AGI - Wall Street ha chiuso in rialzo dopo la decisione della Fed di aumentare i tassi dello 0,75%, il singolo ritocco più ampio dal 1994.
Il Dow Jones ha guadagnato l'1% a 30.668 punti, l'S&P 500 l'1,42% a 3.788 e il Nasdaq il 2,50% a 11.099. I mercati hanno apprezzato la franchezza con cui il presidente dell'istituto centrale statunitense ha sottolineato che la battaglia contro la corsa dei prezzi al consumo "è essenziale".
Anche a costo di dover mettere sul piatto un nuovo rialzo del costo del denaro da tre quarti di punto già in occasione del direttivo in programma a fine luglio.
Gli investitori si sono sentiti rassicurati dalla scelta della Fed di non limitarsi a mezze misure. A beneficiare del maxi-ritocco al costo del denaro sono state innanzitutto le banche, i cui bilanci saranno i primi a beneficiare della risalita dei tassi d'interesse. Citigroup ha messo a segno un progresso del 3,52%, Goldman Sachs del 2,92%, Wells Fargo dell'1,98%, Bank of America dell'1,88% e Morgan Stanley dell'1,41%.
Ancora meglio hanno fatto i tecnologici, che più degli altri avevano pagato la recente striscia di cinque chiusure negative.
Netflix è balzata del 7,50% e Amazon del 5,24%. Ma forti acquisti si sono registrati anche sulle altre megacap, con Meta su del 3,43%, Microsoft del 2,97%, Alphabet del 2,86% e Apple del 2,01%.
A scendere è stato invece il prezzo del petrolio. Al Nymex il Wti ha ceduto il 3,04% a 115,31 dollari al barile.
Sul greggio hanno pesato i timori per la sempre più probabile frenata dell'economia, sancita anche dalle previsioni della Fed che ha tagliato all'1,7% dal 2,8% la propria stima di crescita del Pil per quest'anno.
Un calo che non ha mancato di far sentire i propri effetti sui titoli del settore, con Chevron giù dell'1,96%, ConocoPhillips dell'1,94% ed ExxonMobil dell'1,26%.