AGI - Mancano meno di dieci giorni al primo turno delle presidenziali francesi e le promesse dei candidati si moltiplicano sempre di più: dall'aumento del salario minimo ai premi di merito per gli insegnanti, dalla soppressione del canone televisivo alle assunzioni di infermieri e assistenti.
La fondazione Ifrap ha deciso quindi di analizzare in esclusiva per Le Figaro i vari programmi e di rivelarne i costi.
La repubblicana Valerie Pecresse, la candidata che più si è battuta contro l'aumento del debito pubblico, prevede di arrivare alla fine del mandato con un bilancio positivo di 30 miliardi di euro, superando in questo senso tutti gli altri. Tra le sue proposte, quelle che pesano di piu' economicamente sono quelle in materia di difesa.
Segue il presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che in caso di secondo mandato vorrebbe arrivare fino in fondo con un positivo di 27 miliardi di euro, recuperando oltre 30 miliardi soprattutto grazie all'eventuale raggiungimento della disoccupazione frizionale al 5 per cento.
La leader del Rassemblement National Marine Le Pen, la più accreditata nei sondaggi a sfidare Macron al secondo turno, vuole stanziare oltre 12 miliardi di euro di fondi per la nazionalizzazione delle autostrade, per gli investimenti nella sanità e per lo sviluppo del nucleare, arrivando alla fine del quinquennato con un bilancio negativo di 28,8 miliardi di euro, nonostante preveda di recuperarne 15 dalla lotta contro la frode fiscale e sociale.
Il campione di spesa pubblica tra i candidati più in alto nelle intenzioni di voto è invece Jean Luc Melenchon della France Insoumise, che con le sue riforme - soprattutto quelle in materia di pensioni, di sicurezza sociale e di reddito d'autonomia - impiegherebbe quasi 260 miliardi di euro. Melenchon ha assicurato che "le spese genereranno entrate e che alla fine si registrera' un positivo di 17 miliardi di euro", secondo Ifap invece si realizzerebbe un passivo pesante di 66 miliardi.
Il candidato di estrema destra Eric Zemmour vuole portare avanti una politica molto dispendiosa sul fronte difesa e attenuare gli effetti del conflitto tra Ucraina e Russia e della crisi energetica sul potere d'acquisto dei francesi, ma attraverso i risparmi in altri settori nel 2027 concluderebbe il mandato con un deficit di 5 miliardi di euro.