AGI - Le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha commentato il via libera di Londra all'estradizione negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, con l'accusa di spionaggio, richiamano all'attualità il caso di Edward Joseph Snowden, la 'gola profonda' dell'Nsa, l'uomo che nove anni fa ha rivelato al mondo i dettagli dei segretissimi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e quello britannico. Snowden si trova infatti ancora in Russia, sotto la protezione del Cremlino. Gli è stato accordato il permesso di residenza permanente in Russia.
Ex-esperto informatico della Cia, divenuto poi consulente della National Security Agency (Nsa), la superagenzia per la sicurezza nazionale americana, attraverso la collaborazione con Glenn Greenwald, giornalista del 'Guardian' che pubblicò una serie di denunce sulla base delle sue rivelazioni (che gli valsero il Pulitzer), Snowden ha svelato informazioni di intelligence segretissime, tra cui il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti e Unione europea e numerosi programmi di sorveglianza di Internet.
Quando nei primi giorni del giugno 2013 il Guardian iniziò a pubblicare gli articoli di denuncia, Snowden si trovava in un albergo di Hong Kong, dopo essere scappato dalle Hawaii. Il 21 giugno il dipartimento di Giustizia lo accusò di violazione dell'Espionage Act per furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata. Pochi giorni dopo, il 'whistleblower' fuggi' in Russia dove ottenne asilo politico, seguito nel 2020 a un permesso di residenza permanente.
La decisione di Mosca di accoglierlo portò a un ulteriore brusco peggioramento delle relazioni con Washington, tanto da portare al clamoroso annullamento dell'incontro tra Barack Obama e Vladimir Putin che si sarebbe dovuto tenere nella capitale russa nel settembre 2013. Le rivelazioni di Snowden hanno creato imbarazzo al governo Usa perché è stata messa a nudo con dovizia di particolari la 'mission' della superagenzia Nsa per la sicurezza nazionale, potenziata da George W. Bush all'indomani dell'11 settembre e passata indenne ai diversi cambi di amministrazione.
Secondo l'allora direttore dell'intelligence Usa, James Clapper, le rivelazioni di Snowden hanno creato gravissimi danni alla capacità di raccolta delle informazioni dei servizi segreti Usa. Diverso, ovviamente, il giudizio di Glenn Greenwald, il giornalista del 'Guardian' che ha pubblicato le informazioni di Snowden, secondo il quale queste rivelazioni non contenevano un solo elemento in grado di "compromettere, anche lontanamente, la sicurezza nazionale".
Tesi condivisa dallo stesso Snowden che ha spiegato che il suo unico desiderio era quello di informare le persone su ciò che veniva "fatto in loro nome e quello che è stato fatto contro di loro". Una giustificazione che ha convinto l'Europa, tanto da riconoscergli il ruolo di "informatore e difensore internazionale dei diritti umani": il 29 ottobre 2013 con 285 voti a favore e 281 contrari il Parlamento europeo chiese agli Stati membri di offrire protezione e di ritirare ogni impugnazione penale nei suoi confronti ed evitare che venisse concessa l'estradizione o consegnato a Paesi terzi.
Nel 2019 Snowden ha pubblicato la sua autobiografia, 'Permanent Record' (in Italia tradotto come 'Errore di sistema'), nella quale ha raccontato come abbia aiutato le autorità americane a costruire il sistema di sorveglianza di massa e come e perche' abbia poi deciso di denunciarlo.