AGI - Per la seconda giornata consecutiva, le truppe israeliane hanno effettuato raid e arresti in Cisgiordania, puntando principalmente alle aree da cui provenivano i terroristi responsabili degli ultimi attentati. Le perlustrazioni sono cominciate a tarda notte e proseguite all'alba e hanno portato all'arresto di almeno 24 palestinesi, tra Jenin e Nablus.
A Nablus, i disordini si sono arrivati anche alla tomba di Giuseppe, dove è stata danneggiata la lapide, un lampadario, un serbatoio d'acqua e un armadio tecnico. Lo riferiscono i media israeliani.
Durante i raid sono scoppiati scontri con palestinesi armati che hanno lanciato pietre, sassi, bombe molotov e ordigni esplosivi contro le forze di sicurezza che hanno risposto con il fuoco vivo. Le truppe con la Stella di David hanno anche inseguito una cellula di sei palestinesi che, secondo il Jerusalem Post, aveva lanciato una borsa con un mitra e decine di proiettili, vicino alla linea di separazione; ma secondo Walla, la cellula è riuscita a fuggire in direzione della città arabo-israeliana di Umm el-Fahm.
L'operazione di oggi ha seguito quella di ieri, quando le truppe sono entrate a Jenin per interrogare la famiglia del terrorista, Ra’ad Hazem, che ha ucciso tre persone, giovedì, in un bar di Tel Aviv. Nonostante il giovane fosse stato ucciso dopo qualche ora dall'attentato, al termine di una caccia all'uomo, i soldati israeliani volevano interrogare il padre, ma non ci sono riusciti perché quello si è dileguato. Sono però riuscite a mappare la casa, in vista della sua futura demolizione.