AGI - Nel suo appassionato intervento in collegamento con il Consiglio di sicurezza dell'Onu, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha chiesto di riformare le Nazioni Unite e il sistema di sicurezza globale, sottraendo a Mosca il potere di veto. Il riferimento è allo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza che la Russia ha ereditato dall'Urss (gli altri sono Cina, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti) e che le garantisce la possibilità di bloccare le risoluzioni.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu è l'organo delle Nazioni Unite che ha il compito di rispondere alle minacce alla pace e quindi delibera sulle aggressioni o le situazioni che mettono in pericolo la sicurezza internazionale. Ne fanno parte i cinque membri permanenti e altri 10 eletti a rotazione ogni due anni (cinque all'anno) dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tra quelli che abbiano fornito un importante contributo al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
Il Consiglio ha anche poteri di natura coercitiva in caso di aggressione: può farvi ricorso attraverso misure preventive o dirette contro gli Stati trasgressori, di natura economica o militare. Serve però il voto favorevole di almeno nove membri del Consiglio e soprattutto che nessuno dei cinque permanenti ponga il veto.
La guerra in Ucraina ha dimostrato che se è un membro permanente a lanciare un'invasione, l'Onu è 'disarmata' e ostaggio dei veti della super potenza e dei suoi alleati (la Cina e in parte l'India nel caso di Mosca). E questo nonostante all'Assemblea generale dell'Onu, il 2 marzo, ben 141 Paesi (su 193) abbiano deplorato l'invasione russa dell'Ucraina, con solo cinque voti contrari (Russia, Siria, Bielorussia, Eritrea e Corea del Nord). L'Assemblea, del resto è l'organo più democratico dell'Onu ma ha poteri solo consultivi.