AGI - Le vacanze stanno per finire. Il countdown verso il rientro in città è già scattato e il controesodo sta per iniziare. Ancora alcuni giorni e si riparte. Accade un po’ ovunque in Europa, ma in Spagna l’appuntamento con il rientro a casa sta diventando piuttosto problematico e particolarmente sentito.
Il motivo? Semplice: durante la pandemia, con il boom del lavoro a distanza, molti dipendenti che abitavano in affitto nei capoluoghi di provincia avevano scelto di svolgere la propria attività dalle periferie, ma ora - di fronte all’obbligo di tornare in ufficio almeno due o tre giorni alla settimana – non è più redditizio per molti continuare a vivere in periferia.
"Ciò significa che le richieste di affitto nelle grandi città sono aumentate", afferma Francisco Iñareta, portavoce del portale immobiliare Idealista. Così trovare una stanza è diventata una vera e propria odissea per molti.
L'offerta di appartamenti condivisi è stata ridotta del 45% nell'ultimo anno, secondo un recente rapporto. E tra i principali fattori alla base dello squilibrio tra domanda e offerta spiccano la rapida riattivazione del mercato causata dal ritorno alla normalità dopo la pandemia.
Tanto più che la radicata tradizione tra gli spagnoli di acquistare una casa non contribuisce a rilanciare il mercato degli affitti. Tra il 70% e l'80% degli inquilini vive in un appartamento di loro proprietà, secondo i dati di Pisos.com.
E il termometro dell'incertezza è più caldo che mai, informa il Paìs che al tema e al dramma per molti attuale di dover trovare una stanza in un appartamento condiviso dedica un servizio.
C’è poi la complicazione dovuta agli alti costi energetici e all'aumento dei tassi di interesse, per la guerra del gas in seguito a quella russa per la conquista dell’Ucraina, che scoraggia i proprietari di case dall'affittare le proprie abitazioni, che devono anche fare i conti con un quadro normativo traballante.
Anche se entro l'anno, promettono le autorità competenti, è prevista l'applicazione della legge sull'edilizia abitativa, che ha tra i suoi obiettivi la ricerca della mobilitazione di nuovi appartamenti per generare più offerte e limitare i prezzi degli affitti.
Il Paìs riporta questi dati: “Le variazioni delle pezzature abitative disponibili sono molto diverse nei capoluoghi di provincia della Spagna. Nella maggior parte di essi, quest'anno il crollo dell'offerta è stato pronunciato, con cali di oltre il 50% a Palma (-78%), Barcellona (-73%), San Sebastián (-71%), Málaga (-62 % ) e Madrid (-59%). L'altra faccia della medaglia è rappresentata dagli otto comuni in cui le camere offerte sono aumentate rispetto allo scorso anno. Il più avvantaggiato è Albacete, dove i clienti che desiderano affittare una stanza hanno il 50% di occasioni in più tra cui scegliere. Tuttavia, nel resto delle città gli incrementi dell'offerta sono più timidi: solo a Córdoba, Castellón de la Plana, Cáceres e Almería sono del 10%".