AGI - L'Unione europea punta tutto sugli affari per convincere Pechino a non allearsi con Mosca nella guerra contro l'Ucraina. Alla Cina, secondo la strategia dei dirigenti europei, non conviene prendere le parti della Russia perché rischierebbe un isolamento commerciale e politico che scuoterebbe la pace e la stabilità che hanno regnato nel Paese negli ultimi tre decenni. E, oltretutto, frenerebbe la crescita economica di cui ha goduto la popolazione cinese. Ad avvalorare la tesi ci sono le cifre degli scambi commerciali dallo scorso anno.
Cina e Ue sono vicendevolmente primi partner commerciali. Gli affari europei per Pechino rappresentano il 13,7% del totale dei suoi scambi globali; un altro 12,5% con gli Stati Uniti. E con la Russia? Solo il 2,4%.
"Ue e Cina sono due dei tre blocchi economici del mondo. E nessuno dei tre riuscirebbe a fiorire senza gli altri due", spiega un funzionario dell'Unione europea che in questi giorni ha lavorato alla preparazione del vertice che si terrà nella giornata di venerdì. Alle 10 il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, accompagnati dall'Alto rappresentante Josep Borrell, avranno un bilaterale in videoconferenza con il premier cinese Li Keqiang. Alle 14 avranno uno scambio con il presidente Xi Jinping.
Von der Leyen e Michel si presentano con buone intenzioni. Nessuna accusa o lezione da impartire a Pechino. "Finora nessuna evidenza che la Cina abbia sostenuto economicamente e militarmente la Russia nella guerra contro l'Ucraina, anzi alcune società cinesi hanno deciso di lasciare Mosca dopo le sanzioni europee", ha spiegato un altro funzionario europeo. Quindi ciò che si chiede, e che si chiederà domani, ai dirigenti cinesi è di prendere posizione per la pace. "Vogliamo prolungare questa guerra o vogliamo lavorare insieme per fermarla?", è la proposta che l'Ue mette sul tavolo.
Tuttavia non sembra esserci un piano B nel caso Pechino optasse per la geopolitica sacrificando parte della propria economia. "Non vogliamo speculare su quali potranno essere le reazioni dell'Unione europea nel caso Pechino decidesse di sostenere l'invasione. Il nostro obiettivo è non arrivare a questo punto", spiegano le fonti europee. Sono due gli elementi che da Bruxelles vengono visti come la linea rossa: la fornitura di armi e l'aiuto ad eludere le sanzioni occidentali.
C'è un altro dato che però dovrebbe influenzare la decisione del gigante asiatico. Economicamente è la Cina a dipendere di più dall'Europa. E non viceversa. Ogni anno Pechino esporta 472 miliardi di euro beni verso i Ventisette. Invece l'Europa esporta verso la Cina meno della metà, 223 miliardi di euro.
E il commercio sarà uno dei punti del vertice di domani. All'ordine del giorno non solo l'Ucraina (che ovviamente sarà la questione predominante che guiderà anche il resto del confronto) ma ci saranno tutti quei temi su cui i due grandi dell'economia già collaborano: dalla lotta al cambiamento climatico all'accordo per l'investimenti ancora congelato. In mezzo ci saranno anche le questioni di Hong Kong e Taiwan. Ma per questioni di opportunità l'Ue si soffermerà sul sostegno alla "One China Policy"