AGI - Il neo re Carlo III, noto per il suo sostegno alle cause ambientali e sociali, è stato l'artefice, di una battaglia meno conosciuta, quella del salvataggio e della rinascita della produzione di formaggi da fattoria britannici. A documentare la battaglia ultraventennale dell'allora Principe di Galles è un reportage dell'emittente Bbc che racconta il suo impegno decisivo e al tempo stesso discreto.
All'epoca Carlo non ha esitato a spendersi in prima persona, mettendo la sua posizione autorevole ed influente al servizio di un intero settore produttivo allora in profonda crisi. Una storia che ha avuto inizio nei primi anni '90, quando una serie di scandali alimentari aveva scosso la fiducia nel cibo britannico.
All'epoca nuove norme igieniche progettate per i prodotti caseari industriali venivano applicate ai caseifici che producevano formaggi di fattoria, incluso un potenziale divieto sull'uso di latte non pastorizzato. Di fatto queste norme significavano mettere in crisi i produttori artigianali, sull'orlo della bancarotta.
"Credevo davvero che sarebbe stata la fine della grande tradizione della produzione di formaggio nel Regno Unito, una volta per tutte", ha riferito alla Bbc Randolph Hodgson, che aveva istituito la Specialist Cheesemakers Association (SCA) in difesa degli interessi dei produttori artigiani.
Il suo lavoro ha attirato l'attenzione dell'allora principe di Galles, che sin da subito ha dato prova di voler sostenere gli elevati standard di benessere e ambiente dei caseifici che producevano formaggio artigianale per preservare le tradizionali abilità agricole e di produzione alimentare britanniche.
Nel 1993 è diventato un mecenate della SCA, e venendo a conoscenza dei problemi che il comparto produttivo stava affrontando, ha convocato una riunione durante un pranzo a Highgrove, la sua residenza nel Gloucestershire.
Come hanno ricordato gli ex consiglieri del principe Carlo, in quella occasione ha optato per il modus operandi che lo contraddistingue. "Al re piace connettere persone e organizzazioni in modi che aprano possibilità e creino soluzioni. Non dice alle persone cosa fare, ma le riunisce per vedere se riescono a trovare una soluzione tra loro", ha spiegato il suo ex addetto stampa, Julian Payne.
A quella riunione hanno preso parte i produttori di formaggio insieme a funzionari del ministero dell'Agricoltura e altri esponenti del governo. Ai presenti il principe Carlo ha chiesto semplicemente se pensassero che fosse importante portare avanti questi formaggi e le loro tradizioni. Alla risposta positiva dei partecipanti è seguita la domanda diretta del membro della famiglia reale britannica, ovvero: "Cosa andrebbe fatto a questo punto?".
L'incontro si è concluso con i funzionari pubblici che hanno accettato di collaborare con tutti gli attori della produzione per elaborare insieme un codice di condotta teso a garantire una buona igiene nei piccoli caseifici. Per Hodgson si è quindi trattato di un "momento incredibilmente importante" nella storia del formaggio britannico.
Da quel momento in poi c'è sempre stato un canale di dialogo diretto tra le autorità e i protagonisti del settore caseario. Sulle colline del Galles occidentale, Patrick Holden e sua moglie Becky producono un formaggio cheddar, chiamato Hafod, usando il latte non pastorizzato delle loro 75 mucche dell'Ayrshire.
Alla Bbc hanno riferito che la loro fattoria è stata salvata dagli sforzi di re Carlo. "Ha visto la necessità per gli allevatori di aggiungere valore al loro latte", ha sottolineato Holden, che è riuscito a triplicare il valore del suo latte trasformandolo in formaggio artigianale. è anche grazie al sostegno e all'intermediazione del sovrano che nel corso degli anni il formaggio artigianale è diventato un'industria multimilionaria che supporta centinaia di piccole aziende agricole, migliaia di posti di lavoro e ora esporta in tutto il mondo, con in tutto più di 700 diversi formaggi di fattoria britannici e irlandesi sul mercato.
Oltremanica c'è chi ironizza sul fatto che oggi ci siano più formaggi britannici che francesi. Il mese prossimo re Carlo III farà la prima visita del suo regno proprio in Francia: all'ordine del giorno non ci dovrebbe essere, ovviamente, il tema dei formaggi, ma, come anticipato dalla Bbc l'ambiente e un maxi progetto per piantare milioni di alberi in Africa.
A Londra per molti l'auspicio è che Buckingham Palace possa diventare capofila nella tutela dell'ambiente e nella lotta ai cambiamenti climatici. Fonti reali hanno già confermato ai media che l'erede di Elisabetta II sta pianificando un'incoronazione a basse emissioni di carbonio: decidere chi far partecipare sarà un "atto di equilibrio" tra il rispetto del protocollo reale e il mantenimento dell'impronta di carbonio. Ad esempio potrebbe dire ai leader del Commonwealth che non è necessario essere presenti proprio per ridurre il numero di aerei che volano a Londra. (AGI)Vqv/Zec