AGI - Con l'uccisione del fotoreporter francese Frederic Leclerc-Imhoff, si allunga l'elenco dei giornalisti e operatori dei media uccisi, feriti, rapiti o attaccati dall'inizio della guerra in Ucraina.
Secondo il bilancio aggiornato stilato dall'organizzazione Reporter senza frontiere, dal 24 febbraio in Ucraina in tutto sono stati uccisi 8 operatori dei media e 13 altri sono rimasti feriti da colpi d'arma da fuoco.
Il nome di Leclerc-Imhoff, 32 anni, è l'ultimo del tragico conteggio di Rsf. Il reporter dell'emittente Bfmtv, che realizzava un servizio sull'evacuazione di civili nella regione di Lugansk, nell'Est, è stato ucciso da schegge di granate nel collo, dopo che il convoglio a bordo del quale viaggiava è stato colpito.
Con lui il collega Maxime Brandstaetter e la loro cameraman Oksana Leuta, sono rimasti feriti e trasportati in un vicino ospedale.
Prima del giornalista francese, a perdere la vita nell'esercizio della professione documentando la guerra in Ucraina erano stati il 2 aprile il regista e antropologo lituano Mantas Kvedaravicius, il 1 aprile Max Levin dell'agenzia Reuters, il 23 marzo Oksana Baoulina del media di investigazione russo online The Insider, il 15 marzo la produttrice ucraina Oleksandra Kuvshynova e il cameraman franco-irlandese Pierre Zakrzewski di Fox News, il 13 marzo Brent Renaud, noto giornalista, fotoreporter, regista e documentarista statunitense e il 1 marzo Evgeny Sakun, cameraman dell'emittente locale Kiev Live TV.
Dall'inizio del conflitto, i primi a essere stati feriti il 26 febbraio sono stati i giornalisti danesi Stefan Weichert e Emil Filtenborg Mikkelsen, corrispondenti del giornale Ekstra-Bladet.
Il 28 febbraio Stuard Ramsey, responsabile del team della britannica Sky News, è stato ferito da colpi d'arma da fuoco.
L'11 marzo viene ferito Marian Kouchnir, corrispondente della filiale russa del media Usa Radio Free Europe Radio Liberty.
Il 14 marzo è gravemente ferito da schegge di granate il giornalista britannico Benjamin Hall.
Il 25 marzo la stessa sorte è toccata al grande reporter ucraino Andrii Tsaplienko, il giorno dopo al cameraman dell'emittente privata ucraina 24 Kanal, Oles Navrotskyi. Finiti sotto tiro di missili e colpi di artiglieria, per lo più nella regione del Donetsk, ma usciti illesi oppure costretti a nascondersi, sono stati tra i tanti i giornalisti della tv ucraina ICTV, Tetiana Nakonetchna, Yevhen Tourta e Oleh Tsimbaliouk, il 18 maggio; il team dell'emittente ucraina 1+1 formato da Oleksandr Zagorodni, Ivan Golovatch e Vitali Ovsiannikov, il 12 maggio.
Il giorno prima stessa sorte per i corrispondenti della tv estone ERR, del giornale estone Postimees e il corrispondente del quotidiano tedesco Die Welt, Alfred Hackensberger.
Il 5 maggio la giornalista Anastasia Stanko e il videomaker Kolyan Pastiko di Hromadske TV sono finiti sotto gli spari dell'artiglieria russa durante l'evacuazione dei civili dalla città di Lyman verso Dnipro. Inoltre il barometro Rsf elenca giornalisti e operatori dei media scomparsi per un certo periodo di tempo, tra cui Irina Danilovich, giornalista e difensore dei diritti umani, di cui non si hanno più notizie dal 29 aprile, e Oleksandr Gunko di Nova Kakhovka City - Dilovi novyny, trattenuto dal 3 al 6 aprile.
A questi nominativi si aggiungono quelli di 10 giornalisti presi in ostaggio, tra cui, a cavallo tra marzo e aprile, Irina Dubchenko di Saturday plus - Politsovet - UNIAN - Depo.Zaporizhzhya, Victoria Rochtchina di Hromadske, Svitlana Zalizetska di Golovna Gazeta Melitopola - RIA-Melitopol e Dmitro Khiliuk di UNIAN, ancora tra le mani dei suoi rapitori.