AGI - La Russia ha accusato i servizi di intelligence ucraini di aver compiuto l'omicidio di Daria Dugina, figlia dell'ideologo russo ultranazionalista, Aleksandr Dugin, sollevando timori di una violenta rappresaglia.
Dugina è stata uccisa sabato sera quando una bomba ha fatto esplodere la Toyota Land Cruiser che stava guidando. Secondo gli inquirenti l'ordigno era sotto il sedile dell'auto e l'intento era uccidere.
Fin da subito il Comitato investigativo ha parlato di crimine "su commissione" ma, in tempi record, l'intelligence di Mosca (Fsb) ha chiuso il caso: il sicario - assoldato dagli 007 di Kiev - è la cittadina ucraina, Natalya Pavlovna Vovk, entrata in Russia con la figlia 12enne il 23 luglio e scappata in Estonia subito dopo l'attentato.
La donna avrebbe anche affittato un appartamento nello stesso condomino di Dugina per studiarne i movimenti. Avrebbe guidato una Mini Cooper, con tre targhe diverse. Sabato 20 agosto, sarebbe andata assieme alla figlia al festival 'Tradizione', dove avrebbe piazzato la bomba mentre l'auto si trovava in un parcheggio, che però aveva le telecamere di sorveglianza spente da due settimane.
La versione, non verificabile, è corredata da un video che mostra la killer attraversare il confine russo ed entrare in un edificio che si dice appartenesse alla vittima, ma l'Fsb non ha fornito altre prove fotografiche o video per corroborare le accuse né ha compiuto arresti.
Secondo un gruppo di hacker rilanciato dai media ufficiali russi, Vovk - di cui sono stati pubblicati i documenti di identità - è anche membro del Battaglione Azov, ritenuto un gruppo terrorista di stampo nazista dalla Russia e corpo integrato da anni nell'esercito di Kiev.
Il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, ha parlato di "propaganda fantasiosa" e di "lotta intestina" dentro gli apparati di sicurezza russa.
L'accusa di Putin: "Un crimine vile"
"L'attentato è la preparazione all'apertura del 'tribunale' contro l'Azov", si legge sul canale Telegram del Battaglione, con riferimento al processo che i russi vorrebbero aprire a Mariupol contro gli uomini dell'Azov fatti prigionieri in guerra.
Intanto, mentre la versione ufficiale dell'attentato lascia più dubbi che risposte, in Russia la morte di Dugina - anche lei come il padre fiera sostenitrice dell'annientamento dell'Ucraina come nazione indipendente - sta alimentando le voci di chi chiede una linea più dura sul fronte e fa crescere i timori di una nuova ondata di repressione interna.
Il presidente russo, Vladimir Putin, si è per ora limitato a denunciare il "crimine vile e crudele", definendo Daria "una persona brillante e talentuosa dotata di un cuore autenticamente russo". Dal canto suo Dugin ha chiesto "non semplice vendetta, ma la Vittoria" nella guerra.