AGI - In un primo momento, si pensava che la guerra ucraina si sviluppasse come il racconto biblico di Davide e Golia, ma la Russia ha dimostrato di "non essere un soggetto invincibile". Il premier italiano Mario Draghi esprime parole di ottimismo dopo l'incontro avuto ieri e che è andato "molto bene" con il presidente degli Stati Uniti. Con Biden, è stata raggiunta una sintonia di vedute sul percorso negoziale che si presenta "molto difficile" e "il primo punto è come costruirlo". In ogni caso, "non deve essere una pace imposta né da un tipo di alleati né da altri", aggiunge.
Per il presidente del Consiglio, occorre portare "tutte le parti" al tavolo e suggerisce da dove partire: "Lo sblocco del grano dai porti ucraini può essere una prova di dialogo".
Draghi respinge la necessità per l'Italia di trovare un ruolo: "All'inizio della guerra, molti dicevano che l'Italia doveva averlo e io ho risposto: non è necessario cercare un ruolo, ma la pace". "Chiunque sia la persona o le persone che vengano coinvolte, e mi auguro che ci sia un'iniziativa di questo genere, cerchi la pace e non affermazioni di parte".
In altri termini, spiega il premier, "chi fa questo sforzo deve essere una persona, un paese, un'istituzione che non va cercando di vincere. Oltretutto, la vittoria se ci si pensa bene non è definita: per gli ucraini è definita perchè significa respingere l'evasione. Ma per gli altri?".
Sempre sulla pace, insiste Draghi, ci vuole un tavolo con tutti. "L'Ucraina è l'attore principale attorno a questo tavolo", spiega il premier. "Bisogna - prosegue - togliere il sospetto che le parti piu' deboli, soprattutto gli ucraini, hanno in questo momento, che si arrivi a una pace imposta. Una pace che fa comodo a Usa, Europa, russi ma non è accettabile dagli ucraini. è la ricetta per arrivare al disastro, perché a quel punto la pace non sarà credibile, perchè i primi a mantenere la pace saranno gli ucraini e i russi. Altrimenti non ci sarà pace, ci sarà una finta pace che verrà tradita ogni momento".
In questo senso, occorre quindi far sì che si crei questo tavolo di pace e avviare i contatti "a tutti i livelli": il presidente del Consiglio invita a pensare al domani. "Bisogna essere capaci non di dimenticare, perchè ciò è impossibile, ma di guardare al futuro", sostiene, accennando alla ricostruzione ucraina dopo il conflitto. Per far questo, l'invito di Draghi è ad agire in maniera compatta in sede Ue.
"Chiaramente un paese europeo come l'Italia non ha risorse nel bilancio nazionale per partecipare da solo alla ricostruzione ucraina e quindi occorre che tutta l'Unione europea investa e dia una risposta collettiva. L'Italia farà la sua parte ma insieme con gli altri", argomenta il premier.
La necessità di avviare i contatti a tutti i livelli non significa comunque far finta che non sia successo nulla, ma essere più lungimiranti. Ad esempio, sottolinea il capo del governo, al G20 "saremmo tutti tentati di non sederci al tavolo con Putin". Ma poi aggiunge: "Non si può. D'altronde il resto del mondo non è a quel tavolo, alzarsi - osserva - significherebbe abbandonare quel resto di mondo".