AGI - Cina e Russia sono pronte ad approfondire la cooperazione multilaterale, in vista della riunione del G20 di Bali, in Indonesia, quando Cina e Stati Uniti torneranno a parlarsi faccia a faccia, in un clima di forti tensioni. In un incontro con l'ambasciatore russo in Cina, Andrey Denisov, il vice ministro degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, ha sottolineato che la Cina è disposta a rafforzare il coordinamento strategico con la Russia e a espandere la cooperazione pragmatica in quadri multilaterali, tra cui il G20, "in modo da promuovere lo sviluppo del sistema di governance globale in una direzione più giusta e ragionevole".
Il nuovo contatto tra Cina e Russia giunge a breve distanza dalla conferma di Pechino dell'incontro a Bali tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in vista di un nuovo colloquio telefonico tra i due capi di Stato, Xi Jinping, e Joe Biden, che sarebbe il primo dal marzo scorso.
Cina e Russia hanno rinsaldato la partnership al vertice dei Brics, la sigla che riunisce le economie emergenti di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ospitato in modalità virtuale dalla Cina. Gli Stati Uniti, l'Occidente, il G7 e la Nato sono i principali bersagli delle critiche di Cina e Russia. Pechino e Mosca hanno mostrato un fronte comune contro le sanzioni alla Russia per l'invasione dell'Ucraina - mai condannata da Pechino - e criticando l'Occidente e la Nato, contro cui Pechino punta il dito per il timore di un allargamento dell'Alleanza al versante Asia-Pacifico.
Cina e Russia sono stati i bersagli principali dell'Alleanza Atlantica che settimana scorsa ha definito Mosca "la più significativa e diretta minaccia" per gli alleati, e Pechino come una "sfida agli interessi, alla sicurezza e ai valori" dei Paesi del gruppo. Pechino ha rispedito le critiche ai mittenti, replicando di considerare la Nato una "sfida sistemica alla pace e alla stabilità mondiali" e avvertendo che "non resterà a guardare" se riterrà che i propri interessi nazionali vengano danneggiati dall'Alleanza Atlantica.
La cooperazione tra Mosca e Pechino mostra risultati tangibili soprattutto sul piano delle importazioni cinesi di greggio russo, soggetto a sanzioni dall'Unione Europea dopo l'invasione dell'Ucraina da parte dei soldati di Mosca. Secondo stime preliminari citate dall'agenzia Reuters, a giugno la Russia si è confermata il principale fornitore di greggio della Cina, superando ancora una volta l'Arabia Saudita, a circa due milioni di barili al giorno, equivalenti a circa il 15% della domanda cinese di greggio.
La previsione degli analisti è in linea con i dati di maggio scorso, quando Pechino aveva registrato un aumento delle importazioni di greggio russo del 55% su base annua, a quota 8,42 milioni di tonnellate. Oltre alla Cina, anche l'India ha aumentato le importazioni di greggio russo: combinati, i due giganti asiatici hanno aumentato le importazioni di greggio russo, in media, di un milione di barili al giorno nel mese di maggio rispetto ai valori di aprile scorso.
In un'atmosfera di apparente convergenza tra Russia e Cina e di crescente tensione tra Pechino e Washington si terrà l'incontro tra Wang e Blinken a margine del G20 dei ministri degli Esteri. Blinken non incontrerà il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha confermato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price (l'appuntamento di Bali non potrà essere "business as usual", ha detto) e anche il dialogo con Pechino appare in salita.
I colloqui - i primi tra Blinken e Wang dal G20 di Roma di fine ottobre - sono preceduti da scintille tra le due sponde del Pacifico, con Pechino che ha definito Blinken "ipocrita e falso" per avere dichiarato che la Cina minaccia l'ordine internazionale basato su regole, e che accusa Washington di egemonia.
"Il cosiddetto ordine internazionale degli Stati Uniti basato su regole", ha scandito il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, "è in realtà una regola interna con alcuni Paesi, che serve gli interessi privati egemonici degli Stati Uniti".
Nessuno spazio sembra esserci neppure sui temi caldi della questione di Taiwan, su cui Pechino rivendica la sovranità, e dei diritti umani nello Xinjiang, dove Pechino è accusata di estese violazioni dei diritti umani ai danni degli uiguri. Gli Stati Uniti "devono smettere di condonare e sostenere l'indipendenza di Taiwan e mantenere le basi politiche delle relazioni tra Cina e Usa con azioni concrete", ha detto oggi Zhao, e devono smettere di "inventare bugie" sul lavoro forzato nello Xinjiang, e creare "condizioni favorevoli" alla cooperazione tra Cina e Usa, "piuttosto che nuovi ostacoli".