AGI - “Uno dei più grandi errori della storia strategica moderna, fondato sulle bugie e sull’autoinganno”. È il giudizio di Phillips O’ Brien – uno dei maggiori esperti di storia militare e di studi strategici del quadrante occidentale – sui piani d’attacco della Russia in Ucraina.
Dal 24 febbraio, giorno dell’invasione, il telefono del professore americano, docente presso l’Università di St. Andrews in Scozia e autori di libri come “How The West Was Won” (2015), squilla incessantemente: le sue valutazioni su quel che accade sui campi di battaglia da Mariupol a Kiev sono richiestissime e scrutate a Washington come a Parigi, a Berlino come a Londra. In questa intervista all’AGI, il professor O’ Brien offre un’analisi molto articolata di quella che chiama “la debolezza delle forze armate russe”.
Professor O’ Brien, lei afferma che il Cremlino e le forze armate russe hanno sbagliato quasi tutto. Ma com’è possibile?
“Il piano originale di invasione della Russia è basato sulle bugie e sull’autoinganno. Il Cremlino aveva al tempo stesso sovrastimato le capacità del suo esercito e drammaticamente sottostimato ciò di cui sono capaci gli ucraini. I russi hanno attaccato in modo stupido, con l’esercito sparso su una vastissima area e con pochi rifornimenti, come se avessero pensato di trovarsi dinnanzi forze ucraine scarse o prevalentemente incompetenti. Si tratta di uno dei più grandi errori di valutazione nella storia della strategia moderna, reso possibile dal fatto che la Russia è diventata una dittatura corrotta e sicofante, dove alla leadership è stato detto solo quel che voleva credere, e quello ha creduto”.
Il Cremlino ha annunciato la vittoria russa a Mariupol e allo stesso tempo afferma di aver annullato l’attacco sull’area industriale di Azovstal. Cosa significa questo dal punto di vista degli ulteriori sviluppi strategici? E’ un segno di forza o di debolezza?
“Vuol dire che le forze russe hanno già sofferto moltissimo nei combattimenti a Mariupol e che sono preoccupati che se assaltano anche l’area industriale le perdite li indeboliranno ancora di più. Ma è anche un segno della natura estenuante di questa guerra e del successo, a un prezzo brutale, della strategia ucraina di forzare i russi a combattere nelle città se vogliono conquistarle”.
Dal fronte filtrano notizie su perdite immense tra le fila dei russi: oltre 20 mila soldati uccisi, tra cui un alto numero di generali, centinaia di carri armati distrutti, ma anche aerei e persino otto navi. Qual è la vera situazione dell’esercito russo?
“Se le stime dell’intelligence americana sono corrette, possiamo dire che i russi hanno sofferto perdite ingenti sia dal punto di vista del materiale che dei soldati. E’ stato riferito ieri che le perdite russe in carri armati sono così alte che ormai l’Ucraina ha più panzer nel Paese di quanti ne abbia la Russia. Sembra anche che i russi stiano preparando la battaglia per il Donbass facendo ricorso ad un gran numero di mercenari e riportando in azione le forze già sconfitte nell’attacco a Kiev. Entrambi questi fattori indicano a questo punto gravi perdite di soldati russi”.
In questa situazione, per quanto tempo la Russia potrà sostenere il conflitto? E ritiene che sia plausibile che Mosca metterà fine alla guerra una volta che il Donbass fosse sotto il suo controllo?
“Questa guerra ha indebolito la Russia così tanto che al momento, se si eccettuano le armi nucleari, non rappresenta una minaccia realistica alla Nato e non lo sarà in un prevedibile futuro. Non posso invece dirmi certo sulla questione del Donbass, perché non siamo in grado attualmente di dire se i russi abbiano la capacità di mettere tutto quel territorio sotto il proprio controllo. Se vogliono combattere un conflitto più lungo è necessario un esercito molto più grande, il che richiederebbe una mobilitazione della società ed il ricorso massiccio della coscrizione di giovani russi”.
La Russia ha testato un nuovo missile balistico a lungo raggio, il Sarmat (detto anche Satan II). Si tratta di una minaccia reale o vi è anche un elemento di propaganda?
“Si è trattato di un lancio reale, di un sistema aggiornato che era stato pianificato anni fa. L’elemento di propaganda deriva dalla modalità con la quale Mosca ha usato questo test per convincere la popolazione della forza russa, dell’abilità tecnologica e della grandezza russa, mentre tutto ciò che sta accadendo in Ucraina evidenzia la realtà di un esercito russo molto più debole di quanto si pensasse prima della guerra”.