AGI - Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, leader a confronto in una guerra che si combatte anche sul web e sui social. Stili comunicativi differenti, il primo a capo della Federazione Russa dal 1999, il secondo da comico è passato a comandante della guerra di resistenza, per difendere l'Ucraina.
Dal giorno dell’inizio della guerra, il 24 febbraio, in rete in tutto il mondo sono stati pubblicati migliaia di contenuti e interazioni, posizionando sia #Putin che #Zelensky, stabilmente tra i trending topics.
“Un’operazione militare speciale” per “denazificare e demilitarizzare” secondo la versione della Russia, opposta alla resistenza per i valori della libertà e democrazia dell’Ucraina, il cancello scelto dall’esercito russo per entrare in Europa, secondo quella ucraina.
In rete i commenti e i volumi di conversazioni sulla guerra hanno toccato alcuni picchi in determinate fasi; a marzo possiamo individuare quattro momenti nei quali la risonanza mediatica degli eventi ha toccato i punti più alti: il 7 marzo, quando Anonymous ha annunciato di aver hackerato la TV di Stato russa, il 16 subito dopo la dichiarazione di Biden che ha definito Putin un “criminale di guerra”, il 18 durante il discorso del leader russo allo stadio di Mosca, e il 22 in concomitanza del discorso in video conferenza di Zelensky al Parlamento italiano.
Oltre nove milioni di contenuti pubblicati in rete, prevalentemente su Twitter, nonostante in Russia la maggioranza della popolazione riceva informazioni politiche dalla televisione, che copre oltre il 95% dell’audience.
Abbiamo monitorato le conversazioni con focus su Putin e Zelensky, con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6. Le ricerche sul web su Putin sono state costantemente più alte rispetto a quelle compiute su Zelensky, sia prima che dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.
Su Putin il massimo volume di interesse, c’è stato in concomitanza della firma del decreto presidenziale, in vigore dal 1 aprile, che impone il pagamento in rubli nel commercio di gas naturale russo con i cosiddetti paesi ostili: "Il rifiuto di pagare il gas in rubli sarà considerato un mancato adempimento degli obblighi e che, in questo caso, i contratti esistenti saranno interrotti” hanno fatto sapere dal Cremlino.
Analizzando i valori di sentiment, ossia l’analisi dei sentimenti e delle opinioni espresse nei testi online per comprendere la natura delle interazioni tra gli utenti, in un preciso contesto e in un determinato arco temporale, osserviamo che su Putin si concentra un valore negativo più alto (68%) rispetto a Zelensky, e in entrambi i casi la neutralità delle posizioni è prevalente.
Stringendo il focus sulla politica italiana, e sui partiti che parlano della guerra e di tutti i temi collegati al conflitto, ci sono alcune importanti differenze tra gli schieramenti. Quando le conversazioni sono concentrate su Putin o Zelensky, le forze di centro-destra riducono considerevolmente la quantità di interventi pubblicati sui social.
Ad esempio, su Putin la Lega non supera il 3% dei post pubblicati, Fratelli d’Italia si attesta al 6%, Forza Italia al 7% mentre il PD supera il 10% e + Europa persino il 30%. Discorso analogo per Zelensky, sebbene in tal caso vi sia un lieve rialzo della Lega e Forza Italia.
Perciò quando le conversazioni si personalizzano sui nomi dei leader, le forze di centro-destra prediligono una linea di comunicazione più sfumata, meno netta. Quando, invece, il focus tematico si allarga alla guerra e alle sue conseguenze più discusse (profughi, armi, gas, approvvigionamento energetico), la partecipazione delle forze politiche è molto più distribuita, e la Lega diventa il partito più attivo sui social, insieme al PD.
* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte, Pietro La Torre; Design: Cristina, Addonizio. Giornalista, content editor: Massimo Fellini