AGI - Per Mosca il terreno militare non è l'unico sul quale deve affrontare l'Occidente. Ci sono anche il fronte diplomatico e quello di una guerra economica che si preannuncia lunga e alla quale il Cremlino si era preparato da tempo. Il trentaseiesimo giorno di ostilità in Ucraina è stato anche il giorno che ha visto Mosca varare alcuni importanti provvedimenti che modificano ancora un quadro internazionale nuovo e in rapido mutamento.
Il decreto sul gas
Il giorno dopo le telefonate nelle quali ha illustrato il nuovo meccanismo ai capi di governo di Italia e Germania, due nazioni che sono tra i suoi maggiori clienti europei, il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato il decreto che impone ai Paesi "ostili" di pagare le forniture di gas in rubli.
Si tratta di una mossa che, sul piano economico, ha lo scopo di aumentare la domanda di rubli ed evitare un collasso della valuta russa. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha fatto notare che i contratti prevedono il pagamento in euro e chiedere di saldare in un'altra valuta costituirebbe una violazione. La soluzione proposta da Putin prevede di effettuare versamenti in euro a Gazprombank, non colpita da sanzioni, che poi provvederebbe a cambiarli in euro.
Il decreto non significa che domani qualcuno dei clienti di Gazprom possa rimanere senza gas: l'azienda dovrebbe ricevere i primi pagamenti del gas in rubli in base ad alcuni contratti nella seconda metà di aprile e in base ad altri a maggio, ha precisato una fonte alla Ria Novosti. Parigi e Berlino, nondimeno, hanno rigettato la proposta come un "ricatto".
Gli aerei stranieri restano in patria
Tutti gli aerei stranieri ancora in Russia vi resteranno e sono stati inseriti nei registri russi. Lo ha spiegato il vicepremier russo, Yuri Borisov. "La maggior parte degli aeromobili Boeing e Airbus della flotta delle compagnie aeree russe sono rimasti nella Federazione Russa e sono elencati nel registro russo", ha spiegato Borisov, "la Federazione Russa ha l'opportunità di gestire la flotta di aerei stranieri rimasti nel Paese".
L'imposizione di sanzioni occidentali in risposta alla campagna militare russa in Ucraina ha costretto le società di leasing occidentali a rescindere i contratti con le compagnie aeree russe per oltre 500 aeromobili, più di 400 dei quali sono ancora in Russia.
Divieto di ingresso ai leader Ue
Alcune delle principali autorità dell'Unione europea e altre figure pubbliche non potranno entrare in Russia in risposta a quelle che il Cremlino ha descritto come politiche anti-russe. "Le restrizioni si applicano ai vertici dell'Unione Europea; tra cui un certo numero di commissari europei e capi delle strutture militari dell'Ue, nonché la stragrande maggioranza dei membri del Parlamento europeo che promuovono politiche anti-russe", ha annunciato il ministero degli Esteri russo.
Mosca ha affermato che la lista nera include anche rappresentanti di alcuni Stati membri dell'Ue, personaggi pubblici e giornalisti ritenuti "personalmente responsabili della promozione di sanzioni illegali anti-russe, dell'incitamento ai sentimenti russofobici e della violazione dei diritti e delle libertà dei russofoni"