AGI - Le truppe russe si riorganizzano per un attacco nell’Ucraina orientale, e tra gli obiettivi ci sono Kharkiv e il Donbass, da dove le autorità ucraine sollecitano i civili a scappare. È questo il filo conduttore sulle prime pagine della stampa americana, mentre quella europea sembra oggi dare minore rilievo alla guerra per puntare su altre notizie. Si distinguono i giornali britannici: il Financial Times, che apre con un lungo resoconto sulle nuove sanzioni economiche occidentali contro Mosca, mentre il Times punta su un suo scoop: Londra fornirà mezzi blindati alle truppe ucraine.
Washington Post
“L’Ucraina orientale si prepara per l’attacco”, titola il Washington Post in un’apertura dedicata agli sviluppi militare delle ultime ore, con il riposizionamento delle truppe russe che prelude a un’offensiva massiccia contro il Donbass. “Funzionari del Pentagono hanno confermato mercoledì che la Russia, nelle ultime 24 ore, ha completato l'evacuazione di tutte le forze intorno a Kiev e Chernihiv, due città che aveva tentato senza successo di catturare nei giorni iniziali dell'invasione”, e “credono che si stiano riorganizzando per un attacco concentrico sulle province orientali”.
Una fonte militare americana ha detto al Post: “La nostra valutazione è che non vorranno spendere troppo per il riassetto e il rifornimento perché hanno fatto sbandierato pubblicamente che daranno la priorità ai loro sforzi nella regione del Donbass”. Il quotidiano dedica un approfondimento a una delle ricadute del conflitto: “Il governo Usa e le aziende dell’energia serrano i ranghi nel timore di attacchi informatici russi”.
Scrive il giornale: “Dopo anni di ciò che i critici hanno considerato come parole a vuoto, la collaborazione sulla sicurezza informatica tra il governo federale e alcune industrie critiche ha messo radici, affermano funzionari e leader del settore, e potrebbe essere messa alla prova mentre gli hacker del governo russo sondano le difese delle centrali elettriche americane, banche e reti di telecomunicazioni”.
New York Times
“Esodo” di civili dall’Ucraina orientale mentre “la Russia cambia l’obiettivo dei suoi attacchi”: così il New York Times descrive la situazione del conflitto nel suo titolo di apertura, che contiene nel catenaccio (nel linguaggio giornalistico, la riga in caratteri più piccoli sotto quella principale) anche la notizia delle nuove sanzioni occidentali “contro le banche e la famiglia di Putin”.
Il giornale sottolinea che 11 milioni di ucraini, un quarto della popolazione totale del Paese, sono stati costretti ad abbandonare le loro case dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio. Dal punto di vista militare, è però evidente secondo il Nyt che “il Cremlino si sta affrettando a riposizionare le sue truppe per un conflitto più limitato”, concentrato prevalentemente sul Donbass. Una mossa che secondo analisti militari americani citati dal quotidiano ha prospettive incerte: Se queste forze russe indebolite ma ancora molto letali possano superare gli errori delle prime sei settimane di combattimento e raggiungere una serie più ristretta di obiettivi di guerra in una fascia più piccola del Paese rimane una questione aperta”.
La situazione sul campo non è favorevole per Mosca, e intanto, riferisce il Nyt in un altro servizio, le notizie delle perdite al fronte cominciano ad affacciarsi sui media russi che “ammantano di patriottismo il bilancio dei caduti”, il cui numero è ormai tale da non poter più essere taciuto, anche se “molti russi rimangono ancora all'oscuro della gravità delle perdite e della carneficina e le brutali atrocità che i loro militari stanno consumando mentre si ritirano” dal Nord dell’Ucraina.
Wall Street Journal
Un’offensiva massiccia delle truppe russe minaccia il Donbass e le autorità ucraine sollecitano la popolazione civile a fuggire dalla regione: è il fatto più significativo degli sviluppi sul campo secondo il Wall Street Journal, che lo mette in apertura. L’appello è stato rivolto dalla vicepremier Vereshchuk agli abitanti di Donetsk e Lugansk, ma anche di Kharkiv, “il senso di un’urgenza della fuga dei civili da parte del governo ucraino arriva pochi giorni dopo che sono emerse notizie di esecuzioni, stupri e altre violazioni dei diritti umani di civili da parte delle forze russe mentre si ritiravano dalla periferia di Kiev”, sottolinea il giornale. In prima pagina, con grande evidenza, anche un servizio sulla ferrea repressione del dissenso in generale e delle voci pacifiste in particolare attuata dal Cremlino: “Mosca silenzia i dissidenti: ‘Vi uccideremo subito’”.
Il giornale scrive che “una nuova legge russa che vieta di riferirsi alla campagna militare in Ucraina come a una guerra o un’invasione e arresti di massa dei manifestanti hanno in gran parte eliminato i segni visibili di dissenso all'interno della Russia”. Così, ”quello che era iniziato come un forte movimento di protesta in Russia, con migliaia di attivisti che prendevano parte alle manifestazioni o diffondevano pubblicazioni contro la guerra, ora è svanito”. L'ultimo grande raduno contro la guerra risale al 13 marzo e “da allora le strade sono state per lo più tranquille” grazie all’arresto di oltre 15.000 dimostranti dall’inizio del conflitto. Gli ultimi 200 domenica scorsa, in varie città dove erano scesi in piazza alla notizia degli orrori di Bucha. Invece, “il tasso di approvazione del presidente Vladimir Putin è salito all'83% alla fine di marzo, dal 71% pochi giorni prima che le truppe russe si trasferissero in Ucraina”.
Financial Times
L’aspetto più strettamente finanziario delle nuove sanzioni decise da Usa, Ue e Regno Unito contro Mosca viene messo in rilievo dal Financial Times, che titola in apertura: “Gli alleati occidentali impongono alle banche russe le sanzioni più dure di sempre”. Il quotidiano sottolinea che Washington ha colpito Sberbank e Alpha Bank, quest’ultimo il più grande istituto di credito privato in Russia, alle quale viene così “inibito di negoziare con qualsiasi società o persona fisica americana”. Ma le misure punitive sono rivolte anche contro singoli individui, come i familiari di Putin e del suo ministro degli Esteri, Lavrov, e ancora – riferisce Ft – Herman Gref, il capo di Sberbank, e l’oligarca Oleg Deripaska, i cui nomi compaiono nella bozza Ue visionata dal quotidiano. Sono sanzionati “gruppi e individui che in Paesi terzi fanno affari con entità russe”. Il giornale evidenzia anche che la Finlandia ha bloccato sculture del valore di 42 milioni di euro che stavano rientrando in Russia da musei di Italia e Giappone cui erano state concesse in prestito per delle mostre.
The Times
Il Times resta attento ai profili militari della guerra, e titola sulla fornitura britannica di mezzi blindati all’Ucraina. Si tratta di una notizia esclusiva del quotidiano, che scrive di aver appreso di un piano cui stanno lavorando i vertici della difesa “per offrire armi offensive, nella convinzione che le prossime tre settimane saranno decisive per le sorti del conflitto”. Il giornale spiega dettagliatamente quali armamenti Londra sta valutando di spedire a Kiev: si tratta dei veicoli blindati ‘Mastiff’ (mastino) e ‘Jackall’ (sciacallo) “che potrebbero aiutare le truppe ucraine a spingersi più avanti verso le linee russe”.
Secondo il piano, i mezzi verrebbero comunque “privati delle dotazioni sensibili”, ovvero dei sistemi che il governo britannico non vorrebbe che finissero nelle mani dei russi. Inoltre, “personale militare britannico verrebbe inviato in un Paese vicino all’Ucraina per condurre le attività formative” necessarie ad addestrare gli ucraina all’uso di questi blindati.
Le Monde
Domenica si vota per il primo turno e Le Monde apre con le presidenziali “dall’esito incerto”. Il quotidiano dà risalto a un suo sondaggio sulle “molte incognite” che pesano sulle elezioni e sul posizionamento dei candidati nel gradimento dei francesi. La previsione è che Macron e Le Pen andranno al ballottaggio, ma il frontman della sinistra, Melenchon, “spera ancora di fare una sorpresa”, mentre sono indietro e paiono fuori gioco gli altri competitori, a cominciare dalla gollista Pecresse che inizialmente era sembrata avere qualche chance. Incombe l’astensionismo, che per i sondaggisti sarà alto, ai livelli del 2002, e che è segno “della rabbia” dell’elettorato, ma anche “della crescita dell’estrema destra”.
A centro pagina l’Ucraina: “A Kharkiv si sopravvive sotto terra” è il titolo di un reportage della seconda città dell’Ucraina “sfigurata dai bombardamenti e dove gli abitanti rifugiati nella metropolitana temono l’assalto russo”, mentre le forze di Putin “si riposizionano per stringere in una tenaglia l’esercito ucraino e impossessarsi di tutto il Donbass”. In prima pagina anche un ritratto di Abramovich, “oligarca nell’ombra tra Kiev e Mosca”:
Le Figaro
Una lunga intervista a Macron campeggia in apertura su Le Figaro. “Le crisi mi hanno forgiato, la mia energia è intatta” è il titolo sulle parole del presidente che si ricandida all’Eliseo nelle elezioni di domenica prossima. Macron rivendica risultati (“negli ultimi cinque anni siamo riusciti ad affrontare alcuni temi - disoccupazione, lavoro, deindustrializzazione - su cui avevo ricevuto un chiaro mandato dai francesi”) e si difende sull’immigrazione, uno degli argomenti preferiti della sua sfidante più forte, Marine Le Pen (“i risultati sono insufficienti, ma abbiamo rafforzato la protezione delle frontiere e fortemente inasprito le condizioni per l'ingresso nel nostro territorio in un contesto in cui i flussi sono aumentati notevolmente a seguito del deterioramento del contesto internazionale”).
A centro pagina il titolo sull’Ucraina, racconta di Kiev “che medica le sue ferite e torna lentamente alla vita normale” dopo la fine dell’assedio russo, mentre l’editoriale si intona con le ultime ore della campagna elettorale ed è dedicato al problema della delinquenza minorile, “nuova barbarie” che prospera nel “lassismo giudiziario”.
El Pais
Politica interna in apertura su El Pais, con la proposta del premier Sanchez al nuovo leader dei Popolari, Feijoo, di “un patto nazionale” per distendere il clima politico: un patto in 11 punti, che impegnerebbe governo e opposizione a concordare le decisioni, tra l’altro, su politica estera, misure anticrisi, gestione dei fondi europei, norme contro la violenza di genere. L’Ucraina scivola nella parte basse della prima pagina, con un titolo sulla “fuga massiccia dal terrore russo nel Donbass”: il governatore di Lugansk, una delle due autoproclamate repubbliche filorusse, ha fatto appello alla popolazione civile perché lasci la regione “finché è ancora sicuro farlo”. In un riquadro di questo reportage è impaginato un titoletto sul premier ungherese Viktor Orban che “rompe l’unità dell’Ue nelle sanzioni contro Putin”.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
“L’Ungheria entra in gioco come mediatore”, titola la Frankfurter Allgemeine Zeitung valorizzando la proposta del premier ungherese appena rieletto Viktor Orban che Russia, Ucraina, Francia e Germania si incontrino a Budapest per colloqui su un cessate il fuoco immediato. Il presidente russo Putin ha risposto "positivamente", ha sostenuto Orban, che però non ne ha ancora discusso con i rappresentanti di altri Paesi e ha criticato la “cattiva abitudine” del presidente ucraino Zelensky di dire a tutti cosa fare, mentre “non dovrebbe farlo, soprattutto se sta chiedendo aiuto”.
In prima pagina anche il piano energetico presentato ieri dal ministro dell’Economia Robert Habeck, e collegato alla guerra in Ucraina che “ha mostrato ancora una volta come la politica energetica sia anche geopolitica”, nelle parole dello stesso Habeck: si tratta di accelerare la transizione verde con l’obiettivo di produrre da fonti rinnovabili, entro il 2030, l’80% del fabbisogno di energia della Germania. La parte alta della prima pagina però è occupata da altre notizie: in apertura il lockdown anti Covid a Shanghai, dove “volontari politici” fanno visita ai cittadini che hanno segnalato disfunzioni nella distribuzione di cibo e acqua, e poi il blitz della Procura federale di Francoforte contro gli estremisti di estrema destra, con 61 perquisizioni in tutta la Germania, e ancora il voto del Bundestag sull’obbligo vaccinale previsto per oggi.
China Daily
“I Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti sputano pura ipocrisia e doppi standard durante la crisi Russia-Ucraina, e stanno persino calpestando valori che una volta affermavano di amare, come la libertà di parola, attraverso i media che controllano”: così scrive in un commento il China Daily, che ironizza: “I Paesi occidentali hanno persino imposto sanzioni agli sport russi, ai gatti, ai cani e al classico balletto “Il lago dei cigni” di Ciaikovskij, morto oltre 100 anni fa, mostrando così che quei valori che il mondo occidentale ha sempre amato come la ‘libertà di parola’, o "l'arte non conosce confini", non valgono più”.
A sostegno di queste osservazioni, il quotidiano ha interpellato alcuni analisti cinesi e russi, puntellando anche con la ripresa di dichiarazioni fatte da esperti americani e britannici nei giorni scorsi. Il senso è che “i media occidentali, come Cnn, Bbc e Fox News, da molto tempo non danno notizie obiettive sulla Russia” e che “mentre le affermazioni di Paesi come la Cina sono soggette a frequenti attacchi e controlli, o respinte come ‘propaganda’ o ‘disinformazione’, tutto ciò che gli Stati Uniti affermano viene riportato come un fatto. Ciò consente ai media occidentali di ripetere la narrativa statunitense a proprio piacimento senza metterla in discussione, cosa che successivamente il pubblico occidentale crede”.
Quotidiano Del Popolo
Una dichiarazione di Zelensky sulla volontà di continuare i colloqui di pace con la Russia viene messa in rilievo dal People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese. Il presidente ucraino ha affermato che i negoziati proseguiranno nonostante le prove di "atrocità perpetrate dall'esercito russo", secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Ukrinform, citata dal quotidiano che inoltre riprende un'intervista al canale televisivo turco Haberturk in cui Zelensky ha detto: "In ogni caso, dobbiamo trovare anche piccole opportunità per il processo negoziale. Senza questo, penso che sia difficile porre fine alla guerra".
Nell’intervista, il leader di Kiev ha inoltre sottolineato l'importanza della missione di mediazione di altri Paesi, compresa la Turchia, nei colloqui. Ma il fatto internazionale che ha maggior evidenza sul giornale è l’annuncio di Usa, Gran Bretagna e Australia, partner nel patto di difesa Aukus, di sviluppare insieme missili ipersonici e sistemi di difesa contro questi ordigni. Mossa che Pechino ha inteso come una diretta provocazione e che il ministero cinese degli Esteri, ha condannato senza mezzi termini: Aukus “una versione asiatica della Nato, sfruttando la crisi ucraina e usando il pretesto di mantenere la sicurezza e la stabilità in Asia -Pacifico, non solo aumenta i rischi di proliferazione nucleare e provoca shock al sistema internazionale di non proliferazione, ma intensifica anche la corsa agli armamenti e mina la pace e la stabilità nell'Asia-Pacifico”.