AGI - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan critica duramente i Paesi occidentali per le politiche messe in atto dall'inizio della guerra in Ucraina.
Ne ha per tutti il leader turco, che prima parla di "politica provocatoria" nei confronti della Russia, una strategia che ha detto "apertamente" di non condividere, in pieno contrasto con la posizione "bilanciata intrapresa dalla Turchia", che continuerà sulla stessa strada.
Erdogan che ha cercato sin dall'inizio una mediazione riuscendo a far parlare i due Paesi e mediare per il passaggio del grano ucraino attraverso il Mar Nero, ha detto di "non sentirsi vincitore", per un motivo molto semplice, "la pace appare lontana".
E se appare lontana è anche a causa dell'approccio "provocatorio" assunto dall'Occidente, che mantiene "atteggiamento di sdegno" nei confronti della Russia, un Paese che "non possiamo disdegnare", salvo poi ritrovarci poi, ricorda il leader turco, a "fare i conti con il problema del gas".
Parole che ci si sarebbe potuti anche aspettare perché pronunciate a Belgrado a margine di un incontro con il presidente serbo Aleksandar Vucic, in un Paese da sempre filorusso che, come la Turchia, ha evitato di applicare le sanzioni nei confronti di Mosca.
Tuttavia Erdogan è andato molto oltre, accusando la scarsa effettività degli aiuti mandati all'Ucraina.
Erdogan non solo si è sempre schierato apertamente contro l'attacco russo e mai accettato l'annessione russa della Crimea, ma ha anche mandato a Kiev i droni TB2 Bayraktar, indigesti ai russi già dai tempi della Libia e micidiali nel rallentare l'offensiva di Mosca nel Donbass.
E l'Occidente invece? "Non c'è bisogno neanche di elencarli", i Paesi che al posto di armi hanno mandato "i ferri vecchi che si ritrovavano", mentre tutti i soldi che i vari Paesi non mancano di ricordare di aver raccolto e inviato "non si sa dove siano finiti".
Erdogan aveva sicuramente dei sassolini da togliersi dalle scarpe da tempo, lasciato solo nel tentativo di mediazione all'inizio e anche nella trattativa per il corridoio del grano, dove ha avuto il pieno sostegno, paradossalmente il solo, delle sole Nazioni Unite.
Durante una recente visita a Lviv, in Ucraina, a margine di un incontro con il presidente ucraino Volodimir Zelensky il leader turco aveva lanciato un appello affinche' la comunita' internazionale scendesse in campo per cercare una soluzione politica al conflitto.
Appello che non ha evidentemente portato a nulla, così come il traffico di delegazioni e capi di stato di tutto il mondo su Ankara negli ultimi mesi non ha avuto un seguito dal punto di vista diplomatico.