AGI - La star del basket statunitense, Brittney Griner, si è dichiarata colpevole di aver portato cannabis in Russia, ma ha detto che non intendeva infrangere la legge. La giovane è stata arrestata a febbraio perchè in possesso di un liquido a base di cannabis in un aeroporto di Mosca: è stata accusata di possesso e contrabbando di droga per cui rischia fino a 10 anni di carcere.
"Vorrei dichiararmi colpevole di tutte le accuse", ha detto alla corte, aggiungendo però che "non intendeva violare la legge russa". Il prossimo appuntamento del processo è il 14 luglio.
Appello al presidente Usa
Griner mercoledì ha rivolto un appello al presidente Usa, Joe Biden, dicendo di temere di non poter mai tornare a casa e chiedendo di non esser dimenticata, "insieme agli altri detenuti americani in Russia". "Mentre sono qui in una prigione russa, da sola con i miei pensieri e senza la protezione di mia moglie, della mia famiglia, dei miei amici, della maglia olimpica o di qualsiasi risultato, sono terrorizzata all'idea di dover rimaner qui per sempre".
"Per favore, fai tutto il possibile per riportarci a casa. Ho votato per la prima volta nel 2020 e ho votato per te. Credo in te. Ho ancora così tanto bene da fare con la mia libertà che puoi aiutarmi a recuperare. Mi manca mia moglie! Mi manca la mia famiglia! Mi mancano i miei compagni di squadra! Mi uccide sapere che stanno soffrendo così tanto in questo momento. Sono grata per tutto ciò che potrai fare per riportarmi a casa".
La lettera di Griner è stata consegnata alla Casa Bianca in occasione della festa del Giorno dell'Indipendenza, che secondo Griner ha un significato completamente nuovo per lei quest'anno. "Il 4 luglio, la nostra famiglia normalmente onora coloro che hanno combattuto per la nostra libertà, come mio padre che è un veterano della guerra del Vietnam". La 31enne - che si era recata in Russia per giocare in un club locale prima della ripresa della stagione negli Stati Uniti - è stata arrestata all'aeroporto di Mosca a febbraio, dopo che nel suo bagaglio sono state trovate cartucce di vaporizzatore con olio di cannabis; l'arresto è avvenuto pochi giorni prima che il presidente russo Vladimir Putin inviasse truppe in Ucraina, sfidando i moniti Usa sulle conseguenze di un'invasione. Le autorità statunitensi inizialmente hanno mantenuto un basso profilo sul caso, che non è stato reso noto al pubblico fino al 5 marzo. Ma sullo sfondo del graduale degrado delle relazioni, Washington afferma ora che la Russia ha "ingiustamente arrestato" la star del basket e il caso è finito nelle mani dell'inviato speciale Usa per gli ostaggi.
Biden e Harris telefonano alla moglie
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la vicepresidente, Kamala Harris, hanno telefonato a Cherelle Griner, moglie della cestista americana Brittney Griner, per assicurarle che le autorità Usa sono al lavoro per ottenere "il prima possibile" la liberazione della donna, arrestata in Russia lo scorso febbraio con l'accusa di contrabbando di droga. Lo riferisce una nota della Casa Bianca.
"Il presidente ha chiamato Cherelle per rassicurarla di essere al lavoro per ottenere il prima possibile la liberazione di Brittney, nonché di Paul Whelan e di altri cittadini degli Stati Uniti che sono ingiustamente detenuti o tenuti in ostaggio in Russia e nel mondo", si legge nella nota, "le ha anche letto una bozza della lettera che il presidente sta inviando oggi a Brittney Griner". Alla conversazione si è unita anche Harris, riferisce la Casa Bianca. Il presidente, si legge ancora nella nota, "ha offerto il suo sostegno alla famiglia di Cherelle e Brittney e si è impegnato a garantire che ricevano tutta l'assistenza possibile mentre la sua amministrazioni batte ogni strada per riportare a casa Brittney".
Griner, 31 anni, vincitrice di due ori olimpici e un titolo Wnba, era stata arrestata lo scorso 17 febbraio durante una perquisizione all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, in arrivo dagli Stati Uniti, perché aveva con sé alcune cartucce per un vaporizzatore con olio di hashish. Lunedì scorso i legali di Griner avevano consegnato a Biden una lettera nella quale l'atleta aveva espresso il timore di non uscire mai più dalle prigioni russe. Il processo alla cestista, che rischia fino a 10 anni di carcere, è iniziato lo scorso 1 luglio.