AGI - L’acuirsi della tensione intorno a Taiwan per effetto della visita di Nancy Pelosi a Taipei viene sottolineato in prima pagina dalla gran parte dei quotidiani internazionali di oggi, che ragionano sulle potenziali conseguenze di un’escalation: non tanto un conflitto armato tra Usa e Cina, cui pochi sembrano credere davvero pur rilevandone il rischio, quanto di una crisi globale sul mercato dei semiconduttori, di cui Taiwan è tra i principali produttori. Altra notizia che ricorre sui giornali esteri è il referendum del Kansas che, contro le previsioni, ha respinto la cancellazione del diritto all’aborto dalla Costituzione.
Washington Post
La visita di Nancy Pelosi a Taipei segna l’inizio di “una nuova fase negli sforzi della Cina per controllare il destino di Taiwan” e le mosse di Pechino “probabilmente aumenteranno il rischio di conflitto con le forze statunitensi nel Pacifico occidentale”. Lo scrive il Washington Post in un’analisi che occupa il posto d’onore in prima pagina. Le parole della presidente della Camera americana e i suoi incontri con le autorità taiwanesi, secondo gli analisti interpellati dal quotidiano, mandano alla Cina il messaggio che “la questione di Taiwan non è più un problema che può essere risolto solo tra le due sponde dello Stretto di Taiwan", e dunque indica un mutamento nella politica americana della così detta “ambiguità strategica” disegnata da Kissinger quasi 50 anni fa.
A Washington, segnala il giornale, è concreta la preoccupazione che la rappresaglia della Cina “possa aumentare il rischio di un errore di calcolo militare con gravi conseguenze, trascinando potenzialmente altre potenze regionali e alleati degli Stati Uniti come Giappone e Australia” in un conflitto nello Stretto di Taiwan che sarebbe “una scossa enorme” per l’economia globale, dato il volume del commercio che passa nel Mar Cinese Meridionale e il ruolo chiave di Taiwan nell'industria elettronica.
In evidenza anche un’altra analisi, sui risultati del referendum del Kansas che ha mantenuto, un po’ a sorpresa, le garanzie della Costituzione statale sul diritto all’aborto, contraddicendo la sentenza restrittiva della Corte Suprema: un risultato che i democratici considerano di buon auspicio in vista delle elezioni di midterm, nella convinzione che l’attacco dei repubblicani alla libertà di scelta della donna potrebbe ritorcersi contro di loro politicamente. Al tema si collega una notizia di segno opposto, i candidati al Congresso scelti in Arizona dalla base repubblicana con in maggioranza di fede trumpiani e hanno fatto campagna sostenendo la tesi dei brogli elettorali alle presidenziali del 2020. Tra gli altri titoli, le conclusioni dell’inchiesta parlamentare sui trapianti di organo negli Usa da cui emerge che errori nella valutazione della compatibilità dei donatori hanno causato la morte di 70 pazienti e l’insorgenza di gravi patologie in altri 249.
New York Times
“Pelosi pungola la Cina alimentando il ribollire della tensione”: così il New York Times descrive nel suo titolo di prima pagina gli effetti della visita della presidente della Camera a Taiwan. Un viaggio che secondo il Nyt “ha posto le basi per una nuova fase di rischio calcolato di Usa e Cina per il potere e l’influenza in Asia”, con Taiwan che “si sta ora preparando per le esercitazioni militari a fuoco vivo che Pechino inizia giovedì - un'escalation senza precedenti storici recenti - che potrebbero circondare l'isola e sganciare missili in mare a sole 10 miglia dalla sua costa”.
In primo piano anche “la schiacciante sconfitta” nel referendum del Kansas dell’abolizione del diritto all'aborto nella costituzione statale: un risultato, osserva il giornale, che “ha subito incoraggiato i democratici a essere più assertivi sul diritto all'aborto e persino a far proprio in parte del linguaggio a lungo utilizzato dai conservatori contro l'eccessiva invadenza del governo, bollando i divieti di aborto come una violazione delle libertà personali”. Tra gli altri titoli, un focus sull’ascesa in seno al partito repubblicano di candidati che sono apertamente sostenitori della tesi che la sconfitta di Trump alle presidenziali del 2020 sia frutto di brogli, il via libera del Senato americano all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato.
Wall Street Journal
Riflette sulle conseguenze della visita di Nancy Pelosi a Taiwan il Wall Street Journal, e nota che per quanto la speaker della Camera abbia affermato di volere rafforzare “quello che ha definito l'impegno ferreo dell'America nel preservare la democrazia di Taiwan”, il suo viaggio “ha anche portato l'attività militare di Pechino in quelle che Taipei rivendica come sue acque territoriali, suscitando la prospettiva di una maggiore pressione su un'isola che è il punto critico più sensibile nelle relazioni Usa-Cina”.
Il quotidiano sottolinea che le imponenti esercitazioni aeronavali che la Repubblica popolare cinese ha iniziato nello Stretto di Taiwan, con l’uso anche di missili che si prevede passeranno sopra Taipei, sono volte “a mostrare la capacità di Pechino di isolare l'isola con le sue forze armate, interrompendone i commerci”. Se effettivamente attuato, un blocco di Taiwan “avrebbe ricadute sull'economia globale dato il ruolo dell'isola nelle esportazioni di prodotti come semiconduttori”, rileva il Wsj. In primo piano anche il referendum del Kansas dove “elettori di tutto lo spettro politico hanno contribuito al forte rifiuto di una proposta di emendamento costituzionale statale che avrebbe eliminato il diritto all'aborto”: i no sono stati il 60%, un “risultato a sorpresa” con un “potenziale impatto” sulle elezioni di midterm: secondo il giornale, molti repubblicani lo considerano un “segnale d’allarme” anche perché l'alta affluenza alle urne (il doppio rispetto alle primarie dello Stato) indica che la battaglia sull'aborto “potrebbe dare energia ai democratici e influenzare gli elettori indipendenti”. Tra gli altri titoli, la svolta di Netflix che apre alla pubblicità nei suoi programmi, dopo aver per anni assicurato che non li avrebbe mai interrotti con spot: una risposta alle difficoltà causate dal calo di abbonamenti.
Financial Times
SoftBank ha raccolto 22 miliardi di dollari con accordi che ridurrebbero drasticamente la sua partecipazione in Alibaba nei prossimi anni. E’ la notizia di maggior evidenza sulla prima pagina del Financial Times, secondo cui in questo modo l’investitore giapponese “risponde a una flessione del mercato che ha devastato il suo portafoglio tecnologico”. Il gruppo, guidato dal fondatore Masayoshi Son, quest’anno ha venduto circa un terzo della sua partecipazione in Alibaba tramite contratti a termine prepagati, un tipo di derivato che SoftBank ha usato sempre più spesso per fare cassa conservando comunque la possibilità di mantenere le azioni, spiega Ft, e nota che in tal modo ha ceduto finora più della metà delle sue quote in Alibaba.
Questo “potrebbe ridurre la sua partecipazione nel colosso cinese dell’e-commerce al di sotto della soglia per mantenere il seggio nel consiglio di amministrazione e impedire al gruppo giapponese di mettere a bilancio la sua parte di utili di Alibaba. Sarebbe, sottolinea il giornale, “la fine di un’era” che ha fatto del patron di Alibaba, Jack Ma, l’uomo più ricco della Cina e di Masayoshi Son il più ricco del Giappone. In risalto anche l’esperimento con cui scienziati dell’università americana di Yale hanno fatto rivivere il cuore di un maiale un’ora dopo il decesso: un risultato che per Ft “confonde il confine tra vita e morte”.
The Times
La grave siccità che sta colpendo il Regno Unito è il tema principale sulla prima pagina del Times, con un’eloquente fotografia di un parco di Londra dove i prati un tempo sempreverdi sono gialli di erba secca. Il titolo è sul divieto di irrigare imposto a causa della penuria di acqua: alcuni invasi sono al livello più basso degli ultimi vent’anni, il periodo novembre-luglio è stato il più meno piovoso dal 1976 e il mese scorso è stato il più asciutto dal 1935.
In questo quadro, il divieto di irrigare, già imposto a 2,2 milioni di utenti nel Kent e nel Sussex, potrebbe essere esteso da Tahmes Water, il maggior operatore del settore, e da altre aziende, ad altri milioni di famiglie. Resta in risalto la sfida tra la ministra degli Esteri Liz Truss, in forte vantaggio, e l’ex cancelliere dello Scacchiere, Rischi Sunak, per la leadership Tory e quindi per l’incarico di primo ministro: il giornale pubblica un lungo articolo, pieno di critiche per Sunak e di lodi per Truss, firmato da Sajid Javid, ex ministro della Salute ed ex cancelliere del governo di Boris Johnson.
Le Monde
Le tensioni su Taiwan sono la notizia di apertura su Le Monde: “Visita americana, ira e minacce cinesi”, titola il quotidiano che mette l’accento sulle imponenti manovre militari organizzate dalla Cina attorno all’isola come “ritorsione” per il viaggio a Taipei della presidente della Camera americana, Nancy Pelosi. Il quotidiano sottolinea che la crisi cade “in un momento delicato per Xi Jinping”, non solo perché il leader punta a essere confermato per il terzo mandato dal congresso del Partito comunista cinese che si terrà in autunno, ma perché deve fare i conti anche con il rallentamento dell’economia, assai spinoso per chi ha fondato sulla crescita le basi del suo consenso tra gli apparati e nella società.
Dall’altro lato dello Stretto, scrive Le Monde, in tanti plaudono alla visita della Pelosi e la popolazione considera benvenuto il sostegno degli Usa nel confronto con la Cina, cominciano a levarsi voci critiche per i rischi di escalation che ciò ha determinato. Spazio anche al Libano, in profonda crisi a due anni dall’esplosione che ne ha distrutto il porto: all’indomani di quel disastro, che fece 215 morti e 6.000 feriti, Macron “aveva promesso molto al popolo libanese” ma due anni dopo, la sua retorica “si è infranta sulla resistenza dei cacicchi locali e sulla debolezza dei mezzi messi in atto per sanzionarli”, osserva il quotidiano.
Le Figaro
Il secondo anniversario della catastrofica esplosione che il 4 agosto del 2020 devastò il porto di Beirut, causando centinaia di morti e migliaia di feriti, offre a Le Figaro lo spunto per una riflessione sulla crisi del Paese, con il quale la Francia ha forti legami avendolo amministrato dal 1926 al 1943 come mandataria delle Società delle Nazioni. “Beirut, la verità soffocata”: questo il titolo di apertura, centrato sul nulla di fatto delle indagini per accertare le responsabilità del disastro. “Ignorando le domande dei libanesi, la vecchia classe politica ostacola l’inchiesta e fa sì che nessun responsabile di alto livello sia chiamato a rendere conto”, scrive il giornale, che invoca “giustizia per il Libano”. In primo piano anche un’intervista del quotidiano al ministro dell’Interno, Gerard Darmanin, che promette “lotta senza quartiere contro i delinquenti stranieri”.
El Pais
Le conseguenze della visita della presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, a Taiwan in evidenza su El Pais, che mette in prima pagina l’impennata della tensione tra Usa e Cina. Il viaggio “ha scatenato una contundente reazione militare ed economica da parte del regime di Pechino e ha simbolicamente rafforzato Taiwan”, nota il giornale, secondo cui ha anche “messo in difficoltà l'amministrazione Biden” perché il presidente aveva espresso riserve sulla visita.
Con la tappa a Taipei, Pelosi ha inviato “un messaggio di sostegno all'attuale indipendenza de facto di Taiwan”, che però “potrebbe creare una dissonanza nella politica estera degli Stati Uniti o addirittura conseguenze che nessuno ora controlla, con l'Europa impegnata in una guerra sul proprio suolo”, rileva El Pais, mentre “la Cina potrebbe trovare in una visita di per sé innocua il pretesto o l'incentivo per un'escalation militare, comunque improbabile vista la celebrazione entro tre mesi del 20esimo Congresso Nazionale del Partito Comunista”. L’apertura del giornale è però sulla politica interna, con la durissima opposizione del Partito popolare alle misure di risparmio energetico che il governo Sanchez intende imporre a negozi, alberghi, stazioni dei trasporti ed edifici pubblici. Spazio anche al referendum del Kansas che ha respinto modifiche della Costituzione statale restrittive del diritto all’aborto.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
“Ne valeva la pena?”: questa la domanda che la Frankfurter Allgemeine Zeitung pone in prima pagina sul viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan. Domanda alla quale, scrive il quotidiano, “sarebbe difficile ottenere una risposta onesta” dalle autorità di Taipei, per cui “gli stretti legami con il Congresso americano sono l'ancora di salvezza di Taiwan, senza la quale lo stato insulare sarebbe già stato inghiottito dalla Cina molto tempo fa”. Ma, sottolinea la Faz, Pechino “sembra voler fare tutto il possibile per aumentare il costo di questa visita per Taiwan, se non altro per impedire a noti politici di altri Paesi di avere l'idea di recarsi a Taipei per aiutare il Paese assediato a dimostrare la loro solidarietà”. Dunque, “le manovre militari annunciate intorno a Taiwan sono più di un temporale passeggero” e “il rischio che ne nasca uno scontro militare è maggiore di quanto non sia stato per molto tempo”. Si tratta, secondo la Faz, “di un prezzo piuttosto alto per una visita simbolica”.
L’apertura del giornale è però, ancora una volta, sulla crisi del gas, con le accuse del cancelliere Olaf Scholz alla Russia di non aver fatto quanto di sua competenza per ottenere la consegna di quella turbina la cui mancanza viene addotta a motivo del taglio delle forniture sul gasdotto Nord Stream 1. In rilievo anche le nuove misure anti Covid presentate dal governo tedesco, in vista della scadenza, a settembre, di quelle attualmente in vigore: cade, tra l’altro, l’obbligo di mascherina per gli studenti delle scuole elementari
China Daily
Il tema dominante sul China Daily, com’era più che prevedibile, è la visita a Taiwan della presidente della Camera americana Nancy Pelosi. Tra i vari titoli dedicati alla notizia, spicca quello sulle “contromisure” adottate dalla Cina, ovvero le esercitazioni militare avviate a torno a Taiwan “con attività aeronavali su larga scala”, le “misure punitive contro gli estremisti indipendentisti taiwanesi”, e il blocco delle esportazioni di sabbia verso l’isola e dell’importazione dei suoi prodotti agricoli. I dettagli delle manovre della flotta nelle acque di Taiwan si leggono in uno specifico articolo, mentre un altro servizio riferisce della “condanna internazionale per la sfacciata interferenza” americana negli affari interni cinesi, e fa l’elenco dei Paesi che hanno difeso le posizioni di Pechino, a cominciare dalla Russia, per continuare con Corea del Nord, Venezuela, Eritrea, Pakistan, Bielorussia, Cuba, Siria, Iran, Nicaragua e Lega Araba.
“Molti taiwanesi non apprezzano il viaggio della Pelosi che crea problemi”, e “sanno che lo ha fatto per fare un gesto forte contro la Cina e compiacere così i suoi finanziato, e suonare la grancassa a casa per raccogliere il sostegno degli elettori per il Partito democratico nelle prossime elezioni di midterm”, scrive il quotidiano nel suo editoriale, e conclude con questo avvertimento: "Collaborando con le forze esterne, i secessionisti intendono rovinare i mezzi di sussistenza del popolo taiwanese per i propri interessi egoistici, e le loro mosse non faranno che spingere Taiwan ulteriormente verso un abisso”.
Quotidiano del Popolo
La Cina “è ferma come una roccia nella sua determinazione a conseguire la riunificazione della patria” e il viaggio di Nancy Pelosi “modifica la politica degli Usa su Taiwan e ne svela gli errori di calcolo sul lungo periodo”: così scrive il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, nei due lunghi editoriali sul viaggio della speaker della Camera Usa a Taipei. “La riunificazione della Cina è una tendenza storica e la strada giusta, mentre ‘l'indipendenza di Taiwan’ va controcorrente rispetto alla storia ed è una strada verso il nulla”, afferma il giornale e avverte che “ricadrà sugli Stati Uniti ogni conseguenza che dovesse scaturire dalle giuste e legittime contromisure adottate dalla Cina”, che peraltro “si è astenuta dalle provocazioni, perché avrebbe potuto mandare i suoi caccia a scortare l’aereo della Pelosi”. Adesso, per il quotidiano, “è svaporata ogni illusione dell’impegno degli Usa sulla politica di una sola Cina”, ma la visita della Pelosi “è stato il primo colpo di una guerra contro la Cina che gli Usa perderanno”.