Molti giornali internazionali titolano sull’inflazione americana che flette molto leggermente e resta ai livelli più alti da 40 anni. Altro tema, il blocco delle forniture di gas all’Europa dai territori ucraini controllati dai russi. La stampa britannica dà rilievo all’accordo di difesa promosso da Boris Johnson con Svezia e Finlandia, altre testate valorizzano notizie di politica interna.
Washington Post
Inflazione in risalto sulla prima pagina del Washington Post, che titola sui dati americani di ieri in leggerissimo miglioramento ma ben lungi dall’indicare un arretramento o una decisa frenata dei prezzi: insomma, come sottolinea il giornale, c’è “una lunga strada da percorrere prima che gli americani si sentano sollevati”, tanto più che “i piani della Federal Reserve di aumentare i tassi di interesse in risposta, stanno anche alimentando i timori di recessione e frenando i mercati finanziari”. Un problema per la Casa Bianca “perché l'inflazione diventa il principale punto debole politico” per Biden. Le cronache della guerra in Ucraina, dove non c’è un fatto che si impone significativamente, sono accompagnate da un approfondimento sulle esportazioni russe di petrolio, che malgrado le sanzioni occidentali restano una fonte di grandi e vitali profitti per Mosca. La Russia “ha ancora moltissimi acquirenti e a prezzi abbastanza alti da mantenere elevate le entrate del governo e le sue casse piene”, scrive il giornale, che cita un’analisi di Rystad Energy, una società indipendente di ricerca e consulenza agli investitori, da cui risulta che anche con i "gravi tagli alla produzione di petrolio" previsti quest'anno, il gettito fiscale russo "aumenterà in modo significativo a oltre 180 miliardi di dollari a causa del picco dei prezzi del petrolio". L’ammontare di queste entrate – sottolinea il Post - è superiore del 45% rispetto al 2021. Spazio anche all’uccisione in Cisgiordania della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, palestinese con cittadinanza Usa, con titolo centrato sulle accuse a Israele da parte del network e del governo palestinese.
New York Times
Il rallentamento frazionale dell’inflazione negli Usa ad aprile non offre significative ragioni di ottimismo secondo il New York Times, che apre con i dati sui prezzi. “Anche se il rallentamento dell'inflazione annuale può aver dato al presidente Biden e alla Fed un certo sollievo, il quadro generale rimane preoccupante. I responsabili politici hanno ancora molta strada da fare per riportare gli aumenti dei prezzi a livelli più normali e stabili”, sottolinea il giornale, secondo cui la modestissima frenata di aprile si deve in parte a un meccanismo statistico, visto che le variazioni annuali dei prezzi vengono ora misurate con riferimento ai dati della primavera scorsa, quando l'inflazione ha iniziato a decollare, e dunque “la base più alta fa sembrare gli aumenti annuali meno gravi”. Sull’Ucraina, il Nyt coglie rischi di incrinature della compattezza finora mostrata dall’Occidente leggendo vari segnali sulla divergenza degli interessi di Europa e Stati Uniti, come la resistenza dell’Ungheria che impedisce all’Ue l’embargo sul petrolio russo, o il disaccordo manifestato dalla Francia con l’obiettivo militare americano di un indebolimento della Russia. “Se la guerra si stabilizzasse in un conflitto prolungato, che potrebbe continuare per mesi o addirittura anni, sarebbe messa alla prova la determinazione dei Paesi occidentali, con dirigenti europei e americani che si chiedono già se il crescente tributo economico eroderà la loro solidarietà nel tempo”, osserva il giornale.
Wall Street Journal
Inflazione e mercati dominano la prima pagina del Wall Street Journal, che presenta un molto dettagliato sull’allarmante corsa dei prezzi nei diversi settori di consumo. Il titolo evidenzia che la spinta inflattiva negli Usa continua, malgrado un lieve calo in aprile. Gli analisti interpellati dal quotidiano sottolineano che l'inflazione non è più limitata alla sola catena di approvvigionamento ma la sua pressione si sta ampliando, il che rende sempre più difficile il compito della Fed, chiamata a inasprire la politica monetaria abbastanza da frenare i galoppanti rincari e raffreddare l'economia senza rallentare la crescita e causare una recessione. Il quotidiano sottolinea che “il ritmo sostenuto della spesa è un segno che i consumatori sono per ora in grado di assorbire i prezzi più elevati”, ma ciò “è probabilmente un fenomeno temporaneo” e si deve “alla generale sfiducia di poter trovare prezzi più bassi” rinviando l’acquisto. In una lunga analisi impaginata sotto l’apertura, il Wsj ragiona sulle prospettive della Borsa americana, che ieri ha accusato un altro calo: in una fase di volatilità, i mercati sono più sensibili a qualsiasi notizia che alluda a una persistente pressione sui prezzi, temono un ulteriore aumento dei tassi da parte della Fed, il che mette tensione sui titoli di Stato, e la guerra in Ucraina aggiunge preoccupazione in quanto acceleratore dell’inflazione. Un quadro, dice un analista, da “tempi pazzi”.
Financial Times
“Johnson appoggia la spinta nordica” della Nato, titola il Financial Times che mette nella fascia alta della sua prima pagina il viaggio del premier britannico a Stoccolma e Helsinki per assicurare che la Gran Bretagna è pronta ad assistere militarmente Svezia e Finlandia se fosse necessario prima del loro ingresso nell’Alleanza Atlantica, il cui processo è avviato. Al centro, il piano dell’Ue per liberarsi dalla sua dipendenza energetica dalla Russia. Il quotidiano ha preso visione della bozza, e mette l’accento sul costo previsto, 195 miliardi di euro in cinque anni. L’Europa dovrà inoltre ridurre i consumi di combustibili fossili più di quanto calcolato in precedenza, per rispettare l’obiettivo di zero emissioni nel 2050. Secondo il documento, che sarà presentato ufficialmente la prossima settimana, punta a un’accelerazione sulle rinnovabili, con il raddoppio della produzione fotovoltaica entro il 2028, e l’innalzamento dal 40 al 45% della quota di energia verde da raggiungere entro il 2030. Un altro caposaldo della svolta energetica europea è l’idrogeno prodotto con mezzi ecosostenibili: l’obiettivo è di utilizzarne 20 milioni di tonnellate entro il 2030, la metà delle quali importate attraverso specifici “corridoi attraverso il Mediterraneo, il Mare del Nord, e, infine, l’Ucraina”. Spazio anche ai dati sull’inflazione, che negli usa “cala meno delle attese e resta ai massimi da 40 anni”.
The Times
E’ l’accordo difensivo tra Gran Bretagna, Svezia e Finlandia il fatto del giorno secondo il Times: “Truppe britanniche difenderanno la Scandinavia da Putin”, assicura il titolo che sintetizza così il contenuto dell’accordo di cui si è fatto promotore Boris Johnson ieri nel viaggio a Stoccolma e Helsinki. Il premier si è spinto a dire che Londra valuta “molto seriamente” il dispiegamento di armi nucleari per proteggere la sovranità svedese e finlandese. E ciò senza alcun termine, ovvero anche successivamente al previsto ingresso dei due Paesi nella Nato. Johnson ha sostenuto l’urgenza di resistere a Putin, “un tiranno del 21esimo secolo con ambizioni neo imperialiste e revansciste”: “Provate a immaginare le conseguenze, non solo militari o politiche, ma economiche di una nuova aggressione russa contro qualche altro pezzo dell’ex Unione Sovietica”, ha detto Johnson. Il Times puntualizza che la Finlandia ha fatto territorialmente parte della Russia zarista tra l’inizio dell’800 e la rivoluzione comunista del 1917, mentre la Svezia mai. Il quotidiano informa poi, con una grande fotografia, che la duchessa di Cambridge, Kate Middleton, è riuscita a risolvere il cruciverba pubblicato giornalmente dal quotidiano.
Le Monde
La strategia di Macron contro la sinistra in apertura su Le Monde, che guarda alle elezioni legislative di giugno e si concentra sulle mosse del presidente. Perché, sottolinea il giornale, alle presidenziali si è battuto contro la destra di Marine Le Pen, ma adesso l’avversario è il cartello unitario della gauche messo insieme da Jean-Luc Melenchon, e dunque la tattica dovrà essere completamente diversa. Macron, in un incontro con i colonnelli del suo partito La Republique en marche, ha dato indicazione di puntare ad attrarre l’elettorato socialdemocratico insistendo sull’antieuropeismo di Melenchon, che ha fatto inserire nel programma della sua coalizione la “disobbedienza” ai trattati europei. Ma l’asso nella manica, prevede il giornale, saranno gli aiuti contro il carovita, che il prossimo governo dovrà affrettarsi a varare prima del voto, per togliere alla sinistra il suo principale argomento propagandistico. A centro pagina l’Ucraina, con un servizio sulle armi vincenti di Kiev, i droni su tutte.
Le Figaro
L’economia globale in retromarcia è il tema che Le Figaro propone in apertura sulla sua prima pagina. “Inflazione, tassi, crescita: il mondo in stato d’allarme”, dice il titolo che fotografa un quadro in cui “le banche centrali stanno innalzando, una a una, i tassi di interesse per tentare di contenere la fiammata dei prezzi, a rischio di colpire le attività economiche che rallentano dappertutto”. Secondo il giornale, si è infranta la bolla “dei soldi facili e del credito illimitato”, e “il vento sta cambiando velocemente nell'economia”. Il giornale sottolinea che “alcuni mesi fa, coloro che erano preoccupati per l'aumento del debito erano considerati incorreggibili Cassandre, aggrappati a mode d'altri tempi. Il coro dei moderni faceva la lezione sul nuovo mondo. Il progresso economico, la globalizzazione, i guadagni di produttività, ci spiegavano, avevano definitivamente sconfitto l'inflazione. I tassi di interesse sarebbero rimasti ad vitam aeternam inchiodati al minimo, il debito era diventato una questione secondaria”. Ma “questo pigro ragionamento” è stato “un formidabile incoraggiamento all'incuria, soprattutto in Francia, dove la gente si ubriaca, più che altrove, di spesa pubblica”. E qui il ragionamento si sposta dal mondo alle elezioni politiche francesi di giugno: secondo Le Figaro, lo scenario economico renderebbe necessario il rigore sui conti pubblici, ma, a un mese dal voto, questa non è la priorità del governo, che continua ad approvare spesa in debito.
El Pais
Il governo spagnolo si appresta a introdurre per tutte le lavoratrici un permesso retribuito per tutto l’ultimo mese di gravidanza: una notizia in esclusiva di El Pais, che la impagina in apertura. Il giornale ha ottenuto la bozza del provvedimento predisposto dal ministero della Parità, e ancora non condiviso con altri rami dell’esecutivo. La norma verrebbe inserita nella riforma della legge del 2010 sull’aborto, già oggetto di dibattito politico per l’abbassamento a 16 anni del diritto di scelta per la donna, con la possibilità per le minorenni di interrompere la gravidanza senza il consenso dei genitori. Un’altra novità, informa il giornale, sarà il diritto delle lavoratrici ad assentarsi dal lavoro da tre a cinque giorni per dolori mestruali. Di spalla, l’interruzione del flusso del gas verso l’Europa dalle zone dell’Ucraina occupate dai russi: è la prima volta dall’inizio della guerra che ciò accade. La decisione è stata presa da Kiev “per motivi di sicurezza”, e Gazprom ha rifiutato di dirottare su altri canali l’erogazione, che è perciò dirotta di un quarto. Ma l’Ue assicura che al momento non vi saranno problemi nella distribuzione agli utenti.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
“La guerra in Ucraina porta per la prima volta a una riduzione delle forniture di gas” all’Europa, sottolinea la Frankfurter Allgemeine Zeitung nel titolo di prima pagina che dà rilievo alla decisione di Kiev di fermare i flussi in transito dalle zone del Donbass sotto il controllo dei russi. Il fermo, specificamente, ha riguardato la stazione di compressione di Novopskov e ha messo in allarme il ministero tedesco dell’Economia, che ha fatto sapere di monitorare la situazione molto attentamente e che, nell’immediato, la riduzione della fornitura può essere compensata con maggiori acquisiti di gas norvegese e olandese. Il quotidiano, in un editoriale, riflette sui motivi con cui le autorità ucraine hanno spiegato lo chiusura dei rubinetti, ovvero l’impossibilità di garantire la sicurezza degli impianti manomessi dalle truppe russe per dirottare gas verso le città da loro occupate. Cosa “del tutto possibile”, osserva la Faz, che si chiede: “Non c'era davvero altra opzione che limitare il transito? La leadership di Kiev rischia danni economici ai suoi più importanti alleati in Europa”, sottolinea il giornale.
China Daily
Torna in risalto sul China Daily la polemica con gli Usa sulla guerra in Ucraina. “Negli ultimi due mesi e mezzo, il mondo non solo ha assistito alla continuazione del conflitto Russia-Ucraina, ma ha anche visto Pechino respingere duramente le accuse di Washington che mirano a screditare il ruolo della Cina nella crisi e su altre questioni”, scrive il quotidiano in un editoriale, che accusa: “La tattica della guerra dell'informazione aiuta Washington a tentare di allontanare da sé la colpa per aver alimentato l'attuale turbolenza, serve la sua strategia a lungo termine di contenere la Cina, sabota l'unità globale e riduce ulteriormente le prospettive che Stati Uniti e Cina possano fare sforzi congiunti per gestire i problemi più scottanti”. Il quotidiano ha chiesto a esperti di geopolitica previsioni sulla nuova strategia americana sulla Cina, la cui presentazione da parte del segretario di Stato Antony Blinken è attesa a breve: difficile che Washington campi l’approccio di contenimento, anche se Pechino cambiasse atteggiamento sull’Ucraina.
Quotidiano del Popolo
Negli Usa c’è ottimismo sull’economia cinese. Ad assicurarlo è Craig Allen, presidente dell’U.S.-China Business Council (Uscbc), intervistato dal People's Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese. Allen sostiene che le esportazioni americane in Cina garantiscono 858.000 mila posti di lavoro negli Usa e che “una maggiore stabilità può offrire maggiori opportunità alle imprese e alle persone in entrambi i Paesi”. Al contrario, “l'imposizione di dazi e il disaccoppiamento dalla Cina non fanno bene al Paese, agli Stati Uniti e al mondo”, ha affermato Allen, sottolineando gli aspetti positivi della globalizzazione economica. L’invito di Allen è a “rifiutare i blocchi commerciali e le sfere di influenza a favore del miglioramento degli aspetti positivi della globalizzazione”, perché "il mondo ha bisogno che la Cina e gli Stati Uniti svolgano un ruolo positivo nel continuare questo contributo al bene pubblico globale". In rilievo anche le congratulazioni inviate da Xi Jinping al neo eletto presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos, figlio dell’ex dittatore, col quale intende lavorare “per sostenere il buon vicinato e lo sviluppo congiunto e far progredire ulteriormente il rapporto di cooperazione strategica bilaterale”.