AGI - Una casa abitata da afroamericani ha meno valore rispetto a quella dove risiede una famiglia bianca. È quanto emerge dalla storia di una coppia del Maryland che ha fatto causa a un istituto prestiti e a una societù immobiliare per la diversa valutazione data alla loro casa a seconda del colore della pelle di chi l'aveva chiesta.
Nathan Connolly e la moglie Mott, entrambi professori alla Johns Hopkins University, avevano chiesto una valutazione della loro abitazione di Homeland, sobborgo residenziale abitato in maggioranza da bianchi, alla periferia di Baltimora.
L'obiettivo era quello di ottenere un finanziamento per una serie di lavori: secondo la denuncia, la compagnia aveva fatto una valutazione di 472 mila dollari, cifra ritenuta troppo bassa dalla società di finanziamenti per concedere il prestito.
Tre mesi dopo, i due docenti hanno presentato la stessa richiesta, e per lo stesso immobile, ma lasciando che la domanda fosse presentata da due loro colleghi bianchi. La stessa società, dopo aver visto l'abitazione, ha fatto una valutazione di 750 mila dollari, cioè 278 mila euro in più rispetto alla prima volta. A quel punto è partita la denuncia.
I coniugi Connolly hanno presentato una richiesta danni per violazione della legge sulle pari opportunita' nel credito e del Civil Rights Act del 1866, secondo il quale e' cittadino americano chiunque sia nato negli Stati Uniti, "senza distinzione di razza o colore".