AGI - Salah Abdeslam, il terrorista che si ritiene essere l'unico sopravvissuto del commando che comì gli attentati di Parigi e Saint-Denis, nel 2015, in cui morirono 130 persone, è stato condannato all'ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
I giudici hanno dunque interamente seguito le indicazioni della Procura nazionale antiterrorismo che aveva chiesto questa rarissima sanzione, che rende minima ogni possibilità di scarcerazione, una sentenza che è stata pronunciata solo quattro volte in Francia.
Il terrorista franco-belga, che ha trascorso sei anni in prigione, è stato riconosciuto colpevole di terrorismo e omicidio. Il suo atteggiamento durante il processo è cambiato: dalle fasi iniziali, in cui si è mostrato arrogante e definito "un soldato del califfato", è passato a quelle finali, in cui ha pianto e chiesto scusa ai famigliari delle vittime. Ma ha lasciato aperte molte incognite.
Proprio al processo, per la prima volta Abdeslam ha raccontato che la sua missione era quella di farsi saltare in aria in un bar del 18 arrondissement di Parigi ma che dopo essere entrato nel locale e aver visto i clienti non lo fece "per umanità"; ma evidentemente i giudici hanno pensato, come la procura, che semplicemente il giubbotto esplosivi non abbia funzionato.
In totale, i cinque magistrati della corte d'assise speciale di Parigi hanno emesso condanne che vanno da due anni di reclusione all'ergastolo contro i 20 imputati, che erano processati da settembre, di cui sei per contumacia.