidente della Commissione Ue abbia preventivamente minacciato procedure contro il Paese poco prima delle elezioni, e “il fatto che i politici in Germania e Francia, e lì persino il primo ministro lì, ora richiedano il rispetto dei diritti umani o della democrazia è allarmismo”. Perché, “se la libertà è in pericolo in uno Stato membro dell'Ue, allora bisogna agire. Finora, però, nel caso dell'Italia non vi è alcuna indicazione in tal senso, dal momento che il governo non è nemmeno stato formato” e “la vincitrice delle elezioni ha corso con un programma nazionale moderato che di certo non corrisponde alla visione del mondo liberale di sinistra di molti concorrenti a Berlino o a Bruxelles” ma non parla di uscita dall’Ue o di sostegno a Putin. “Tutto il mondo – si legge ancora sulla Faz - rimpiange Mario Draghi come primo ministro italiano. E una parte del mondo demonizza la sua erede Giorgia Meloni. Entrambe sono sciocchezze: Draghi non era il messia e Meloni non è il diavolo. Con le elezioni di domenica l'Italia è tornata alla normalità politica. C'è stato uno spostamento a destra, ma nessuna catastrofe sismica politica che possa scuotere la democrazia in Italia e mettere a repentaglio il futuro dell'Europa”, conclude il giornale.
China Daily
“Giorgia La Meloni, leader del partito politico di estrema destra Fratelli d'Italia, si è impegnata lunedì a lavorare per tutti gli italiani e renderli orgogliosi di essere di nuovo italiani dopo aver vinto le elezioni anticipate di domenica, una vittoria che la renderà la prima premier donna in Italia ma che è probabile che infastidisca Bruxelles”. Così si legge sul China Daily, che mette in risalto la svolta politica in Italia e cerca di analizzarne il senso con Lai Suetyi, professore al Centro di studi europei della università di Guangdong. Il successo della Meloni, a suo avviso, riflette la "disperata ricerca da parte del pubblico italiano di una nuova leadership e una via d'uscita da un decennio di crisi", ma “questo porta più divisioni e instabilità nella già disordinata politica interna italiana”. Il giornale ricorda che “la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato la scorsa settimana che l'Ue dispone di strumenti da utilizzare se un nuovo governo italiano di destra non seguisse le regole europee, il che implica che Bruxelles potrebbe sospendere i finanziamenti all'Italia se il suo comportamento non fosse conforme ai valori fondamentali dell’Ue”, e che “le sue parole hanno suscitato critiche in Italia”. Quanto a Pechino, “auspica che il nuovo governo italiano continui a seguire politiche positive e pragmatiche nei confronti della Cina”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, secondo cui “il solido e costante sviluppo dei legami bilaterali è conforme agli interessi condivisi di entrambi i Paesi”.
Quotidiano del popolo
Il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, mantiene in primo l’imminente ventesimo congresso nazionale del Pcc, con articoli ricchi di dettagli sugli oltre 2.000 delegati che vi parteciperanno la “rappresentatività di ogni settore della società cinese è un segno di democrazia”. In evidenza anche un attacco contro gli Usa, apparentemente non collegato ad alcun recente episodio, ma mirato specificamente contro la così detta “alleanza dei 5 occhi”, un patto di condivisione delle informazioni di intelligence firmato nel lontano 1948 tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada. I 5 occhi, accusa il giornale, “interferiscono da tempo negli affari interni di altri Paesi per perseguire i propri interessi con il pretesto di difendere la libertà e la democrazia”. Dito puntato contro Washington, e le “per mantenere la propria egemonia ha istigato rivoluzioni colorate in molte regioni del mondo dopo la fine della Guerra Fredda, intromettendosi arbitrariamente negli affari interni di altri Paesi”. Il quotidiano cita espressamente la “rivoluzione delle rose” in Georgia nel 2003, la “rivoluzione arancione” in Ucraina nel 2004, e la “rivoluzione dei tulipani” in Kirghizistan nel 2005, come esempi dei “crimini” commessi dai Paesi dei 5 occhi, che “sono il più grande distruttore di pace e stabilità nel mondo”.