AGI - Dopo oltre un'ora di ritardo per "massicci attacchi informatici" ai sistemi del Forum economico di San Pietroburgo (Spief), il presidente russo, Vladimir Putin, ha fatto il suo ingresso sul palco della sessione plenaria della ormai ex Davos sul Baltico per pronunciare un atteso discorso in cui ha delineato la sua idea di "nuovo mondo" in cui il dominio americano è ormai tramontato in modo "irreversibile".
A fianco di uno dei pochi leader stranieri intervenuti in presenza allo Spief, il presidente kazako Qasym-Jomart Tokayev - a cui si è unito brevemente con un video messaggio il leader cinese Xi Jinping - in un discorso dalla durata record, Putin ha affrontato diversi temi: dai nuovi equilibri geopolitici, alla situazione economica della Russia sotto sanzioni, dalle ragioni di quella che Mosca continua a chiamare "operazione militare speciale" fino alla prospettiva dell'adesione dell'Ucraina all'Ue.
Nuovi equilibri internazionali
Putin è partito subito con un duro attacco agli Stati Uniti, che a suo dire "si sono eletti emissario di Dio sulla Terra" e hanno ancora un "atteggiamento coloniale". "L'era dell'ordine mondiale unipolare è finita, nonostante tutti i tentativi di conservarlo con qualsiasi mezzo", ha tuonato, avvertendo che "nulla sarà più come prima".
"Negli ultimi decenni, sul pianeta si sono formati nuovi potenti centri che si fanno sentire con sempre maggiore forza, ciascuno sviluppando i propri sistemi politici, implementando i propri modelli di crescita economica e, naturalmente, ognuno ha il diritto di proteggere la propria sovranità nazionale. Si tratta di processi oggettivi, di cambiamenti tettonici, rivoluzionari nella geopolitica, nell'economia globale, nella sfera tecnologica, nell'intero sistema delle relazioni internazionali e sono irreversibili".
"Tuttavia, sembra le élite dominanti di alcuni Paesi occidentali vivono nell'illusione e si aggrappano ostinatamente all'ombra del passato".
I problemi economici, russi e mondiali
Allo Spief, Putin ha ribadito che "le tendenze negative nell'economia globale non sono causate dall'operazione militare speciale in Ucraina" e che l'inflazione e "l'aumento dei prezzi dell'energia in Europa era iniziato prima" della guerra. Ha poi rilanciato la posizione di Mosca, secondo cui l'Europa e gli Usa stanno subendo le conseguenze di "politiche miopi" come le sanzioni.
"Sono i politici europei ad aver causato con le loro stesse mani seri danni alla propria economia", ha denunciato; le "folli sanzioni" contro Mosca, ha detto, "hanno fallito" nell'obiettivo di colpire l'economia russa mentre costeranno all'Europa "oltre 400 miliardi di dollari", ha stimato Putin. L'attuale situazione in Europa- ha poi predetto - dove "si mettono da parte gli interessi del popolo", "porterà a un'ondata di radicalismo e, in prospettiva, a un cambio di élite".
Sulle condizioni dell'economia russa ha assicurato che si lavora a mantenere l'obiettivo dell'inflazione al 4% e a rendere il Paese indipendente soprattutto nel campo delle tecnologie chiave, settore colpito dalle sanzioni occidentali. "Solo un Paese indipendente" economicamente può "avere un futuro sovrano", ha asserito, dichiarando che la Russia "non si auto-isolerà" e rimarrà aperta anche ai partner occidentali.
Il rapporto con la Cina
Dopo il breve discorso di Xi, che ha lodato i "buoni rapporti" e la cooperazione con la Russia, Putin ha spiegato che la collaborazione con Pechino - oggi "centro dello sviluppo" mondiale - "non è legata a recenti eventi geopolitici". Riferendosi a chi ha parlato della delusione di Mosca davanti allo scarso supporto fornito da Pechino dopo l'invasione dell'Ucraina, Putin ha ammesso: "Non mi aspetto che la Cina ci assecondi o 'accompagni' in tutto".
Le ragioni della guerra e i rapporti con Kiev
Parlando dell'operazione speciale, Putin - che dopo il suo discorso è stato intervistato dalla direttrice di Russia Today, Margarita Simonyan, nella grande sala della plenaria - ha ribadito che l'operazione militare "è una tragedia" che è però stata una "decisione inevitabile" e "legittima" per "difendere" i russi in Donbass e la sicurezza nazionale.
Putin è stato applaudito dalla sala quando ha riaffermato la sua determinazione a continuare l'operazione speciale i cui obiettivi, ha assicurato "saranno raggiunti".
Riconoscendo indirettamente la portata della distruzione in corso in Ucraina per mano russa, Putin ha invitato il suo esercito "a non trasformare le città liberate in una sorta di Stalingrado", riferendosi alla città sovietica rasa al suolo dalla guerra di logoramento durante il secondo conflitto mondiale e oggi ribattezzata Vologograd.
Sulla questione del blocco del grano nei porti ucraini, il leader del Cremlino si è detto disponibile al dialogo con le Nazioni Unite e ha ribadito che la Russia è pronta a garantire il transito di navi che esportano il grano ucraino attraverso il Mar Nero, ma che l'Ucraina ha anche cinque o sei rotte alternative - attraverso la Bielorussia, la Polonia o la Romania.
"Devono decidere le autorità di Kiev senza interferenze da oltreoceano", ha detto. L'Ucraina preme per lo sblocco del porto di Odessa da dove transita la maggior parte del suo grano; il timore è che l'apertura di un corridoio per le navi cargo possa essere utilizzato dai russi per attaccare la città.
Le prospettive dell'adesione di Kiev all'Ue
Nel giorno delle raccomandazioni della Commissione europea a conferire lo status di candidato membro Ue all'Ucraina, Putin ha assicirato che il Cremlino "non è contrario". "L'Ue non è un blocco politico-militare a differenza della Nato e non abbiamo nulla in contrario all'adesione". Putin ha però lanciato un avvertimento: "La struttura economica dell'Ucraina richiederà ingenti sussidi", con la sua adesione "rischia di diventare una colonia dell'Unione europea".
Putin ha poi lanciato lo sguardo oltre la guerra - a riguardo non ha mai fatto un accenno a possibili soluzioni negoziali - e si è detto certo che "prima o poi la situazione si normalizzerà, il miglioramento delle nostre relazioni con l'Ucraina è inevitabile".