AGI - La Turchia "non dirà si'" all'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in una conferenza stampa congiunta ad Ankara con l'omonimo algerino, Abdelmadjid Tebboune, secondo quanto riportato dai media turchi.
"Non diremmo di sì alla loro adesione alla Nato, senza offesa", ha detto Erdogan, "da entrambi i Paesi non c'è un atteggiamento chiaro nei confronti delle organizzazioni terroristiche".
"Verranno lunedì, verranno a convincerci? Non si diano pena", ha aggiunto Erdogan, "non diremo di sì all'ingresso nella Nato, un'organizzazione di sicurezza, a coloro che impongono sanzioni alla Turchia". Il capo di Stato turco si riferisce al sostegno dei due Paesi nordici all'Ypg, le milizie curde del Nord della Siria che Ankara ritiene terroristi, e ai loro limiti alle esportazioni di tecnologie militari in Turchia. La Svezia ha sospeso la vendita di armi alla Turchia nel 2019 a causa dell'intervento nel Nord della Siria contro i curdi.
La carta giocata da Stoccolma
La strategia della Svezia per convincere la Turchia a dare il proprio assenso alle richieste di ingresso nella Nato è quella della diplomazia. Una via non seguita dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha accusato la stessa Svezia di essere un "incubatore di organizzazioni terroristiche".
L'annuncio della partenza di una delegazione è arrivato dal ministro della Difesa svedese, Peter Hultqvist, a meno di 48 ore dal vertice Nato per l'allargamento, in seguito al secco no opposto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla domanda di ingresso nell'Alleanza dei due Paesi scandinavi, definiti 'alberghi per terroristi', in relazione ai numerosi elementi dell'organizzazione terroristica curda Pkk e presunti golpisti di Fetullag Gulen cui è garantito asilo.
"Manderemo una delegazione di diplomatici per discutere della situazione con la Turchia e trovare una via d'uscita", ha detto Hultqvist. Missione ai limiti dell'impossibile, almeno per ora, soprattutto dopo che il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha definito "inaccettabile e oltraggiosa" la domanda, alla luce del sostegno dei due Paesi a persone di cui Ankara chiede da anni l'estradizione, anche alla luce del fatto che il Pkk è inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche di Usa e Ue.
"Parliamo di due Paesi che sostengono apertamente il Pkk e Ypg (curdi siriani che controllano la Rojava nel nord Siria ndr). Organizzazioni terroristiche che attaccano le nostre truppe tutti giorni e questo rende la richiesta inaccettabile e oltraggiosa. Ne discuteremo con gli alleati Nato e con i due Paesi interessati", è stata la prima dichiarazione di Cavusoglu al vertice di Berlino.
Ankara è in guerra con il Pkk dal 1984, un conflitto costato la vita a circa 50 mila persone che per Erdogan e per grande parte della Turchia costituisce un'argomento rispetto a cui è difficile stabilire compromessi. Una vera e propria linea rossa che però ora complica i piani di allargamento della Nato, che attraverso il ministro degli Esteri lettone Edgar Rinkevics si augura che si giunga a "una soluzione che tenga conto delle preoccupazioni della Turchia".
Per la Nato l'allargamento a Svezia e Finlandia può rappresentare un passo di grande peso; due Paesi per lungo tempo neutrali sono spinti verso l'Alleanza dalla guerra in Ucraina. Allo stesso tempo la Turchia rimane fondamentale non solo perché vanta il secondo esercito dopo gli Usa, ma riveste il ruolo di scudo del fianco est nell'architettura del sistema di difesa Nato ed è l'unico Paese a mantenere in piedi un canale di dialogo sia con Mosca che con Kiev.
Basterebbe il solo veto di Ankara a bloccare l'ingresso di Svezia e Finlandia, altrimenti destinate al cosiddetto 'periodo grigio', vale a dire il lasso di tempo che trascorre dalla approvazione della richiesta all'ingresso nella Nato, durante il quale il sistema di difesa collettivo non entra in vigore.
Il veto di Erdogan è però arrivato venerdì ed è parso netto. Così netto da rischiare di spaccare la Nato e spingere il portavoce del presidente, Ibrahim Kalin, a specificare che la Turchia "non chiude la porta alla richiesta di Finlandia e Svezia".
L'intervento di Kalin lascia intendere che Ankara è disposta a parlarne, a patto però che i due Paesi abbandonino qualsiasi forma di sostegno al Pkk. Tuttavia potrebbe esserci altro perchè il sostegno al Pkk è definito da Kalin "il primo punto" di cui discutere in sede Nato.
Il negoziato tra Mosca e Kiev, tanto faticosamente imbastito da Erdogan e Cavusoglu, ha subito un brusco rallentamento in seguito alla pubblicazione delle immagini delle atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina.
Il sostegno pieno e diretto della Turchia all'allargamento suonerebbe come una sbilanciamento a favore della Nato nel difficile esercizio di equilibrio compiuto da Erdogan nel conflitto e l'ingresso di Finlandia e Svezia potrebbe mettere fine al negoziato e far saltare definitivamente il tentativo di mediare turco.
La posizione di Ankara rispecchia al momento più quella del Cremlino, che ha definito 'un errore' la richiesta di ingresso partita da Helsinki, che la posizione Nato, dove al momento nessuno a parte Erdogan ha espresso dissenso dinanzi alla prospettiva di un allargamento a nord est.
Ankara nega di essere sulla stessa posizione di Mosca, Erdogan è deciso a perseguire la linea della tolleranza zero verso il Pkk e mantenere in vita il canale di dialogo con Mosca, tuttavia il no opposto all'allargamento crea una crepa all'interno della Nato con cui il presidente turco si potrebbe trovare presto a fare i conti.
Zelensky al Festival di Cannes, serve un nuovo Charlie Chaplin
"Ci serve un nuovo Chaplin che dimostrerà che il cinema non è muto" di fronte alla guerra in Ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo in collegamento video al Festival di Cannes, riferendosi al film 'Il grande dittatore' di e con Charlie Chaplin, parodia satirica del nazismo e della figura di Adolf Hitler. "Il cinema resterà in silenzio o racconterà quanto sta accadendo?", ha proseguito Zelensky. "L'odio alla fine scomparirà, i dittatori moriranno", ha concluso il presidente.
Zelensky al Festival di Cannes, "cinema non resti in silenzio"
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è intervenuto in collegamento video con il Festival di Cannes esortando il cinema a "non restare in silenzio" di fronte all'attacco della Russia contro l'Ucraina.
Zelensky ha lanciato l'appello ricordando il film 'Il grande dittatore' di e con Charlie Chaplin. "Si poteva immaginare che tutti avessero capito che si possono conquistare le persone attraverso la bellezza avvicinandole davanti agli schermi e non con la bruttezza, riunendole nei rifugi aerei. Si poteva immaginare che tutti avessero capito che l'orrore su vasta scala della guerra che può travolgere l'intero continente non avrebbe avuto seguito. Ma ancora, allora come adesso, c'è un dittatore. Di nuovo c'è una guerra per la libertà. Di nuovo il cinema non dovrebbe restare muto", ha affermato Zelensky.
Mosca, non permetteremo che scoppi la terza guerra mondiale
La Russia non permetterà che scoppi la terza guerra mondiale, ma è in grado di dare una risposta immediata e molto potente in caso di attacco. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitry Medvedev, secondo quanto riporta l'agenzia Tass.
Stoltenberg incontrerà domenica gli ambasciatori di Finlandia e Svezia
Domani mattina il segretario generale della Nato incontrerà gli ambasciatori della Finlandia, Klaus Korhonen, e della Svezia, Axel Wernhoff. I due Paesi hanno fatto sapere di voler presentare insieme la domanda di adesione. L'incontro è previsto per le 8 di domattina, secondo quanto informa l'Alleanza atlantica.
Zelensky parlerà all'apertura del festival di Cannes
Zelensky, telefonata con Macron sui negoziati
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato su Twitter di aver avuto un colloquio telefonico con il suo omologo francese, Emmanuel Macron. "Abbiamo parlato dell'andamento delle ostilità, dell'operazione per soccorrere i soldati di Azovstal e delle prospettive riguardanti il negoziato. È stato anche affrontato il tema dei rifornimenti di carburante all'Ucraina", si legge in un primo post.
Zelensky poi aggiunge: "Abbiamo anche parlato del sostegno difensivo da parte della Francia, della preparazione del sesto pacchetto di sanzioni (alla Russia, ndr) e dei possibili modi per esportare i prodotti agricoli ucraini".
La Duma esaminerà il divieto di scambio combattenti Azovstal
La Duma, Camera bassa del Parlamento russo, esaminerà domani una bozza di risoluzione che vieta lo scambio dei combattenti ucraini arresi e evacuati dall'acciaieria Azovstal. Lo ha annunciato il suo presidente, Vyacheslav Volodin, definendo i membri del battaglione Azov "criminali nazisti" che non dovrebbero essere scambiati. "Sono criminali di guerra - ha aggiunto Volodin - e dobbiamo fare tutto il possibile per portarli davanti alla Giustizia".
Scholz, esercitazioni militari congiunte con Svezia e Finlandia
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato che il suo Paese "intensificherà" la cooperazione militare con la Svezia e la Finlandia, "in particolare nel Mar Baltico e con esercitazioni militari congiunte".
Almeno 7 pullman di combattenti Azovstal hanno lasciato l'acciaieria
Almeno 7 pullman con combattenti ucraini a bordo hanno lasciato l'acciaieria Azovstal di Mariupol, scortati dalle forze filorusse. Secondo testimoni, alcuni di questi soldati arresi non sembravano feriti.
Russia, inserire il battaglione Azov nella lista dei terroristi
L'ufficio del procuratore generale russo ha chiesto di riconoscere il battaglione ucraino Azov come organizzazione terroristica e di mettere al bando la sua attività in Russia. La Corte Suprema di Mosca ha fatto sapere che valuterà la richiesta il 26 maggio in un'udienza a porte chiuse.
Borrell, per la Russia record mondiale di perdite per un Paese invasore
"Se è vero che la Russia ha perso il 15% delle sue truppe all'inizio della guerra si tratterebbe di un record mondiale di perdite per un Paese che invade un Paese". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine della riunione dei ministri della Difesa Ue.
Borrell, ora 2 miliardi di euro di armi dall'Ue
"La somma addizionale di 500 milioni porterà a 2 miliardi il sostegno militare dall'Ue, ma questo è solo una parte degli sforzi europei. Gli Stati membri, dal canto loro, stanno facendo sforzi enormi. Non vi darò il totale, ma è superiore a quanto si possa pensare. Penso sia positivo continuare a farlo fino alla fine". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine della riunione dei ministri della Difesa Ue.
Borrell, un dovere l'aiuto militare a Finlandia e Svezia se chiesto
"L'articolo 42.7 del Trattato dice chiaramente che se un Paese è attaccato e chiede aiuto agli Stati membri, questi lo devono aiutare con ogni mezzo. Si tratta quindi di un obbligo, non è un processo automatico, ma gli altri Paesi devono intervenire se viene richiesto il loro aiuto". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, rispondendo a una domanda sui rischi per la sicurezza di Finlandia e Svezia in attesa di aderire alla Nato ed ottenere la copertura dell'articolo 5 dell'Alleanza.
Borrell, non permetteremo che l'Ucraina resti senza armi
Il sostegno europeo all'Ucraina con le armi "sta facendo la differenza sul campo, sulla capacità dell'esercito ucraino. Dobbiamo continuare a sostenere l'esercito ucraino". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine della riunione dei ministri della Difesa Ue. "Questo sostegno in questo momento è cruciale perché la guerra è a un punto cruciale, a un punto svolta. Non possiamo lasciare l'Ucraina che finisca gli equipaggiamenti e non lo permetteremo. La battaglia in Donbass è cruciale", ha aggiunto.
Macron-Bennett, negoziati nel rispetto integrità dell'Ucraina
"Per quanto riguarda l'aggressione russa all'Ucraina, il presidente della Repubblica (francese) e il premier israeliano hanno deciso di continuare a coordinare i loro sforzi per giungere a un cessate il fuoco e a un negoziato nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina". Così si legge in una nota dell'Eliseo diffusa in seguito a una telefonata fra Emmanuel Macron e Naftali Bennett. I due leader, viene precisato, "agiranno di concerto nell'ambito delle iniziative destinate a garantire la sicurezza alimentare mondiale".
Deputato Duma, "ergastolo" ai criminali del battaglione Azov
I nazionalisti che si sono rifugiati nel territorio delle acciaierie Azovstal e si sono arresi dovrebbero ricevere la pena dell'ergastolo: lo ha detto all'agenzia russa RIA Novosti il deputato della Duma, Sultan Khamzaev.
"Credo che dopo aver fornito loro le cure mediche necessarie, tutti i nazionalisti dovrebbero essere condannati alla pena piu' grave per i crimini che hanno commesso, ricevere l'ergastolo. I nazionalisti dovrebbero essere processati, e poi pentirsi delle loro azioni e chiedere perdono per molti anni". Secondo il parlamentare, nessuna azione "cancella i crimini commessi dai criminali del battaglione Azov".
Gentiloni, calo del 10% dell'economia russa con la nostra reazione
La guerra in Ucraina "è il secondo cigno nero che si presenta in un paio anni" per l'economia europea, ma "la nostra reazione all'invasione da parte della Russia è assolutamente necessaria e sta creando grandi difficoltà all'economia russa che quest'anno dovrebbe perdere il 10%, secondo le nostre stime". Lo ha dichiarato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, nel suo intervento al Brussels Economic Forum.
Zelensky avverte, "Nessun invasore ci governerà"
"Non ci sono catene che possono legare il nostro spirito libero. Non c'è occupante che possa mettere radici nella nostra terra libera. Non c'è invasore che possa governare il nostro popolo libero". Lo ha dichiarato nel suo ultimo messaggio su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Prima o poi vinceremo", ha concluso
Casa Bianca, giovedì Biden riceve la premier svedese e il presidente finlandese
l presidente Usa, Joe Biden, riceverà giovedì prossimo alla Casa Bianca la premier svedese, Magdalena Andersson, e il presidente finlandese, Sauli Niinisto. I tre leader, si legge in una nota della presidenza americana, "discuteranno delle domande di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia e della sicurezza europea, ma anche di come rafforzare le nostre strette partnership su diverse questioni mondiali e sul sostegno all'Ucraina".
Deputato russo chiede "pena morte" per il battaglione Azov
Il deputato russo Leonid Slutski ritiene che i soldati del battaglione Azov, usciti dai sotterranei delle acciaierie, meritino la pena di morte e ha proposto di fare per loro un'eccezione alla moratoria sull'applicazione della pena capitale in Russia.
"Le bestie vanno processate, a maggior ragione se si provano i loro mostruosi crimini contro l'umanità. Ribadisco la mia proposta: occorre fare un'eccezione nella moratoria sull'applicazione della pena di morte in Russia", ha scritto sul suo account Telegram.
Putin: il rifiuto dell'energia russa è un autodafè economico dell'Ue
L'Unione Europea, rifiutando le risorse energetiche russe, sta commettendo un autodafè economico. È il pensiero del presidente russo Vladimir Putin, espresso durante un incontro sulla situazione nel settore petrolifero. "Oggi vediamo che per ragioni assolutamente politiche, a causa delle proprie ambizioni e sotto la pressione del signore americano, i Paesi europei stanno imponendo sempre più nuove sanzioni sui mercati del petrolio e del gas. Tutto questo porta all'inflazione, e invece di ammettere i loro errori, cercano i colpevoli dalla parte russa".
Secondo il capo del Cremlino, tra l'altro, "molti Paesi europei non potranno rinunciare per molto tempo alle materie prime russe" ma creano "danni alle loro popolazioni" ignorando le leggi economiche. "I colleghi europei hanno già adottato sanzioni o annunciato che vogliono rinunciare al petrolio russo, il risultato è che i prezzi sui mercati stanno aumentando notevolmente, con i più alti costi energetici al mondo. La situazione non cambierà e anzi, secondo gli analisti, potrebbe aver un impatto senza ritorno sulla concorrenzialità dell'industria europea".
Putin, non potranno rinunciare a lungo alle risorse russe
L'Unione Europea, rifiutando le risorse energetiche russe, sta commettendo un autodafé economico: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un incontro sulla situazione nel settore petrolifero. "Oggi vediamo che per ragioni assolutamente politiche, a causa delle proprie ambizioni e sotto la pressione del signore americano, i Paesi europei stanno imponendo sempre piu' nuove sanzioni sui mercati del petrolio e del gas. Tutto questo porta all'inflazione, e invece di ammettere la loro errori, cercano i colpevoli dalla parte russa".
Secondo il capo del Cremlino, tra l'altro, "molti Paesi europei non potranno rinunciare per molto tempo alle materie prime russe" ma creano "danni alle loro popolazioni" ignorando le leggi economiche. "I colleghi europei hanno già adottato sanzioni o annunciato che vogliono rinunciare al petrolio russo, il risultato è che i prezzi sui mercati stanno aumentando notevolmente, con i più alti costi energetici al mondo. La situazione non cambierà e anzi, secondo gli analisti, potrebbe aver un impatto senza ritorno sulla concorrenzialità dell'industria europea".
Mosca lascia il Consiglio degli Stati del Mar Baltico
La Russia ha annunciato la sua uscita dal Consiglio degli Stati del Mar Baltico. Lo ha annunciato in una nota il ministero degli Esteri di Mosca, come riportano le agenzie.
Il dicastero ha spiegato che la situazione nel Consiglio si stava deteriorando e tale decisione è stata presa "in risposta ad azioni ostili". "Gli Stati della Nato e dell'Unione europea hanno abbandonato il dialogo paritario e i principi su cui e' stata creata questa struttura regionale nel Baltico e lo stanno costantemente trasformando in uno strumento di politica anti-russa", hanno denunciato da Mosca.
Abbiamo sottolineato che la cessazione dell'appartenenza al Consiglio non influirà sulla presenza della Russia nella regione e che i tentativi di estromettere la Russia dal Baltico sono destinati al fallimento, ha precisato il ministero.
Putin, sanzioni Ue decise "sotto pressione degli Usa"
I Paesi della Ue varano le sanzioni contro la Russia "sotto la pressione degli americani e questo porta danni alle loro stesse economie". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una riunione con i responsabili del settore energetico.
Tre donne di Azovstal a Istanbul, liberate i nostri uomini
Tre coraggiose donne ucraine sono arrivate a Istanbul per testimoniare il dramma dei propri familiari bloccati nei tunnel sottostanti le acciaierie Azovstal e chiedere alla Turchia, uno dei Paesi al punto di vista diplomatico più attivi dall'inizio del conflitto, di agire per salvare le vite delle centinaia di soldati intrappolati.
Le donne giunte in Turchia incontreranno il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e lanceranno un appello per l'evacuazione e la salvezza dei propri cari.
Olha Adrianova, Hanna Naumenko e Kateryna Prokopenko, accompagnate ora da Ruslana, cantante ucraina fresca vincitrice di Eurovision, continuano il loro viaggio per chiedere all'Occidente di intervenire per salvare i militari del reggimento Azov, intrappolati dopo l'attacco russo.
"Stiamo viaggiando il più possibile perché non sappiamo chi realmente potra' aiutarci", ha detto una delle tre, Olha Andrianova. Le donne sono infatti state in udienza da Papa Francesco in Vaticano per poi volare in Polonia e Germania, nel disperato tentativo che la comunità internazionale intervenga per salvare i soldati, molti dei quali sono feriti. "Il governo si impegna, ma bisogna agire subito. Non hanno cibo e acqua laggiù", ha detto la Andrianova, il cui marito è ferito a una gamba.
Podolyak, a Mariupol sono le Termopili del XXI secolo
"Gli 83 giorni della Difesa di Mariupol passeranno alla storia come le Termopili del XXI secolo". Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak. "I difensori di Azovstal hanno rovinato il piano russo di impadronirsi dell'Est, si sono esposti come bersaglio e hanno mostrato la reale capacita' di combattimento della Russia". "Ciò ha cambiato completamente il corso della guerra", ha aggiunto Podolyak.
Mosca, al momento nessun negoziato in corso con Kiev
Attualmente non sono in corso negoziati tra Russia e Ucraina, poiché Kiev si è praticamente ritirata dal processo negoziale. Lo ha affermato il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko.
"No, i negoziati non stanno proseguendo. L'Ucraina si è praticamente ritirata dal processo negoziale", ha detto Rudenko ai giornalisti da Nizhny Novgorod. Non sono in corso trattative "in nessuna forma", ha ribadito.
Kiev, lavoriamo alla prossima fase per l’evacuazione di Azovstal
L'Ucraina sta lavorando "alle prossime fasi dell'evacuazione dei difensori" dell'acciaieria Azovstal a Mariupol. Lo ha dichiarato la vice premier di Kiev, Irina Vereshchuk.
Lavrov, l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato non farà grande differenza
L'adesione di Finlandia e Svezia alla Nato non farà nessuna grande differenza per la Russia, in quanto da tempo i due Paesi partecipano alle esercitazioni militari dell'Alleanza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, intervenendo a un evento dedicato ai giovani. Lo riportano le agenzie russe
Peskov, a Bucha una messa in scena realizzata con aiuti esterni
L'Ucraina da sola "difficilmente avrebbe potuto organizzare la messa in scena di Bucha, è supportata da consulenti e societa' di pubbliche relazioni". Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riporta l'agenzia Tass.
"La cosa più terribile che abbiamo visto in termini di questa mostruosa guerra d'informazione è il flusso di bugie, falsita'", ha detto Peskov, "queste messa in scena a volte sono così mostruose che la mente umana non può immaginarle, come lo spettacolo magistralmente assetato di sangue messo in scena a Bucha vicino a Kiev".
"È chiaro che gli stessi specialisti ucraini difficilmente potrebbero lavorare in modo così professionale", ha proseguito il portavoce, "un esercito di società di pubbliche relazioni, personaggi televisivi, consulenti dell'informazione, specialisti della guerra dell'informazione ci hanno lavorato".
Peskov è poi tornato a chiedere un'indagine indipendente per accertare quanto accaduto a Bucha, dove dopo il ritiro delle truppe russe Kiev ha denunciato il ritrovamento di fosse comuni e crimini di guerra sui civili.
Cremlino, la Russia vincerà e raggiungerà tutti i suoi obiettivi
"Siamo certi che vinceremo e raggiungeremo tutti gli obiettivi" nell'operazione militare speciale in Ucraina. Lo ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
A Leopoli i missili russi hanno colpito diverse infrastrutture
Il massiccio attacco missilistico russo contro la regione di Leopoli questa notte, uno dei peggiori dall'inizio della guerra secondo le autorità locali, aveva di mira le infrastrutture nella regione. Lo ha riferito il comando dell'Aeronautica militare delle Forze armate di Kiev, come riparta l'agenzia Unian.
Il rapporto afferma che le unità di difesa aerea sono riuscite a distruggere tre missili da crociera. È stato, inoltre, stabilito che l'attacco è partito da Sud-Est con missili da crociera. Il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi, ha riferito che l'attacco ha danneggiato un'infrastruttura ferroviaria nel distretto di Yavoriv, "a 20 chilometri dal confine con la Ue". Fortunatamente, non ci sono state vittime.
"Si è trattato davvero di uno dei più grandi attacchi alla regione di Leopoli in termini di numero di missili", ha scritto su Telegram il primo cittadino, "è difficile prevedere cosa accadrà dopo".
"Andate nei rifugi", ha poi fatto appello ai cittadini, chiedendo loro di "non divulgare informazioni cruciali, pubblicando immagini e video di operazioni di difesa aerea o lanci di missili". In precedenza, i vertici dell'amministrazione regionale militare di Leopoli avevano riferito che l'attacco russo aveva preso di mira una struttura militare nel distretto di Yavoriv.
Iran, pronti a contribuire a una mediazione con la Russia
Le autorità iraniane sono pronte a mediare nel conflitto tra Mosca e Kiev. Lo ha detto all'agenzia russa Ria Novosti il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Said Khatibzadeh.
"Potremo contribuire (alla risoluzione del conflitto tra Ucraina e Russia) per quanto possibile e per quanto entrambe le parti saranno pronte", ha detto Khatibzadeh, "la Repubblica islamica dell'Iran, Dio volendo, comincerà un nuovo round dei suoi sforzi" per risolvere il conflitto.
Il portavoce ha notato che entrambe le parti accettano e prendono sul serio la mediazione iraniana.
Mosca, nuovo bombardamento ucraino sulla regione di Kursk
La regione di Kursk, al confine con l'Ucraina, è stata colpita da un nuovo bombardamento delle forze di Kiev, che hanno colpito il villaggio di Alekseeva, senza causare feriti. Lo riferisce Roman Starovolt, governatore della regione su Telegram.
Starovolt ha affermato che l'insediamento è stato colpito con "armi di grosso calibro" e che tre case e un edificio scolastico sono stati danneggiati. L'attacco è stato respinto da una controffensiva russa, ha aggiunto il governatore.
È in corso l’evacuazione da Azovstal, fuori 264 soldati
È in corso l'evacuazione dei soldati ucraini che da settimane resistevano nei tunnel dell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo riferisce lo Stato maggiore ucraino, secondo il quale sono uscite dallo stabilimento 264 persone: 53 feriti gravi che sono stati portati in un ospedale di Novoazovsk, nel territorio dell'autoproclamata repubblica popolare del Donetsk, e altri 211 combattenti evacuati attraverso un corridoio umanitario diretto a Yelenovka.
L'operazione segna di fatto la resa dei difensori dell'acciaieria e segna la completa caduta in mano russa di Mariupol, semidistrutta dai bombardamenti e stremata da un lungo assedio.
Intelligence britannica, Mosca aumenta l’uso di bombardamenti indiscriminati
Le forze armate di Mosca "si stanno affidando sempre più a bombardamenti indiscriminati di artiglieria, probabilmente a causa di limitate capacita' di acquisire i bersagli e della riluttanza a rischiare di far volare con costanza aerei da combattimento oltre le proprie linee". È quanto si legge nell'ultimo bollettino dell'intelligence militare britannica.
Gli 007 di Londra osservano che "nella regione di Chernihiv, a Nord di Kiev, si stima che circa 3.500 edifici siano stati distrutti o danneggiati durante la fallita avanzata russa verso la capitale ucraina".
"L'80% del danno e' stato inflitto a edifici residenziali", spiega il bollettino, "la scala di questi danni indica la prontezza della Russia a utilizzare l'artiglieria contro aree abitate, senza i minimi riguardo, distinzione e proporzionalità".
"Nelle prossime settimane, probabilmente la Russia continuera' ad affidarsi pesantemente a bombardamenti di artiglieria di massa nei suoi tentativi di riguadagnare impeto nella sua avanzata in Donbass", conclude l'intelligence britannica
Unicef, a causa della guerra 600 mila bambini soffriranno la fame
Il recente aumento dei prezzi dei generi alimentari sta creando una grave crisi di malnutrizione infantile, aumentando il numero di bambini affamati e rendendo molto costose le cure più efficaci, ha avvertito oggi l'Unicef.
Secondo l'Unicef, la malnutrizione estrema era già in aumento, ma la situazione è stata aggravata dalla guerra in Ucraina e dalle gravi conseguenze che sta avendo sulla sicurezza alimentare, dato che sia l'Ucraina che la Russia sono tra i maggiori produttori mondiali di cereali e diversi Paesi poveri sono particolarmente dipendenti da queste importazioni.
Oltre all'aumento della fame, la situazione attuale porterà a un aumento del prezzo degli alimenti terapeutici pronti per il consumo, i prodotti comunemente utilizzati per rispondere alle situazioni di emergenza.
Il costo di questi trattamenti - una pasta ad alto contenuto nutritivo confezionata in piccoli sacchetti - aumentera' del 16% nei prossimi sei mesi, secondo le proiezioni dell'Unicef, il più grande distributore mondiale. L'agenzia avverte che, se i finanziamenti non saranno ampliati, circa 600.000 bambini potrebbero non avere accesso a tali trattamenti.
"Per milioni di bambini ogni anno, queste bustine di pasta terapeutica fanno la differenza tra la vita e la morte", ha dichiarato in un comunicato Catherine Russell, direttore esecutivo dell'agenzia Onu per l'infanzia.
In totale, si stima che circa 45 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrano di deperimento, una forma potenzialmente fatale di malnutrizione grave che è responsabile di un decesso su cinque in questa fascia d'età.
L'India, l'Indonesia e il Pakistan sono i Paesi con il maggior numero di bambini affetti da questo problema, che e' in aumento anche in Paesi come l'Afghanistan. Anche la siccità nel Corno d'Africa sta contribuendo a un aumento significativo del problema in quella regione, mentre il Sahel ha visto un peggioramento significativo negli ultimi anni.
L’esercito di Kiev rivendica i successi militari contro gli invasori
L'esercito ucraino rivendica successi militari contro gli invasori: come riferisce the Kyiv Independent, il gruppo tattico operativo "Est" dell'Ucraina ha riferito di aver "sconfitto 178 soldati russi, cinque carri armati, sette veicoli da combattimento di fanteria, due veicoli corazzati per il trasporto di personale e due veicoli corazzati da combattimento". Inoltre annuncia di aver distrutto anche tre sistemi russi a lancio multiplo di razzi, otto sistemi di artiglieria e anticarro e un Uav.
Media, massiccio attacco missilistico su Leopoli
La città di Leopoli nell'Ucraina occidentale, a circa 70 km dal confine con la Polonia, è sottoposta al più massiccio attacco missilistico dall'inizio dell'invasione russa. Lo riferiscono i media ucraini.
Il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovy, ha affermato che non ci sono notizie confermate su missili che hanno colpito la città ma invita tutti gli abitanti a stare al riparo: "Ringraziamo chi mantiene i nostri cieli al sicuro! Al mattino daremo informazioni più accurate. Abbiate cura di voi e non ignorate gli allarmi antiaerei", ha detto ai suoi concittadini in un messaggio diffuso sui social.
Zelensky, l’embargo del petrolio russo è nell’interesse dell'Ue
L'introduzione di un embargo sul petrolio russo è nell'interesse non solo dell'Ucraina ma dell'intera Europa. Lo ha affermato il presidente Zelensky in un video diffuso questa sera, come riferisce Ukrinform.
"Stiamo anche lavorando per garantire che l'Unione europea concordi un sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia - ha detto il capo di Stato ucraino - l'embargo petrolifero deve farne parte ed è nell'interesse non solo del nostro Paese, ma dell'intera Europa. Sono grato a quei leader del Continente che ne sono consapevoli e aiutano a promuovere la relativa decisione", ha affermato il Presidente.
Secondo quanto riferito da fonti Ue, la Commissione europea ha presentato una proposta agli Stati membri per introdurre un sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia come aggressore. Il pacchetto, che prevedeva l'eliminazione graduale delle forniture petrolifere russe all'Ue, è stato bloccato a causa della posizione dell'Ungheria secondo cui era impossibile interrompere le forniture petrolifere russe.