AGI - Sembra essere tornata la calma a Tripoli, dove gli scontri fra milizie avversarie negli ultimi due giorni hanno provocato 32 morti e 159 feriti. La maggior parte dei negozi ha riaperto al pubblico e anche l'aeroporto di Mitiga è tornato operativo.
I combattimenti, con armi pesanti e leggere, hanno coinvolto i sostenitori dei due governi rivali: da un lato quello di Tripoli, guidato da Abdulhamid Dbeibah, dall'altro quello dell'Est, guidato da Fathi Bashagha e sostenuto dal generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Libia orientale.
Gli scontri si sono conclusi con il tentativo fallito di Bashagha di rimuovere il governo del suo rivale, secondo quanto riportano i media e gli esperti. Gruppi armati considerati neutrali in questa resa dei conti politica, in particolare la forza di al-Radaa (deterrenza), si sono schierati con Dbeibah, svolgendo un ruolo decisivo nell'esito dei combattimenti.
Bashaga, ex ministro dell'Interno, aveva già cercato di rimuovere Dbeibah. L'intensità degli scontri delle ultime ore è senza precedenti da quando, nel giugno 2020, Haftar tentò di conquistare la capitale, al culmine della guerra civile seguita alla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011.
Il governo di transizione di Dbeibah, nato all'inizio del 2020 sotto l'egida dall'Onu con la missione principale di organizzare le elezioni dello scorso dicembre, rinviate però a tempo indeterminato per forti divergenze sulla loro base giuridica, vuole cedere il potere solo a un esecutivo espresso dagli elettori. Negli ultimi mesi sono aumentate le tensioni tra gruppi armati fedeli all'uno o all'altro dei due leader. Il 22 luglio i combattimenti avevano gia' provocato la morte di 16 persone, compresi civili, e circa 50 feriti.